Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 446 Perché il Corso sembra dire che il mondo reale non è vero?

 

D #446: Il testo di Un corso in miracoli parla di due mondi. La nostra capacità di vedere il mondo reale dipende dall’avere una visione reale e dipende anche da ciò che ci sta a cuore. Vedere un mondo è possibile perché neghiamo l’altro. Questo lo comprendo. Ma poi prosegue dicendo che … “Entrambi sono non veri, tuttavia ti sembrerà reale o l’uno o l’altro, in proporzione a quanto ti sta a cuore”. Il mondo reale non è vero? Potreste cortesemente spiegarmelo?

 

R: Ah, sì… le parole… Possono essere confuse e confondere. Ci sono effettivamente due livelli di risposta alla tua domanda. Nel contesto di questo particolare passaggio, quando Gesù afferma: “Entrambi sono non veri” è implicito ma non espresso l’ulteriore pensiero che solo uno di loro sia vero. Tuttavia anche il mondo falso dell’ego sembrerà vero per noi in base al desiderio che ne abbiamo. Questa distinzione è simile a quella che Gesù fa altrove nel Corso, tra la vera percezione e la falsa (es.: C.4:3). Il mondo reale è l’effetto della percezione completamente guarita così che la mente non sia mai più imbrogliata dagli inganni dell’ego. Il mondo reale non è un luogo o un mondo con una sua esistenza indipendente. È semplicemente la correzione dell’errata percezione egoica di separazione ed attacco, mediante la sua sostituzione con la percezione unificata dello Spirito Santo, che riconosce che le differenze sono insignificanti.

Detto questo, consideriamo l’altro livello di risposta alla tua domanda. Dalla prospettiva della conoscenza, o Cielo, ogni percezione – sia quella vera che quella falsa – è temporanea (C.4.3:2,3,4; 7:1,2) e quindi illusoria. Quindi il mondo reale – il risultato della vera percezione – deve essere anch’esso temporaneo ed illusorio. Il suo solo scopo è disfare ciò che non è reale. E così per sua stessa natura deve – mentre riflette la non dualità – giungere all’interno di una struttura illusoria dualistica. Una volta raggiunto lo scopo, non c’è alcun bisogno che permanga.

Verso la fine del testo una bellissima sezione intitolata “La zona di confine” descrive il mondo reale, la sua funzione e la sua natura transitoria. Per la nostra discussione sono rilevanti in particolare due paragrafi:

“C’è una zona di confine del pensiero che sta tra questo mondo e il Cielo. Non è un luogo, e quando la raggiungi è separata dal tempo. Questo è il punto di incontro dove i pensieri sono riuniti: dove valori in conflitto si incontrano e tutte le illusioni vengono deposte accanto alla verità, davanti alla quale vengono giudicate non vere. Questa zona di confine si trova subito dopo la porta del Cielo. Qui ogni pensiero viene reso puro e completamente semplice. Qui il peccato viene negato e viene invece ricevuto tutto ciò che è.

Questa è la fine del viaggio. Ci siamo riferiti ad essa come al mondo reale. E tuttavia qui c’è una contraddizione, e sta nel fatto che le parole implicano una realtà limitata, una verità parziale, un segmento dell’universo reso vero. Questo accade perché la conoscenza non attacca la percezione. Esse vengono riunite e solo una continua oltre la porta dove c’è l’Unità. La salvezza è una zona di confine dove luogo, tempo e scelta hanno ancora un significato, e tuttavia si può vedere che essi sono temporanei, fuori posto e ogni scelta è già stata fatta” (T.26.III.2,3).