Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 384 Perché provo ansia dopo aver studiato il Corso?

 

D # 384: Talvolta, dopo aver letto Un corso in miracoli, provo un’ansia fluttuante ed una sensazione di instabilità.  Questa consapevolezza non sembra avere alcun contenuto salvo che dovrei sentirmi in pace, non instabile, visto che credo nella verità di ciò che leggo. Tuttavia quello che leggo non sembra “fissarsi” nella mia memoria come qualcosa a cui poter attingere. La mia vita è stata piena di credenze che hanno riempito il mio tempo con preoccupazioni mondane in merito a chi sono in relazione agli altri ed al perché ho paura dei soldi, ecc. Da quando ho iniziato nuovamente a studiare il Corso so che le mie paure non sono reali e non provo spesso paura. Ho avuto esperienza di alcune profonde sensazioni di pace e chiarezza ultimamente e vorrei che questo diventasse più frequente. Penso che forse sto provando in maniera troppo forte o che sono troppo focalizzato su di ME nel senso di essere l’unico responsabile nell’apprendimento e di non chiedere allo Spirito Santo di aiutarmi ad imparare quello che ho bisogno di imparare. Mi sono sentito solo tutta la vita – credendo in Dio ma come in qualche modo separato da me.

 

R: Per la tua mente corretta il messaggio del Corso è un messaggio che apre la porta alla pace. Ma per il tuo ego, o mente sbagliata, il messaggio del Corso verrà ad un qualche livello sperimentato come una minaccia, perché lo scopo del Corso è insegnarci a disfare l’ego. Fintanto che resti identificato con il tuo ego in qualsiasi modo – come tutti noi qui continuiamo a fare – non sorprende che tu possa a volte provare ansia o altre sensazioni di instabilità quando leggi il Corso. E di certo non sei solo nello scoprire che la tua memoria viene meno quando vuoi essere in grado di applicare i principi del Corso, che puoi aver letto e studiato appena cinque minuti prima, mentre ora scopri di non avere alcuna idea in merito a ciò che stavi guardando. Chiunque abbia provato a fare le lezioni del Libro degli esercizi e a ricordarle a vari intervalli di tempo durante la giornata ha trovato queste lacune anche troppo familiari. Ma ancora, il “dimenticare” è semplicemente una difesa dell’ego per proteggersi dall’essere disfatto. Il preoccuparsi delle cose del mondo – i nostri bisogni e le nostre preoccupazioni personali legati al corpo – è ancora un'altra forma di difesa che ci mantiene radicati nella nostra identità egoica, dimentichi della scelta effettiva che una tale percezione di noi stessi rappresenta.

Possiamo sapere intellettualmente che le nostre paure non sono reali e provare pace come risultato di questa presa di coscienza. Ma ci sono strati nelle nostre paure, così mentre possiamo andare oltre la paura di alcuni di quei vecchi mostri familiari sotto il letto, troviamo che ce ne sono altri ancora nascosti dietro la porta chiusa degli armadi della nostra mente, che continuano ad influenzarci fintanto che non siamo disposti ad aprire la porta ed a lasciare che la luce risplenda sulla loro nullità. Ma non c’è bisogno di preoccuparsi del fatto che permangano lì perché, di nuovo, ce lo dobbiamo aspettare fino a quando non toccheremo il fondo degli strati della paura e non lasceremo andare tutta la colpa che è nascosta dietro di essi. E questo è un processo che per la maggior parte di noi richiederà tempo. Quindi sii paziente con te stesso e sì, per favore non dimenticare che non sei solo in questo processo, che di fatto non puoi portare avanti da solo. E non dimenticare che Gesù e lo Spirito Santo sono sempre presenti nella tua mente, disponibili ad aiutarti a ricordare la strada che ti riporta a casa, là dove siamo sempre stati, semplicemente con dei coperchi posti su di noi così da non poter vedere oltre l’oscurità nella quale ci siamo nascosti (T.11.VIII.13,14; T.12.II.4,5).