Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 621 Le circostanze tengono me e mia moglie separati. Come dovrei affrontare questa cosa?

 

 D #621: Io e mia moglie siamo entrambi nell’esercito. Ci siamo sposati lo scorso luglio e da allora non siamo riusciti a passare insieme più di un mese in totale, perché ho appena trascorso alcuni mesi in Corea. Sono ritornato a novembre, ma ci hanno stanziati lontani l’uno dall’altra nel periodo precedente il suo invio in Iraq a gennaio, il giorno prima del suo compleanno.

 

Ho fatto di tutto per essere mandato là e stare con lei, ma semplicemente non accadrà. Tuttavia mi è stato detto che fra un paio di mesi andrò in Afghanistan... dove è molto più pericoloso e la mia sicurezza non è garantita. Mio padre, che mi ha introdotto a Un Corso in Miracoli, mi dice semplicemente di sorridere perché tutto è come dovrebbe essere. Sono così frustrato ed arrabbiato per l’attuale situazione e non so chi dovrei perdonare. Io e mia moglie siamo entrambi studenti degli insegnamenti di Gesù, ma non ci sembra di capire perché il nostro amore venga continuamente messo alla prova. Adesso è passato molto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti e questo è un fardello costante per entrambi. È stata una continua battaglia con l’esercito da quando ci siamo sposati. Perché mi sento come se venissimo attaccati? Qual è il vostro consiglio per noi?

 

R: Sebbene il Corso ci ricordi che non c’è gerarchia tra le illusioni (T.26.VII.6:5), questo non significa che non faremo esperienza di alcuni momenti e circostanze della nostra vita come maggiormente difficoltosi, frustranti e dolorosi di altri. Tuo padre aveva buone intenzioni, ma il suo consiglio non è strettamente in linea con gli insegnamenti del Corso. Solo tramite il perdono possiamo essere certi di essere dove dobbiamo essere – nella nostra mente corretta – per imparare le lezioni di perdono che ci siamo assegnati ad un livello col quale raramente siamo in contatto. E non possiamo forzarci a sorridere di noi in situazioni nelle quali ci sentiamo ancora trattati ingiustamente e vittimizzati.

Pertanto essere onesti con se stessi, come stai facendo tu, su come ci si sente – non negando quella che sembra nel complesso essere un’ingiustizia – è un primo passo importante. Ma ovviamente non vogliamo fermarci qui. La risposta alla tua domanda sul non sapere chi dovresti perdonare è di fatto la chiave. In quanto il Corso ci dice che abbiamo bisogno unicamente di perdonare noi stessi. Dobbiamo perdonarci per credere di poter essere privi d’amore. E talvolta in modi sottili, altre volte con modalità più lampanti, le nostre vite sono impostate in base ad una nostra scelta inconscia per dimostrare a noi stessi che non avremo mai l’amore di cui abbiamo bisogno e che meritiamo.

Le vostre ripetute separazioni forzate devono certamente rinforzare una credenza del genere, che è condivisa da tutti noi che ci troviamo qui nel mondo.

Molte volte ci troviamo in situazioni in cui semplicemente non siamo in controllo di ciò che ci accade. L’esercito potrebbe esserne un esempio primario.  Ma l’unica scelta che abbiamo sempre, indipendentemente dalle circostanze esterne, è quale insegnante sceglieremo come nostra guida nell’interpretazione di ciò che ci accade. Se scegliamo l’ego crederemo di essere la vittima delle scelte altrui, che ci privano della nostra felicità. Se scegliamo Gesù come nostro insegnante esprimeremo una disponibilità ad imparare che l’amore e la pace che vogliamo sono sempre a nostra disposizione nella nostra mente, indipendentemente dalle circostanze esterne. Non è una lezione facile da imparare e la nostra vita è stata impostata in modo da dimostrare esattamente l’opposto, ma la disponibilità a considerare tale possibilità apre almeno una crepa verso un’esperienza diversa. È del tutto naturale che desideriate stare insieme, ma il non essere insieme fisicamente non significa che non continuiate ad esserlo nei pensieri nella vostra mente. E il Corso ci dice che la mente è dove si può trovare l’unica esperienza genuina di unione (T.18.VI.11,12,13,14). Nei momenti in cui ti darai il permesso di sperimentare questa differente esperienza che trascende il tempo, lo spazio e il corpo saprai che non puoi mai essere privato di ciò che vuoi davvero, indipendentemente da dove ti trovi. E con il passare del tempo, con la pratica, questa consapevolezza potrà crescere nella tua esperienza fino a che non vorrai null’altro.(L.pI.231.1).