Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 416 Perché sembro essere incline ad incidenti, e perché sono lento nel guarire?

D # 416: Negli ultimi due anni sono stato coinvolto in tre incidenti automobilistici, e nessuno “per colpa mia”. Come conseguenza continuo a soffrire degli effetti del colpo di frusta, che la fisioterapia ed i medicinali hanno alleviato, ma sembra che non riesca a ritornare alle precedenti condizioni di salute. Credo che qui ci sia più di quanto non sembri e che la guarigione sia nel mio controllo/potere. Apprezzerei qualsiasi cosa possiate condividere in merito alla “ragione” degli apparenti incidenti e alla guarigione da ferite accidentali. Potete gettare un po’ di luce su questa tematica dal punto di vista di Un corso in miracoli?

 

R: Questo è uno degli aspetti più difficili della teoria del Corso sia da comprendere sia da accettare. E la ragione primaria è che cerchiamo sempre di comprendere ciò che il Corso dice dalla prospettiva dell’homo sapiens, dimenticando che lo scopo dell’ego per l’homo sapiens è mantenere il Figlio di Dio senza mente e per sempre ignaro delle dinamiche che sostengono e motivano la “vita” nel mondo, assicurando che non si renda mai conto che le sue esperienze sono il risultato della sua stessa scelta. Il mondo “non fu mai, né è, e neanche sarà mai ciò che tu immagini” (The Gifts of God, pag. 117) – Gesù disse una volta ad Helen, forse echeggiando Platone. Così è importante ricordare che il Figlio di Dio non equivale all’homo sapiens o al cervello: il Figlio di Dio equivale alla mente.

In “La responsabilità di vedere” Gesù afferma: “Non ingannarti ulteriormente pensando di essere inerme di fronte a ciò che ti viene fatto … È impossibile che il Figlio di Dio sia semplicemente in balia di eventi esterni a lui. È impossibile che eventi che gli accadono non siano una sua scelta (T-21.II.2:6,3:1,2). E poi, in quella stessa sezione, approfondisce ulteriormente il perché noi (in quando mente che decide al di fuori del tempo e dello spazio) sceglieremmo la sofferenza: “Se soffri, hai deciso che il tuo obiettivo fosse il peccato. Se sei felice, hai dato il potere di decisione a Colui Che deve decidere per Dio per te” (T-21-II.3:5,6). Il peccato, che in Un corso in miracoli equivale sempre alla separazione, è quindi il fattore motivante: ogni sofferenza prova che la separazione è la realtà. Un altro fattore motivante viene dato alcuni paragrafi dopo: “Nulla che non sia stato creato dal tuo Creatore ha alcuna influenza su di te. E se pensi che ciò che hai fatto [il corpo] possa dirti ciò che vedi e senti, e riponi la tua fede nella sua capacità di fare ciò, stai negando il tuo Creatore e credendo che hai fatto te stesso. Perché se pensi che il mondo che hai fatto abbia il potere di farti ciò che vuole, stai confondendo il Figlio col Padre: effetto e Fonte” (T-21.II.11:3,4,5).

Ogniqualvolta ci sentiamo vittime di eventi accidentali siamo motivati da questa antica e nascosta ricerca di usurpare il ruolo di Dio come Creatore e reclamiamo il Suo potere come nostro. Questo suona mostruoso e normalmente non c’è nulla nella nostra esperienza che lo convalidi. Ma Gesù afferma in molti modi in tutto il suo Corso che non dovremmo fidarci delle nostre percezioni o della nostra esperienza, fino a quando non saranno più nostre ma sue dall’esterno del sogno. Così, follemente, noi (in quanto mente) confermiamo la nostra esistenza ed autonomia sottoponendoci a forze apparentemente al di fuori del nostro controllo.

Ancora una volta, la mente che decide fuori dal tempo e dallo spazio non è un sé umano o cervello. E’ difficile per noi immaginarlo, ma in quanto tale la mente può esprimere la sua intenzione in un numero qualsiasi di forme, tra cui quella di entità apparentemente diverse coinvolte collettivamente in eventi e situazioni. La domanda #37 lo spiega in profondità, specificando che facciamo “il voto segreto” di essere feriti da un altro (T.28.VI.4,5).

In definitiva gli “incidenti” che coinvolgono parecchie persone sono l’immagine esterna di una decisione presa nella mente. La strategia dell’ego di mantenere reale la separazione da Dio, proiettandone nel contempo la responsabilità, è efficacemente portata avanti in questi scenari umani nei quali le persone soffrono come vittime innocenti di eventi accidentali. Senza minimizzare il dolore delle persone, gli incidenti, le tragedie e le orribili catastrofi, visti da una prospettiva al di fuori del sogno di separazione, sono ancora e solo uno schermo fumogeno inteso ad oscurare la nostra identità di menti che decidono, cosicché noi non ci si renda mai conto che stiamo solo seguendo la strada che scegliamo (L.pI.166.6) e quindi possiamo compiere un’altra scelta.

La guarigione di “ferite accidentali” dovrebbe procedere lungo le linee di qualsiasi altro tipo di guarigione: vale a dire che ti dovresti focalizzare su quale insegnante stai scegliendo per essere guidato nel tuo recupero. La vera guarigione è sempre l’accettazione dell’Espiazione: la separazione non è mai realmente avvenuta.

E avanziamo verso quella fase finale cercando nella nostra mente tutti i modi in cui sosteniamo separazione ed interessi separati. Interagire con i tuoi dottori e gli altri che ti stanno aiutando ti offre una meravigliosa opportunità di unirti in termini di condivisione di un interesse comune.  E siccome tutte le forme di malattia e di dolore sono anche difese che ti “proteggono” dalla tua Identità di spirito, dovresti anche essere un paziente “paziente”, rispettoso della tua paura di ritornare alla Casa che in realtà non hai mai lasciato. Devi semplicemente essere gentile con te stesso, con l’amore di Gesù al tuo fianco, accettando dove sei e lasciando andare qualsiasi biasimo che ti tenti a giudicare te stesso o gli altri.