Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1127 Com’è possibile tenere in mente, nello stesso tempo, due pensieri opposti?

 

D #1127: Potete descrivere il processo di guardare l’orrore e la colpa nell’ego con l’amore al proprio fianco, senza l’uso di simboli o nomi personali? Com’è possibile tenere in mente simultaneamente due pensieri completamente antitetici per permettere il processo del perdono?  Sembra sia sempre o l’uno o l’altro. L’enfasi sullo sviluppare una “relazione personale” con Gesù o con lo Spirito Santo mi fa chiedere come funzioni questo processo se quelle “relazioni” non sembrano possibili? E se il solo personaggio remotamente plausibile (in termini di qualcuno con cui avere una connessione) è Yogananda?

 

R: Guardare con amore qualsiasi cosa dell’ego significa semplicemente guardare senza giudizio, colpa o paura. E’ solo l’ego che vuole che tu creda che questo processo implichi mantenere simultaneamente nella mente due pensieri antitetici, perché - prendendo in prestito il titolo di un set di cassette audio di Kenneth e Gloria Wapnick – “l’amore non ha opposti”. Questa idea viene espressa nel capitolo 23 del testo: “La guerra contro te stesso”. La verità non combatte contro le illusioni, né le illusioni combattono contro la verità. Le illusioni battagliano solo tra di loro” (T.23.I.7:3,4), e poi di nuovo nel libro degli esercizi, nel contesto di determinare la nostra unzione: “L’ego dà costantemente battaglia allo Spirito Santo sulla questione fondamentale di qual è la tua funzione. Allo stesso modo dà costantemente battaglia allo Spirito Santo su cos’è la tua felicità. Non è una battaglia nei due sensi. L’ego attacca e lo Spirito Santo non risponde (L.pI.66.2:1,2,3,4).

Questa è la chiave del processo di disfare l’ego con tutto il suo orrore e la sua colpa, riconoscendo che non c’è nulla al quale ci si debba opporre o che debba essere superato, perché combattere l’ego significa dargli una realtà che non ha, come Don Chisciotte contro i mulini a vento. Forse anziché “pensieri antitetici” intendevi dire “che si escludono a vicenda” e in questo sta la risposta. Perché l’amore è la nostra realtà e l’ego, a dispetto di tutte le forme complicate che sembra manifestare, è semplicemente il pensiero che l’amore sia assente dalla nostra esperienza. L’ego non ha alcun potere di per sé e può essere definito solo in termini negativi. Proprio come l’oscurità non ha realtà di per sé e semplicemente svanisce con l’arrivo della luce, così l’ego è un nulla senza sostanza che scompare in presenza dell’amore e non ha alcun potere di resistere all’amore che è sempre lì – a meno che non lo vogliamo noi.

E questo in realtà è il solo ostacolo nel lasciar andare il sistema di pensiero dell’ego. Perché finché abbiamo un investimento nel mantenere la falsa identità individuale a cui abbiamo dato nascita in unione con l’ego, facciamo la scelta di mantenere la credenza nell’orrore e nella colpa che devono accompagnare questo sistema di pensiero. E così il processo di guardare senza giudizio non è qualcosa che riusciamo a fare facilmente “per conto nostro” dal momento che “per conto nostro” è un altro modo per descrivere lo stato mentale dell’ego.

Il valore di unirci con un simbolo personale di amore è che esso ci offre una correzione gentile della credenza dell’ego secondo la quale siamo davvero soli e per conto nostro nella nostra esperienza di solitudine e dolore per la separazione. E finché crediamo che la nostra identità sia personale, è particolarmente utile avere una fonte di sostegno e correzione che sperimentiamo anche come personale. Sarebbe un errore asserire che quel simbolo di amore non sia reale, finché crediamo ancora che noi siamo reali. Il simbolo personale è proprio tanto reale quanto lo è il sé che crediamo di essere.

Ora, quale nome venga dato a quel simbolo personale nella nostra mente non è così cruciale come quello di darci il permesso di essere aperti ad un aiuto che viene dall’esterno del nostro sistema di pensiero incentrato su noi stessi. Così se Yogananda funziona meglio per te rispetto a Gesù, cerca assolutamente la sua presenza e il suo sostegno amorevoli nel guardare le false credenze che hai in merito a te stesso.

Come dice Gesù quasi alla fine di Un corso in miracoli in riferimento a se stesso: “È lui il solo Aiutante di Dio? Certamente no. Poiché Cristo assumerà molte forme, con nomi diversi, fintantoché la loro unità potrà essere riconosciuta. Ma Gesù è per te il portatore dell'unico messaggio di Cristo dell'Amore di Dio. Non hai bisogno di altro [qui egli parlava a Helen e Bill in particolare]. È possibile leggere le sue parole e trarne beneficio senza accettarlo nella tua vita. Ma egli ti aiuterebbe ancora un po' di più, se tu condividessi i tuoi dolori e le tue gioie con lui e rinunciassi ad entrambi per trovare la pace di Dio. Ma tuttora è la sua lezione che egli vorrebbe che tu imparassi più di tutto, ed è questa:

La morte non esiste perché il Figlio di Dio è come suo Padre. Non puoi fare nulla che possa cambiare l'Amore Eterno. Dimentica i tuoi sogni di peccato e di colpa e vieni invece con me a condividere la resurrezione del Figlio di Dio. E porta con te tutti coloro che Lui ti ha mandato per prenderti cura di loro come io mi prendo cura di te” (C.5.6).