Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 640 Mi sento molto in conflitto e ambivalente riguardo la mia attuale relazione

 

D #640: Ho sempre avuto difficoltà nelle relazioni di amore speciale, cercando un partner che corrispondesse a certi criteri dell’ego quali l’intelligenza, sensibilità estetiche simili e il senso dell’avventura. Inutile dire che nessuna relazione è mai durata. Poi tre anni fa ho incontrato una persona che non corrispondeva ai miei criteri, ma sono rimasta colpita dalla sua gentilezza e da ciò che sembra essere la cosa più vicina all’amore incondizionato che io abbia trovato. Sebbene il mio amore per lui sia molto profondo, non è iniziato al suono di campane e con i melodrammi da: "Sono così innamorata" che avevo vissuto in precedenza. E per tutta la durata di questa relazione sono sempre rimasta con un piede dentro e l’altro fuori, causandogli molta sofferenza. Sperimento grandi attacchi di paura e per la maggior parte del tempo mi sento sopraffatta e colpevole per non essere in grado di sviluppare una pace interiore più forte che farebbe di questa relazione un’esperienza più gioiosa e soddisfacente. Sono stata disposta a riconoscere tutte le credenze ed i giudizi e a metterli in discussione alla luce degli insegnamenti di Un Corso in Miracoli per spostare lo scopo dall’obiettivo dell’ego a quello dello Spirito Santo. Sto chiaramente lottando contro me stessa, ma rinunciare sembra un sottrarsi alle proprie responsabilità. Ho detto molte volte al mio compagno che non riesco ad andare avanti e che dobbiamo prendere strade separate. Ciò che allora mi si rivela è la pace e lì mi sento di nuovo salda nella mia pelle e non intrappolata. A quel punto riesco a vedere ogni sorta di possibilità per far funzionare le cose e nessuna delle mie preoccupazioni ha alcun potere. Questa cosa ha vita breve e poi torno al punto di partenza.

 

R: L’ambivalenza, o conflitto, è il marchio distintivo della relazione speciale d’amore dell’ego (T.4.III.4:6), come hai fatto esperienza nelle relazioni romantiche che descrivi, inclusa quella attuale. Il reale problema tuttavia non è nella relazione con l’altra persona, ma nella tua relazione con te stessa nella tua mente. La tua esperienza con il tuo partner è solo un simbolo del conflitto nella tua mente riguardo all’accettare l’amore che vuoi realmente, ma che la tua scelta di identificarti con l’ego ti nega. Le tue osservazioni suggeriscono che tu abbia una qualche consapevolezza di questa dinamica, ma approfondiamola.

Il desiderio di ottenere qualcosa dall’altro pervade la nostra percezione delle relazioni romantiche, in quanto il desiderio di qualsiasi forma di relazione speciale d’amore significa che stiamo operando dalla premessa egoica che manca in noi qualcosa che dobbiamo cercare di trovare all’esterno (T.29.VII).

Questa percezione va unicamente a rinforzare l’ambivalenza in quanto nel volere qualcosa dagli altri ci deve infastidire, a un qualche livello, il dover cercare di ottenerlo da loro. E tutto questo fa parte di quanto stabilito dall’ego per assicurarsi che non siamo mai felici. Il fatto è che non c’è nessuno fuori di noi che possa mai soddisfare il nostro bisogno. In  realtà non c’è proprio nessuno fuori di noi! Tutto ciò di cui abbiamo veramente bisogno è all’interno, e attende solo il nostro invito.

Che tu non abbia utilizzato i “criteri” del tuo ego per valutare il tuo partner attuale prima di decidere di iniziare la relazione, non significa che quelle aspettative non siano ancora in funzione e non rinforzino la tua ambivalenza. In quanto è inevitabile che tu sia infastidita dal doverti sistemare con qualcosa che è meno di quello che credi veramente di volere e di necessitare. E il tuo ego vorrebbe farti credere che se quei bisogni specifici non vengono in qualche modo soddisfatti, stai sacrificando qualcosa. Ma i criteri esterni sono solo le tattiche diversive dell’ego per assicurarsi che tu non affronti la reale ambivalenza all’interno. Se non ci sentiamo completi, soddisfatti, amati ed amorevoli, questo non ha niente a che fare con l’altra persona. Continuiamo a rifiutare l’amore interiore che Gesù ci porge in ogni momento, insistendo invece di doverlo ottenere alle nostre condizioni, in una forma che abbiamo definito come accettabile. E quindi rimaniamo infelici e vuoti, e  per nostra stessa scelta. Il reale valore della relazione d’amore speciale, sotto la guida dello Spirito Santo, è che ci serve per ricordare la scelta interiore che testardamente continuiamo a fare contro l’amore. E questo, quando la scelta viene riconosciuta, lascia aperta la porta ad una scelta differente e ad una Voce differente. Quindi dovresti continuare a guardare tutti i giudizi e tutte le credenze sulla relazione e il tuo partner e riconoscere che, qualsiasi forma assumano, riflettono tutti la stessa decisione ricorrente di identificarsi con l’ego e la sua dedizione alla mancanza.

Sia il rimanere in una qualsiasi relazione, sia il decidere di lasciarla, in ultima analisi sono irrilevanti ai fini della soluzione. Se la scelta interiore resta a favore dell’ego e della sua credenza nella mancanza, ogni futura relazione sarà altrettanto infruttuosa e insoddisfacente come quella presente. Ma l’opportunità di dare il benvenuto ad un differente Insegnante interiore è sempre disponibile. Possiamo ritardare quanto vogliamo, ma come ci implora Gesù: "Fra quanto tempo sarai pronto a tornare a casa? Forse oggi stesso? Il peccato non esiste. La creazione è immutata. Vuoi ancora ritardare il tuo ritorno al Cielo? Fino a quando, Santo Figlio di Dio, fino a quando?" (L.pII.4.5:3,4,5,6,7,8).

Sull’ambivalenza dell’ego nelle relazioni speciali vedi anche la Domanda #359.