Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 798 In che modo dovrei considerare le profezie di imminente sventura?

 

D # 798: Mi sono trovato recentemente esposto a profezie riguardanti imminenti sventure che la terra potrà vivere entro il prossimo decennio: riscaldamento globale, terremoti, vulcani, tempeste, inquinamento, guerra nucleare. Se uno non è pronto tramite preghiere e meditazioni, a quanto pare dopo la morte potrei correre il pericolo di essere inconscio per parecchio tempo. So che i miei pensieri non sono puri, lotto con le nuvole quando medito ed invito Dio, non sento questa enorme presenza, tuttavia mi sento confortato dal sapere che Lui c’è anche se io non Lo sento. Come dovrei vedere queste profezie?

 

R: La predizione di eventi catastrofici è certamente vera dal momento che questi eventi stanno già avvenendo nel nostro mondo. Non dobbiamo preoccuparci, quindi, della veridicità delle predizioni, ma piuttosto dell’interpretazione che ne diamo. Come ci dice Gesù nel testo: “La verifica per tutto ciò che c’è sulla terra è semplicemente questa: “A cosa serve?” La risposta lo rende ciò che è per te. Non ha significato in sé, tuttavia tu puoi dargli realtà, secondo lo scopo che servi” (T.24.VII.6:1,2,3). Ci viene anche detto che ci sono due possibili risposte alla domanda: tutto serve o il sistema di pensiero dell’ego o quello dello Spirito Santo. L’ego interpreta tutto a sostegno del credere che il mondo sia reale ed abbia un effetto su di noi. Lo Spirito Santo interpreta tutto come un’opportunità per imparare, tramite il perdono, che il mondo non è reale e che nulla di esterno alla mente ha alcun effetto su di esso. Considerate queste due scelte, il solo evento veramente catastrofico è scegliere di credere all’ego. La scelta avviene nella mente e fa sorgere la colpa che è la sola causa della paura, che viene poi sperimentata come paura di disastri, sensazioni di imminenti sventure ed innumerevoli altre forme di turbamento. La vera causa di questi sentimenti è nella scelta della mente in favore della separazione, tramite la quale il Figlio di Dio cancella dalla Sua mente tutta la consapevolezza della Sua vera Identità e si identifica con il corpo. Il mondo, con tutti i suoi confitti e i suoi disastri, ne è il risultato. Il messaggio che Gesù ci dà con Un corso in miracoli è: “Non è successo nulla, se non che ti sei messo a dormire e hai sognato un sogno in cui eri alieno a te stesso, e nient'altro che parte del sogno di qualcun altro” (T.28.II.4:1). Il sogno è un incubo nel quale i disastri naturali sono inevitabili. Di fatto, la vita nel mondo è di per sé un disastro: un disastro innaturale per il Figlio di Dio che è stato creato uno con Lui: “È il simbolo della paura. E cos’è la paura se non assenza d’amore? Così il mondo è stato inteso come un luogo dove Dio non potesse entrare e dove Suo Figlio potesse essere separato da Lui (L.pII.3.2:2,3,4). Questo mondo, quindi, non può essere altro che un luogo di paura, con o senza predizioni di eventi catastrofici.

Il nostro obiettivo nello studiare il Corso è svegliarci dal sogno imparando che non siamo corpi che abitano questo mondo, esso non è la nostra casa, né possiamo trovare in esso una qualsiasi speranza di pace. La nostra speranza sta solo nell’accettare che abbiamo una mente che può essere guarita dal pensiero di separazione scegliendo di guardare il mondo in maniera diversa. Così, come studenti del Corso, sentiamo Gesù che ci dice: “…non cercare di cambiare il mondo, ma scegli di cambiare la tua mente riguardo al mondo” (T.21.in.1:7). Questo obiettivo si raggiunge vedendo il mondo come un’aula scolastica nella quale praticare il perdono che Gesù insegna nel Corso, che fa di ogni esperienza la stessa cosa, sia che venga giudicata, secondo i termini del mondo, come buona o cattiva, piacevole o spiacevole. Un evento catastrofico è un’opportunità per entrare in contatto con la tremenda paura generata, non da un terremoto o da un’eruzione vulcanica, ma dell’eruzione della colpa per aver scelto di essere separati da Dio. La salvezza sta nel guarire la mente da questo pensiero, e il perdono è la preghiera che lo rende possibile. Questo processo non è un’attività del corpo e quindi non ha inizio con la sua nascita né finisce con la sua morte. Non c’è uno stato di incoscienza prolungato di paura dopo la morte del corpo perché il corpo non fa nulla: “Il corpo non vive né muore, perché non può contenere te [la mente] che sei la vita” (T.6.V.A.1:4). La morte del corpo, quindi, non ha alcun effetto sulla scelta della mente in favore della separazione. Cosa ancora più importante, la scelta della mente di credere che la separazione sia reale non ha alcun effetto sulla verità. Gesù lo chiarisce dicendoci: “Il sonno non è una forma di morte più di quanto la morte sia una forma di incoscienza. L’incoscienza completa è impossibile” (T.8.IX.4:7,8). Così abbiamo solo bisogno di prestare attenzione ai pensieri di giudizio che riflettono l’errata scelta della mente di essere separata mantenendoci radicati nel sogno, ed accettare alla fine che in verità [noi possiamo] riposare in pace solo perché sei sveglio” (T.8.IX.4:9).

Per quanto riguarda l’insegnamento del Corso in merito ai poteri psichici, vedi il manuale per gli insegnanti (M.25).