Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 150 Come posso disfare il danno che ho arrecato attaccando qualcuno?

 

D # 150: Ho attaccato una persona, ma il giorno dopo ho invocato, implorando, il perdono ed ho veramente perdonato tutto quello che mi aveva fatto male e che mi aveva fatto attaccare. Però da allora, a causa dell’attacco, l’altra persona ha interrotto ogni comunicazione. Ho tentato di ripristinare la comunicazione, ma senza successo. Avendo in mente che è stato in primo luogo il mio attacco ad aver causato questa situazione, come posso guardarla con Gesù e riguadagnare la mia pace mentale? Ovviamente ho causato un dolore irrevocabile.

 

R: Potresti, come prima cosa, iniziare a guardare il pensiero che tu hai causato “un dolore irrevocabile”. Che tu ci creda o no, è arrogante rivendicare questo potere per te stesso. Puoi aver rafforzato una percezione di dolore che il tuo amico già aveva, ma non puoi esserne la causa. Credere di averlo potuto fare significa negare che la mente del tuo amico abbia il potere di scegliere le sue esperienze, e vedere la tua mente più potente della sua. E questa è l’arroganza.

Questo non vuol dire che tu non possa essere stato sgarbato o persino crudele nel tuo attacco. Ma nessuno di noi può sentirsi attaccato a meno che non voglia sentirsi attaccato (T.28.VI.4:3,4,5,6,7). E tutti noi vogliamo sentirci attaccati in modo che il senso di colpa che portiamo nella nostra mente riguardo alla separazione – credere di aver attaccato e distrutto Dio ( un altro pensiero arrogante!) – possa essere proiettato su qualcun altro.

Il dolore sta già proprio li in ognuna delle nostre menti personali, per nostra scelta personale, causato dai nostri pensieri personali (L.pI.190.5:1,2,3,4,5). Quando pensiamo di provare dolore a causa di un attacco di qualcun altro, il dolore che è sempre stato nella nostra mente viene solamente portato in superficie in modo che possiamo attribuirlo a qualcun altro – cosa che è sempre l’obiettivo dell’ego.

Quindi, con genuina umiltà, datti il permesso di uscire dalla trappola di essere responsabile di come si sente il tuo amico. Se puoi riconoscere che questo amico condivide semplicemente il medesimo sistema di pensiero basato sull’ego che tu condividi, e che entrambi avete chiesto a gran voce l’aiuto che solo il perdono può offrire, allora puoi diventare un promemoria per il tuo amico del fatto che entrambi avete la medesima scelta di vedere la situazione in modo diverso. E questo è tutto ciò che hai bisogno di fare. Il riconoscimento nella tua mente rinforza il potere di decisione nella mente del tuo amico riguardo a fare una scelta diversa su come percepire la situazione. A questo punto non devi occuparti di dire o fare qualcosa nei riguardi del tuo amico. Né ti devi occupare del fatto che il tuo amico sia pronto ad accettare ciò che gli stai offrendo, poiché avrai dato allo Spirito Santo l’incarico del processo di perdono, sapendo che qualunque cosa sia necessaria per la guarigione è già stata fornita.