Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 956 Perché mi sembra di essere bloccato nel ruolo di vittima?

 

D #956: Comprendo che non voglio davvero la pace di Dio e che devo chiedere a Gesù o allo Spirito Santo di aiutarmi a guardare questo fatto senza colpa o giudizio. Tuttavia la mia vita sembra essere un conflitto dopo l’altro. Sono consapevole che non voglio lasciar andare la mia specialezza e chiedo aiuto in questo. Ma semplicemente mi sembra di essere bloccato nel ruolo della vittima. Cosa dovrei fare?

 

R: Una delle cose che studiare ed applicare Un corso in miracoli fa per noi è rivelare proprio quanto la nostra mente sia profondamente divisa. Da un lato il Corso ci aiuta a vedere che, nonostante i nostri copioni differiscano ampiamente, fondamentalmente la vita di tutti (con pochissime eccezioni, come per quella di Gesù) può essere ridotta a tre atti piuttosto miserevoli: nasciamo, lottiamo e moriamo. Una trama che difficilmente una mente sana sceglierebbe per se stessa e di certo una trama in cui siamo vittime perenni. D’altro canto il Corso ci dice che abbiamo il potere di cambiare questa esperienza: che cambiando l’insegnante interiore potremmo vedere la pace invece di questo (L.pI.34). Se crediamo di avere questo potere – e parte di noi deve o non saremmo attratti dal Corso – allora è naturale domandarsi perché semplicemente non facciamo questo cambiamento interno, non ci sentiamo meglio e non andiamo avanti così.

Ma il Corso risponde a questa domanda quando ci dice che “Nessuno che si veda colpevole può evitare la paura di Dio” (T.30.VI.4:4) . In altre parole, avremo paura di Dio (e del cambiamento interno che ci porterà più vicini a Lui), fintanto che sarà rimasta della colpa nella nostra mente. Fintanto che manteniamo una qualsiasi credenza nella realtà della nostra esistenza fisica e di questo mondo, la nostra mente conterrà la colpa: la convinzione inconscia che abbiamo rubato la nostra esistenza da Dio e meritiamo di essere puniti a causa di ciò. Questo è il motivo per cui il nostro viaggio come studenti del Corso può sembrare tanto lento, difficile e pieno di battute d’arresto.

Mentre abbiamo trovato dei modi intelligenti per mascherare questo fatto, le nostre intere vite fino a questo momento sono state degli schemi elaborati per  mantenerci nel ruolo della vittima, precisamente con lo scopo di non farci mai tornare alla pace e all’Amore di Dio, che percepiamo come la nostra più grande minaccia. Nel momento in cui incominciamo a fare ciò che Gesù ci chiede e mettiamo in dubbio ogni valore che abbiamo (T.24.in.2:1), incominciamo a sentire quanto disperatamente vogliamo davvero ritornare all’Amore di Dio e quanto abbiamo sofferto nel nostro stato apparentemente separato. Tuttavia ci vuole tempo per disfare un intero sistema di pensiero e non possiamo aspettarci che l’ego rinunci semplicemente senza lottare.

Così la tua  esperienza di essere bloccato nel ruolo della vittima, anche se è indubbiamente dolorosa, non è certamente unica, né è in realtà il problema. Piuttosto, è semplicemente un riflesso del fatto che hai ancora paura dell’Amore di Dio e della capacità della tua mente di sceglierlo. Così non c’è bisogno che tu faccia davvero nulla al riguardo. Piuttosto lo puoi vedere come una utile informazione. Di fatto, ogni qualvolta ci troviamo a sentirci nel ruolo della vittima, possiamo semplicemente notarlo e dire: “Aha, sono ancora spaventato e va bene”. In questo modo praticheremo il perdono con noi stessi che alla fine allenterà la stretta presa dell’ego. Una delle chiavi per proseguire il nostro viaggio a casa è la scoperta che, nonostante la sua intelligenza infida, c’è una cosa che l’ego non può corrompere per servire i propri mezzi: il nostro non riuscire a fare di qualcosa un grosso problema.