Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 113 Perché non guadagno abbastanza?

 

D # 113: Mi sembra di avere il problema ricorrente di non guadagnare mai abbastanza o di non avere mai abbastanza lavoro per la mia attività, particolarmente in questi periodi di recessione, pur essendo un professionista altamente qualificato. Sebbene stia già praticando da anni il processo di perdonare tutto ciò – provo sempre di più la pace quando riemerge il problema – continuo ad arrabbiarmi e mi auguro di potermi liberare totalmente da questo problema affinché non si verifichi più. Dalla prospettiva di Un corso in miracoli c’è qualcos’altro che posso fare per “curare” questa tematica? Mi potrà essere di qualche aiuto guardare alla colpa o alle origini della colpa? Avete suggerimenti?

 

R: Possiamo solo fare un commento generale sul tipo di situazione che hai descritto, ciò nondimeno può essere di aiuto. Per prima cosa, lo scopo del modo è quello di essere un luogo nel quale dobbiamo risolvere un interminabile numero di problemi. E’ uno schermo fumogeno fatto per nascondere il vero problema che sta nel continuare a decidere nella nostra mente di vivere separatamente, come individui, separati da Dio, e ritenere gli altri responsabili della nostra condizione. Non importa se siamo tormentati da un unico problema ricorrente o da una miriade di problemi. I problemi sorgono nella nostra vita perché ne abbiamo bisogno – ovviamente a livello inconscio. Pertanto, se siamo inconsapevoli della vera fonte dei nostri problemi (la decisione presa nella nostra mente) è inutile sperare in una vita senza problemi: staremmo solo lottando contro noi stessi. Inoltre, parte della strategia dell’ego è di far si che continuiamo a sperare che i nostri problemi possano essere risolti e che verrà il giorno in cui si possa vivere nel mondo senza problemi. L’obiettivo di questa strategia è quello di mantenere la nostra attenzione sulla nostra vita nel mondo, perché questo assicura che non ricorderemo mai che in realtà siamo menti intente a mantenerci separate dall’unità nella quale siamo stati creati come Cristo, e che questo è solo un pensiero sbagliato e stupido contro il quale possiamo scegliere in qualsiasi momento.

In secondo luogo, l’approccio molto gentile – e pratico – del Corso nei confronti di una situazione come quella che hai descritto, è di farci imparare che la pace di Dio è dentro di noi e non può mai essere influenzata da qualsiasi cosa che sembri accadere nella nostra vita. Essere in uno stato di pace è sempre una questione di scelta. Indipendentemente da quali possano essere le circostanze della nostra vita, possiamo sempre scegliere di essere in pace. Gesù ci chiede di prenderlo come modello in questo. Nel mezzo di circostanze apparentemente ben più traumatiche, egli ha detto di non essersi visto perseguitato, e così ci sta dicendo che anche noi possiamo imparare a funzionare in quel modo (T.6.I.5,6). In un certo senso stai dicendo che sei vittima di questa situazione ricorrente nella tua vita, e tutti abbiamo situazioni come questa, in una forma o nell’altra. Quindi la prima cosa che possiamo imparare è come “disconnettere” – potremmo dire – il nostro stato interiore dalle situazioni esterne. Non è facile, ma questa è una parte essenziale dell’aspetto di addestramento della mente che il Corso propone. E’ un passo fondamentale nel processo di ristabilire il potere della nostra mente, cosa che l’ego non vorrebbe mai che facessimo.

Terzo: quando ciò che appare come situazione negativa continua a ripetersi, spesso è il caso che la persona stia proiettando la sua colpa inconscia sulla sua vita personale – molte volte viene proiettata sul corpo sotto forma di malattia – nel tentativo di punirsi ed evitare la punizione di Dio, che viene considerata come meritata ed inevitabile. Spesso un senso di infelicità o di fallimento ricorrente riflette la credenza inconscia che se non ho successo o se sono infelice Dio avrà pietà di me e non sarà severo con me quando sarà il mio turno di trovarmi davanti a Lui per rendere conto della mia vita. Così, se nelle nostre menti si è instaurata una simile credenza, allora ci dovranno essere situazioni nella nostra vita che faranno sì che siamo infelici e senza successo. Combattervi contro sarebbe controproducente. La soluzione è ovvia. Come ci ricordano costantemente le lezioni del libro degli esercizi, dobbiamo andare dentro di noi e scoprire i pensieri egoici di peccato, colpa e paura, che stanno dirigendo tutto ciò che facciamo e pensiamo come individui e riportare quell’oscurità alla luce.

L’obiettivo di questo processo, tuttavia, non è quello di liberarci dai problemi nella nostra vita, ma di imparare che è la colpa che non vogliamo, perché il dolore e l’agitazione che viene dai nostri problemi esterni non è nulla a confronto del dolore e della schiavitù della nostra colpa. Non dobbiamo cercare di cambiare nulla: dobbiamo solo guardare con l’amore di Gesù al nostro fianco il modo in cui attribuiamo costantemente la nostra infelicità ed il nostro fallimento a qualcosa di differente dalla nostra decisione e poi non giudicarci per il fatto di farlo. Questo è un passo da gigante per poter finalmente ripristinare un giorno nella nostra mente la pace di Dio che è la nostra vera eredità. Quando siamo immersi in quella pace e sappiamo che essa è l’identità che condividiamo, allora non farà alcuna differenza se i nostri affari avranno successo oppure no, così come non faceva alcuna differenza per Gesù se c’erano chiodi nelle sue mani e nei suoi piedi oppure no. Talvolta la situazione esterna cambia quando cambiamo la nostra mente, ma questo con ci interessa più, perché la nostra percezione di noi stessi e del mondo sarà completamente cambiata.