Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 551 Cosa si intende esattamente con: "La rabbia non è mai giustificata"?

 

D #551: Conosco due persone che si sentono attratte da Un Corso in Miracoli ma incontrano troppe difficoltà, soprattutto di fronte ad affermazioni come “la rabbia non è mai giustificata”. Spiego che questo non significa che non ci si dovrebbe arrabbiare o che si dovrebbe provare colpa quando ci si arrabbia. A quanto pare Gesù sa che noi siamo arrabbiati e che ci arrabbieremo. E spiego che è così ad un livello metafisico, in quanto la rabbia può essere solo una proiezione, ecc. Tuttavia entrambi pensano ancora che questa frase sulla rabbia faccia sentire uno studente in colpa e non libero. Potreste commentare quest’affermazione?

 

R: C’è molto materiale nel Corso al quale l’ego può porre delle obiezioni, indipendentemente dal fatto che il Corso sia o meno il proprio percorso per tornare a casa da Dio. Dalla prospettiva del Corso questi disaccordi sono semplicemente difese dell’ego per proteggersi dalla verità. Come studenti del Corso abbiamo tutti le nostre differenti scuse per non accettare o non fare quanto Gesù ci chiede di fare: perdonare, che significa guardare il nostro ego e tutti i suoi giudizi e poi lasciarli andare. Tuttavia egli non ci giudica mai per le nostre resistenze.

Ciò con cui innanzitutto dovresti entrare in contatto, per te stesso, è qualsiasi investimento tu abbia nel fatto che altre persone colgano ed accettino il messaggio del Corso. Questa è una distrazione fantastica per mantenere l’attenzione lontana dal nostro personale processo di perdono. Tuttavia guardare con onestà qualsiasi investimento abbiamo, diventa un’ulteriore opportunità per praticare il perdono. Il nostro ego preferirebbe di sicuro che ci focalizzassimo sul convincere gli altri in merito al Corso piuttosto che mettere in pratica i suoi principi nella nostra mente. Non dobbiamo occuparci di convincere chiunque altro della verità o correttezza del Corso. La nostra sola responsabilità, se il Corso è il nostro cammino, è accettare l’Espiazione per noi stessi, come il Corso ci ricorda ripetutamente (es. T.5.V.7:8; M.7.3:2,3,4,5,6; M.22.1:10).

In merito all’argomento specifico da te sollevato, la rabbia, Gesù afferma semplicemente un dato di fatto: la rabbia potrebbe essere giustificata solo se il peccato e la colpa fossero reali. Dato che il peccato e la colpa sono illusioni del sistema di pensiero dell’ego, il cui unico scopo è convincerci dell’esistenza dell’ego, qualsiasi cosa ne derivi non può a sua volta essere reale. Ma siccome prendiamo noi stessi e il nostro ego molto seriamente, di certo continueremo a provare rabbia e negare di farlo non sarebbe per niente utile. Dalla prospettiva di Gesù – al di fuori del sistema di pensiero dell’ego – semplicemente non c’è una reale ragione o giustificazione per provare rabbia. Il nostro ego, per difendersi, potrebbe insistere che deve esserci un giudizio dietro tale affermazione, ma questa non è affatto l’intenzione di Gesù. Se riusciamo a riconoscere che nell’uso dei termini che fa il Corso la rabbia equivale all’attacco – in quanto pensieri essi sono la stessa cosa (es. T.7.VIII.5:4; T.30.VI.1:1,2, L.pI.21.3) – l’affermazione che l’attacco non è mai giustificato potrebbe essere più facile da accettare e da riconoscere come vera. Per riassumere Gesù non dice di non arrabbiarsi, ma solo di non giustificare la cosa quando la facciamo.