Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1054 La paura e la colpa ci impediscono di fare esperienza dei livelli più profondi della nostra mente?

 

D #1054: Negli anni, di tanto in tanto e mentre dormo, ho fatto l’esperienza in cui la mia mente si sveglia e sento di essere in un piano astrale, e salgo velocemente a livelli superiori. Sembra molto reale, sento dell’aria fresca e la mia mente sembra molto elettrica, come se avessi lasciato il mio corpo. Ho un po’ di paura e cerco di tirarmi indietro e di svegliare il mio corpo. Questo mi ha mostrato che ci sono livelli più profondi nella mia mente dei quali normalmente non faccio esperienza nella mia vita quotidiana. Quando faccio questa esperienza, sembra ch’io abbia davvero paura a lasciar andare il mio corpo ed il mondo. Ora vedo perché nonostante le buone intenzioni che ho nel lasciar andare il mio ego ed essere in pace, sono così trincerato nella mia identità di ego/corpo. Da 40 anni è un processo che porta a tirar via, a poco a poco, a causa della paura/colpa radicata profondamente che in superficie non noto neppure. E’ questo il motivo per cui raramente proviamo i livelli più profondi della nostra mente per via degli enormi blocchi di colpa e paura?

 

R: Sì, la colpa di cui la mente fa esperienza per aver scelto contro se stessa, e quindi contro Dio, è molto profonda. E’ stata coperta da strati di negazione generata dalla paura della punizione di Dio. Esperienze che indicano che non siamo corpi fisici, come quella che descrivi, spesso evocano sensazioni di paura che sono il riflesso della paura della mente nel riconoscere la su identità di mente. Il tuo intuire la paura di perdere l’identità corporea è molto utile. Spiega perché è così difficile comprendere il Corso, nonostante Gesù ci rassicuri che è molto semplice (T.11.VIII.1:1). Sebbene sia difficile, farne pratica ed applicarne gli insegnamenti nella nostra vita lo è molto di più a causa della nostra tremenda resistenza nel lasciar andare il sistema di pensiero dell’ego. Il processo inizia con il riconoscimento della resistenza tramite una onesta ammissione di quanto siamo fermamente attaccati all’ego. Vedere i blocchi della resistenza rende ovvio il bisogno di stabilire un ritmo dolce nel processo di disfacimento. Realizza anche uno dei passi più importanti nell’apprendimento del programma di studi dello Spirito Santo: “Il tuo compito non è di ricercare l’amore, ma di cercare e trovare tutte le barriere dentro di te che hai costruito contro di esso” (T.16.IV.6:1).

Nel manuale, Gesù fa riferimento alla resistenza in un modo applicabile alla tua esperienza. Ci dice che la resistenza alla guarigione è “enorme” perché richiede di accettare che la nostra esperienza del mondo è il risultato di una scelta nella mente. (Vedi: M-5-II.1). Questo ne riporta la responsabilità alla mente, e nel processo disfa tutte le credenze nel potere decisionale del corpo. L’ego ci ha insegnato (e noi abbiamo imparato bene la lezione) che il corpo prende le decisioni e “governa” il mondo. Questa credenza rende reali nella nostra esperienza sia il corpo che il mondo. Aggrappati a questa credenza facciamo resistenza nei confronti degli insegnamenti di Gesù per proteggere il mondo ed il corpo e per mantenere il pensiero di separazione.

Un’esperienza del corpo astrale, sebbene ancora all’interno del regno dell’ego, può servire come promemoria per la mente che non può essere contenuta in un corpo. Effettivamente essa non appartiene affatto al corpo, né a quello astrale né a quello fisico. In questo sta la minaccia alla “esistenza” del corpo che evoca paura sottoforma di resistenza richiamando alla mente le parole di cautela di Gesù: “Non fidarti delle tue buone intenzioni. Non sono abbastanza” (T.18.IV.2:1,2). Un sano rispetto per l’intensità dell’attaccamento al corpo stabilisce una base solida per procedere con pazienza e gentilezza in tutto il processo di apprendimento. Esso aiuta a scacciare la fantasia di un successo istantaneo e mantiene la mente focalizzata in modo calmo sul sentiero del perdono. Il tuo penetrare le profondità della colpa bruciante che permea il sogno di separazione è pertanto di grande valore. Né la colpa né la resistenza prevarranno. Il riconoscerle può solo far risparmiare tempo, che non viene sprecato scappando nelle più profonde incursioni della negazione. Non ci viene chiesto di non avere i blocchi della resistenza, ma ci viene chiesto innumerevoli volte di cercarli per trovarli. In poche parole, Gesù pone davanti a noi il semplice compito: “Sii vigile…” (T.6.V.C). E quando trovi i blocchi non sarà l’ego ad averti guidato.