Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 588 Ho paura a lasciare questo mondo...

 

D # 588: Ho sempre pregato Dio per ottenere guida ed aiuto. Oggi penso che se Dio non ha creato questo mondo non aiuterà in questo mondo. Come pregare? Chiedo di morire? Davvero non voglio lasciare quello che ho creato, per quanto non sia perfetto in alcun modo, forma o condizione. Amo ancora le mie creazioni ed estensioni (chiamo estensioni le persone nella mia vita?). Quando mi rivolgo verso il pensiero corretto  sono terrorizzato. Ho paura del Cielo! Quanto è folle tutto questo?

 

R: Il tuo modo di pensare non è più folle del modo di pensare di tutti noi altri, ma lo è altrettanto: tutti continuiamo a volere che questo mondo sia la nostra realtà e abbiamo paura della nostra vera realtà.  Un Corso in Miracoli, tra parentesi, definirebbe tutto ciò che abbiamo fatto con l’ego come ‘le nostre malcreazioni’ (T.2.VII.3:8.9,10,11,12,13,14,15). E non è il sé che crediamo di essere qui nel mondo ad essere responsabile delle malcreazioni. Questo sé individuale è solo una delle malcreazioni della nostra mente scissa, che sembra essersi addormentata e aver sognato un mondo separato da Dio. Quindi il sé che ha bisogno di aiuto non è il sé che pensiamo di essere nel mondo, nonostante le nostre esperienze ci dimostrino il contrario, bensì la mente che si identifica con il sé illusorio e continua a negare il suo vero potere di creare estendendo l’amore, cosa che non ha nulla a che vedere con qualsiasi cosa ci sembri di sperimentare qui nel mondo. Quindi cercare la morte del sé illusorio che crediamo di essere non risolverebbe un bel niente, in quanto la morte di un’illusione non fa nulla per cambiare la nostra mente, che è la fonte dell’illusione.

Hai ragione quando giungi alla conclusione che Dio non ha nulla a che fare con questo mondo in quanto non ha preso parte alla sua formazione. Ma questo non significa che siamo privi di una Fonte di Aiuto – lo Spirito Santo – Che rappresenta l’Amore di Dio per noi finché crediamo di essere qui. Il punto è che il vero aiuto che Egli ci offre non ha niente a che fare col cambiare qualsiasi cosa del nostro mondo illusorio e delle nostre circostanze personali.  È piuttosto un aiuto per ridurre le paure che abbiamo di ricordare chi siamo veramente. E tale aiuto è chiamato perdono, che è semplicemente un processo per riconoscere che non sappiamo realmente cosa sta accadendo, in quanto non sappiamo nemmeno chi siamo! E quindi Gesù dice che: "l’unica preghiera significativa è per il perdono" (T.3.V.6:3).

Praticamente questo significa che ogni qualvolta ci troviamo a voler giudicare una persona, una situazione o una circostanza, la nostra preghiera dovrebbe semplicemente consistere nel chiedere aiuto alla parte della nostra mente – lo Spirito Santo o Gesù – che sa qual è il vero problema: ci siamo addormentati e stiamo sognando un mondo che non ha nulla a che fare con chi siamo realmente. E ogni volta che lo facciamo la nostra paura si riduce un po’ di più, il mondo sembra un pochino meno serio in quanto questo è il sogno felice, il nostro sonno non è più così profondo, e diventiamo un pochino più disposti ad ascoltare la Chiamata al risveglio (T.5.II.10:4,5; T.27.VII.14).