Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 757 Il “bambino interiore” è semplicemente un altro aspetto dell’ego?

 

D # 757: Il “bambino interiore” è un aspetto che compone l’ego? E’ veramente utile guarire il bambino interiore o è solo qualcosa che si aggiunge allo schermo fumogeno dell’ego?

 

R: Dalla prospettiva di Un corso in miracoli il bambino interiore di cui si parla normalmente e con il quale si lavora in alcuni contesti terapeutici sarebbe un aspetto dell’ego. Come per ogni cosa, la sua utilità come concetto dipende dal modo in cui viene usato. Può essere usato, e normalmente lo è, per rinforzare la percezione che da bambini si sia stati vittimizzati. Ora è vero che la maggior parte di noi sente, in modi diversi, di essere stata trattata ingiustamente, e forse persino abusata, quando eravamo più piccoli e più indifesi, e possiamo persino sentire che stiamo portando con noi nella nostra vita attuale le ferite di quelle passate esperienze, che ci impediscono di sentirci degni di amore e di raggiungere il nostro pieno potenziale ora. E il Corso non vorrebbe che negassimo che queste sono state le nostre esperienze e le nostre percezioni.

Gli interventi terapeutici che si basano sul concetto del bambino interiore possono allora incoraggiare l’individuo a nutrire il proprio bambino interiore, così da potersi dare il sostegno adulto e l’amore che non erano stati dati dalle figure adulte, normalmente rappresentate dai genitori, durante l’infanzia. In quel modo diventa ora possibile assumersi la responsabilità della propria vita anziché sentirsi condannati a portare avanti il copione della vittima nel momento presente. E di certo, dalla prospettiva del proprio funzionamento nel mondo, ciò può essere utilissimo. Tuttavia, se esaminiamo ulteriormente questa idea, dalla prospettiva del Corso staremmo semplicemente servendo lo scopo dell’ego nel continuare a considerare reali i ruoli di vittima e carnefice senza mai arrivare alla vera fonte del dolore e della sensazione di non valere che si trova nella mente (T.27.VII.1,2,3,4,5,6,7,8,9).

D’altro canto, usare il concetto di bambino interiore per identificare all’interno di se stessi la dinamica della vittima può rappresentare un primo passo utilissimo per scoprire le difese dell’ego, specialmente per chi ha la tendenza a negare sensazioni difficili ed edulcorare il passato a causa della colpa e della paura nel trovarsi a confronto con sentimenti repressi molto negativi verso la propria famiglia e altre persone. Perché possa avvenire una guarigione genuina, per come ne parla il Corso, dobbiamo essere in grado di riconoscere i molti modi in cui sentiamo di essere stati o di essere trattati, perché solo allora possiamo incominciare ad identificare la forte attrazione che di fatto abbiamo con questi sentimenti, che sono quelli che proteggono grandemente la colpa che viene vista negli altri e non in se stessi. E questa proiezione è sempre l’intento dell’ego in ogni relazione (T.19.IV.A.10,11,12,13).

E così, se vediamo che entrare in contatto con il nostro bambino interiore vittimizzato è il primo passo necessario nel processo di perdono – visto che alla fine abbiamo solo bisogno di perdonare noi stessi per il fatto di voler credere che possiamo essere privati dell’amore da tutto tranne che da una nostra scelta (T.4.IV.3:3) – il concetto può avere grande valore, perché allora sarà possibile entrare in contatto con il nostro vero Bambino interiore (L.pI.182) !