Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 921 Come posso sperimentare la pace e lasciare andare paura e colpa?

 

D # 921: Si dice spesso che la funzione dello Spirito Santo sia quella di agire come un cappello sulla nostra capacità di malcreare, ed infatti il Corso afferma: “non puoi allontanarti completamente dal tuo Creatore, Che ha fissato dei limiti alla tua capacità di malcreare” (T.2.III.3:3). Innanzitutto c’è l’implicazione che la capacità di malcreare sia un dono del Creatore, contro il quale è necessaria una qualche sorta di assicurazione. Indipendentemente da come la pensi io, suggerisce che ci sia un tallone d’Achille nella perfezione della Creazione, il che è un ossimoro.

Secondo, in che modo esattamente questo limite di manifesta? Ero solito pensare che significasse che persino la persona più palesemente guidata dall’ego la smetterebbe davanti alla totale distruzione o alla totale auto distruzione. Ma ovviamente questo non è vero: basta guardare Hitler per vederlo.

Ma se non c’è auto limitazione, c’è sempre una limitazione da parte della Figliolanza. Forse questo è ciò che si intende. Forse non dovremmo guardare dentro qualsiasi particolare individuo o lasso di tempo per avere testimonianza dello Spirito Santo al lavoro. Sembrano utili le parole di Gandhi: “Quando sono disperato ricordo che in tutta la storia la via della verità e dell’amore ha vinto sempre. Ci sono stati tiranni ed assassini, e per un certo tempo sembrano invincibili, ma alla fine cadono sempre – pensateci, S E M P R E”.

Come corollario alla mia prima domanda: sto commentando parecchio sulla mia domanda a proposito della mal creazione. Mentre rileggo è facile vedere la trappola nella quale sono caduto. Hitler non è malcreazone. E’ la mente che malcrea che sta sognando un’illusione nella quale questi fenomeni sono necessari. Qualsiasi cappello o limite sulla capacità di malcreare non consiste nel regnare in un inesistente mondo di pazzi. L’illusione che contiene tale follia può (e di fatto lo fa) diventare folle senza limiti, prodotto di una mente folle. Il cappello o limite sta nell’effetto finale, potere e significato di tale mal creazione – tutto nulla.

 

R: Sei andato piuttosto avanti nel rispondere alle tue riflessioni. A ciò si possono aggiungere alcuni ulteriori pensieri. Non è mai troppo sottolineare che il linguaggio dualistico del Corso è sempre metaforico, come è stato ripetuto molte volte in queste risposte (es. domande #42, #72, #85 e #156). Così, quando Un corso in miracoli parla di Dio che pone un limite sulla tua capacità di malcreare, si tratta di una metafora. Dio non fa nulla. Egli semplicemente è (L.pI.169.5:1,4). Ma è la natura della mente separata che deve contenere il ricordo della sua unità – identificata nel Corso come Spirito Santo – perché possiamo dimenticare ma non possiamo mai distruggere il nostro legame con la nostra Fonte. Così la capacità illusoria di malcreare non ha nulla a che fare con Dio e non è qualcosa che Egli ha mai permesso in qualche modo, poiché in realtà Egli non è consapevole dell’illusione. Perché se lo fosse, l’illusione sarebbe reale. Ma la correzione di quella capacità illusoria . anch’essa un’illusione – il ricordo dell’unità – è intrinseca in ogni mente apparentemente frammentata, indipendentemente da quale follia egoica possa star proiettando. E così questo è un aspetto del limite sulla nostra mal creazione – c’è una parte di ogni mente, fuori dal tempo e dallo spazio, che sa qualcosa di diverso.

Inoltre, un limite alla nostra capacità di malcreare viene inevitabilmente dal fatto che tutto ciò che è dell’ego è finito, vale a dire, ha una fine, poiché è stato fatto per essere l’opposto del Cielo, che è eterno e infinito. Non è che Dio ha imposto alcun limite su di noi. E’ semplicemente intrinseco nel sistema di pensiero dell’ego, limitato com’è per sua stessa natura. Se l’ego fosse capace di malcreare all’infinito o eternamente – e all’ego piacerebbe farci credere che sia così – allora Dio sarebbe stato sostituito. E così l’ego, come pensiero di limitazione, deve essere limitato. Noi possiamo giocare – relazione dopo relazione, vita dopo vita – nell’illusione, ma il numero di relazioni possibili e di vite, finite come sono, ad un certo punto si esauriranno.

Il Corso offre il miracolo come mezzo per abbreviare o limitare quell’ammontare finito di tempo (T.1.I.47; T.1.II.6), aiutandoci a vedere che, a dispetto di tutte le differenti forme che l’ego offre, il loro contenuto è sempre lo stesso – peccato, colpa e paura. E sebbene all’ego piacerebbe che noi credessimo che c’è una gerarchia di illusioni, Gesù ci porta a riconoscere che, al livello del contenuto, un Hitler e un Gandhi sono la stessa cosa, poiché riflettono la stessa mente separata, con sia una mente sbagliata che una mente corretta, e il potere di scegliere tra di esse. E tutti noi condividiamo la stessa mente separata, che esprime semplicemente il suo conflitto così come la sua guarigione in forme differenti e alla fine insignificanti.

Infine è la nostra intolleranza per il dolore e la colpa del sistema di pensiero dell’ego che porterà ciascuno di noi a limitare alla fine la capacità mal creativa della mente e a rivolgerci al miracolo per aver sollievo. Come afferma Gesù qualche frase dopo quelle che tu hai citato sopra: “La tolleranza al dolore può essere elevata, ma non è senza limite” (T.2.III.3:5). Ed è il nostro ricordo dell’unità che ci aiuta a disfare la nostra credenza nella realtà della separazione e dei suoi effetti, man mano che impariamo a non prenderli così sul serio, non avendo più bisogno di difenderci dalla colpa, ma vedendo piuttosto attraverso di essa.

Comunque, una prospettiva alternativa alla citazione di Gandhi sul male del mondo, suggerendo invece l’estrema disperazione del mondo, potrebbe essere la seguente: “Quando sono fiducioso, ricordo che in tutta la storia la via delle bugie e dell’odio è sempre riemersa. Ci sono stati filosofi illuminati re e santi per un periodo che sembra abbiano fatto la differenza, ma alla fine essi sono sempre caduti – pensaci, S E M P R E”. Gesù ci incoraggia a cercare un cambiamento reale, significativo nella nostra mente, non nel mondo (T.21.in.1:7)!