Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 098 Il Corso è “richiesto”? Che differenza farà mai?

 

D #98: Un Corso in Miracoli sembra essere molto chiaro nel dire che è importante per una persona che legge il libro (e per ogni singolo Figlio di Dio che crede di essere separato) attuare lo scopo dello Spirito Santo per il mondo e il tempo accettando l’Espiazione, cioè che la separazione non c’è mai stata e che il Figlio di Dio è uno solo (il Cristo) ed è a casa in Dio Padre.

La mia domanda è questa: sembra che, da quanto detto sopra, farà la differenza quando “Io” o “Tutti” i Figli di Dio accetteremo l’Espiazione. Altrimenti perché Gesù, lo Spirito Santo e Dio dovrebbero prendersi la briga di portare il Corso nel sogno e di lavorare con noi giornalmente nella nostra lotta per riconoscere la verità? Così, quale è questa differenza?

Mi rendo conto che il nostro Sé reale non è mai stato separato dal Padre così, in realtà, niente è mai accaduto. Tuttavia, qui c’è il Corso che ci dice che la nostra realizzazione di ciò che il Corso ci insegna è “richiesta”. Non dico questo per scherzare, ma molto sinceramente. Che differenza farà tutto questo?

 

R: Può sembrare che Gesù o lo Spirito Santo abbiano qualche investimento nella nostra accettazione del messaggio del Corso, ma questa in verità è soltanto una proiezione del nostro stesso ego. Il riferimento al fatto che il Corso sia “richiesto” (T.in.1:2) era in realtà inteso solo come messaggio per Helen quando lei si stava domandando se voleva fare quanto esso le chiedeva, anche se di fatto sapeva che esso era la risposta alla richiesta sua e di Bill di trovare un altro modo.

Potrebbe anche sembrare che Gesù e lo Spirito Santo – Dio non può essere coinvolto perché Egli è aldilà di tutte le parole e di tutti i simboli, inclusi anche gli specifici simboli del Corso (M.21.1:7) – si siano dati un gran da fare per darci il Corso e far sì che lo mettessimo in pratica, ma questa di fatto non è la realtà. Essi sono semplicemente una presenza nella nostra mente che ci ricorda l’alternativa al sistema di pensiero del nostro ego (T.5.II.7.1,2,3,4) e è soltanto la nostra mente separata che dà forma a quel richiamo in un modo che possiamo comprendere e da cui trarre benefici. Per una discussione più dettagliata su questo argomento, puoi far riferimento alla sezione “Helen and Jesus: The Illusion and the Reality” nel capitolo 17 di “Absence from Felicity” di Kenneth Wapnick [N.d.T.: solo in inglese].

Ciò nondimeno, sebbene non ci sia alcuna pressione o urgenza da parte di Gesù o dello Spirito Santo per farci seguire gli insegnamenti del Corso – essi sanno che niente qui è reale anche se noi non lo sappiamo – la tua domanda comunque richiede una risposta. Che differenza fa quando accettiamo l’Espiazione per noi stessi? L’unica differenza è riguardo alla quantità di tempo che noi passiamo nel dolore – e questa è una nostra scelta. Come osserva Gesù:  Non si perde mai nulla, se non il tempo, che alla fine è privo di significatoTuttavia, visto che tu ci credi, perché dovresti sprecarlo andando verso il nullaè davvero difficile vagare, solo e infelice, lungo una strada che non porta a nulla e che non ha scopo” (T.26.V.2:1,3,6).

E così il Corso ci offre un gentile processo di disfacimento del tempo e dei suoi effetti, senza alcuna pretesa o insistenza al riguardo.

Gesù ci offre solo e sempre un delicato incoraggiamento a guardare alle conseguenze della nostra scelta in favore dell’ego, descrivendo, in dettagli che noi possiamo sperimentare pieni di tormento, come ci infliggiamo dolore e come possiamo fare una scelta differente.