D # 48: Ho letto "Il potere di adesso” di Eckhart Tolle, e lo trovo in linea con “Un Corso in Miracoli”. Avete già incontrato questo libro alla Fondazione? In caso affermativo, potete commentare le idee del libro, e come coincidono, oppure no, con il Corso?

R: La nostra politica, alla Fondazione, è sempre stata quella di non discutere il lavoro di altri autori, di altri insegnanti di “Un Corso in Miracoli”, o di qualsiasi lavoro concernente il Corso. Una delle nostre ragioni è stata la preoccupazione che questo potrebbe molto facilmente produrre divisione, il che annullerebbe qualsiasi potenziale utilità di tale discussione.

Ciò che possiamo dire, tuttavia, è che Un Corso in Miracoli  è unico fra le spiritualità o gli approcci spirituali, sia contemporanei che antichi. Certamente questo non significa che sia necessariamente il migliore, ma solamente che ciò che insegna, ed il modo nel quale insegna, è diverso da altri percorsi. Si può affermare questa unicità in termini generali come l’integrazione di una metafisica non dualistica, che afferma che soltanto il Dio non materiale è vero, con una approccio psicologico raffinato, fortemente basato sulle intuizioni di Freud a proposito della psiche umana. Quest'integrazione ci aiuta a vivere nel mondo illusorio secondo il principio del perdono insegnatoci dallo Spirito Santo.

In generale, possiamo anche dire che se uno studente di Un Corso in Miracoli  trae benefici da un altro percorso spirituale, e tale integrazione aiuta lo studente a diventare più dolce e più incline al perdono, allora questo non necessita alcuna giustificazione o commento. È sempre utile ritornare al basilare insegnamento del Corso che insiste sul contenuto piuttosto che sulla forma, e ricordare l’affermazione alla fine del manuale per gli insegnanti: “Il programma di studi è altamente individualizzato e tutti i suoi aspetti sono sotto la particolare cura e guida dello Spirito Santo” (M.29.2:6). Pertanto, leggi e studia qualunque cosa sia utile. Ciò che è più importante è il grado in cui puoi praticare il perdono, piuttosto che cercare di comprenderlo.