Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 687 Quale potrebbe essere il miglior tipo di ministero per un devoto del Corso?

 

D # 687: Sono uno studente di Un corso in miracoli da un anno e mezzo. Studio parecchio altre religioni nello sforzo di comprendere meglio gli altri, cerco una connessione e una base comuni e trovo ciò che sembra più “giusto” per me. Sono arrivato a realizzare che c’è un certo numero di religioni basate sulla metafisica, come la Chiesa Scientista, il Nuovo Pensiero, la Unity Church e la Scienza Religiosa. Mi chiedo quale religione organizzata vedete più vicina e maggiormente identificata con gli insegnamenti del Corso. Sento che il mio scopo, o chiamata, è verso il ministero, ma non nel senso tradizionale. Potete darmi un qualsiasi suggerimento sulla direzione da prendere?

Leggo anche molti autori che scrivono dalla prospettiva del Corso ed ho delle reazioni mutevoli riguardo ai loro insegnamenti. Come si può essere certi che un insegnante che proclama di comprendere il Corso abbia la corretta interpretazione, considerando che in tanti hanno interpretato la Bibbia in modi opposti?

 

R: Sebbene, come osservi, condivida alcuni principi comuni ad altri insegnamenti religiosi, il Corso ha in realtà il suo contributo unico da offrire per facilitare il raggiungimento dell’obiettivo di qualsiasi vero insegnamento spirituale: condurci lungo il sentiero che porta all’assenza di ego. E così il nostro suggerimento è che potrebbe essere più utile comprendere come esso differisca dagli altri insegnamenti – affinché si possa fare una scelta consapevole sull’opportunità di abbracciare questo percorso – piuttosto che identificare le sue similarità con essi.

Così mentre per esempio condivide un’enfasi sul perdono con molti altri insegnamenti, incluso il Cristianesimo e le religioni metafisiche che citi, il Corso definisce il perdono e la sua pratica in un modo unico, basato sui principi metafisici che il mondo e il sé che pensiamo di essere sono simboli illusori e proiettati di colpa (L.pII.1).  E sebbene condivida con altri percorsi un presupposto di base sulla supremazia della mente, il suo scopo nel comprendere il “potere” che la mente ha di manifestare nella forma non è per accedere a quel potere al fine di controllarlo, quanto piuttosto per dimostrare quanto alla fine siano dolorosi i risultati se il potere è guidato dal credere nel bisogno e nella limitazione. E mentre condivide con altre spiritualità, comprese alcune religioni occidentali e gli insegnamenti della New Age, la premessa di base che il mondo è un’illusione, il Corso non attribuisce alcuno scopo divino all’illusione ed offre una spiegazione unica all’origine del mondo: che è il risultato di una cospirazione basata sull’ego e istituita in opposizione a Dio, compreso un apparente attacco all’amore al fine di escluderlo dalla mente ed escludere la mente da esso (L.pII.3).

Il Corso è anche unico tra le spiritualità del mondo per come unisce l’aspetto pratico a quello sublime in un tutto meravigliosamente integrato che non ci permette mai di dimenticare dove siamo diretti e allo stesso tempo non ci chiede di negare dove crediamo di essere. Fa questo tramite il suo uso di una raffinata comprensione psicodinamica del sistema di pensiero dell’ego – attingendo alle intuizioni della psicologia Freudiana con la sua analisi di colpa, negazione e proiezione così come agiscono nelle nostre relazioni speciali – presentata all’interno del contesto senza compromessi della sua metafisica non dualistica, che sostiene che il pensiero di separazione, come tutte le sue apparenti conseguenze, è un’illusione.

In risposta alla tua sensazione di essere chiamato ad un ministero non tradizionale, il Corso offre una prospettiva relativamente unica anche su questo (M.in.1). Non sosterrebbe mai alcun ruolo specifico per chiunque di noi nel mondo, ma ci chiederebbe piuttosto se stiamo dimostrando i suoi principi di perdono col modo in cui viviamo la nostra vita, qualsiasi cosa stiamo facendo. E questa dimostrazione non ha nulla a che fare con le nostre parole ed azioni, mentre ha molto a che fare con i pensieri e gli atteggiamenti sottostanti.  Scegliamo in ogni momento di ricordare che la felicità e la pace genuine vengono solo dal riconoscimento del nostro interesse condiviso con tutti i nostri fratelli e sorelle, invece che dal credere in interessi separati competitivi basati sul soddisfare i nostri bisogni personali? E il modo in cui ricordiamo è diventare vigili nei riguardi di tutte le motivazioni del nostro ego così da poterle riconoscere e poi scegliere che un insegnante diverso, lo Spirito Santo, guidi il nostro pensare. E questo è il ministero più potente che possiamo abbracciare, perché servirà come promemoria per tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle che la stessa scelta in favore della pace risiede anche dentro la loro mente.

Gesù ci invita ad essere parte del suo ministero condividendo la sua pace. Con le sue stesse parole “Non insegnare che sono morto invano. Insegna piuttosto che non sono morto dimostrando che vivo in te” (T.11.VI.7:3,4). E noi lo dimostriamo riconoscendo che la nostra sola responsabilità è scegliere il perdono. L’estensione della pace che fa seguito a questa scelta non ci riguarda (T.16.II.1:3,4,5). Non siamo noi quelli che estendono la pace o persuadono gli altri a cambiare la loro mente. E’ lo Spirito Santo che lo fa tramite noi, quando noi siamo disposti ad essere i Suoi strumenti. E di nuovo diventiamo i suoi canali facendoci da parte, tramite la pratica del perdono.

Per quanto riguarda il discernere gli insegnanti genuini del Corso, è sempre il contenuto sottostante a definire il reale insegnante, indipendentemente dalla forma specifica che presenta. Proprio come abbiamo mostrato che la natura di un reale ministero non debba essere definita dagli aspetti esterni ma dal sottostante pensiero di perdono, così qualsiasi autentico insegnante del Corso si impegnerà ad essere coerente attraverso ogni livello del pensiero, con disponibilità a staccarsi dall’ego in ogni momento e a permettere che l’amore e la gentile saggezza dello Spirito Santo fluiscano tramite lui. Questo potrà non essere per noi facile da discernere poiché, fintanto che restiamo identificati con il nostro ego, le nostre proiezioni di colpa interferiranno. Ma nella misura in cui continuiamo ad essere disposti a riconoscere il nostro ego, possiamo aver fiducia che ci sarà sempre più facile accedere alla capacità di discernere l’aiuto di cui abbiamo veramente bisogno (es.: T.11.V). Il vero insegnante sarà sempre colui che ci dirigerà verso il nostro Insegnante interiore, senza alcun interesse nello stabilirsi egli stesso come nostro insegnante.