Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 772 E’ possibile che la guida dello Spirito Santo sembri irrazionale?

 

D # 772: Mi stavo chiedendo se sia possibile che la guida dello Spirito Santo non abbia alcun senso razionale per noi. Sento di essere guidato verso un lavoro che mi paga meno soldi di altri che mi sono stati offerti. Ora, sono un avido lettore di parte del tuo materiale e in Le domande più comuni su Un corso in miracoli dici che è importante avere del “buon senso” nella mente quando si pratica il Corso. Ora il buon senso mi direbbe che la migliore strada da prendere sia quella di un lavoro meglio pagato che aiutasse a rendere più facile la mia vita finanziaria. E’ possibile che la guida dello Spirito Santo possa non aver senso per noi in un dato momento?

 

R: L’uso della ragione è una facoltà dell’intelletto, che non è la casa dello Spirito Santo. Egli dimora nella mente, non nel cervello, ed è il simbolo della parte della mente che ricorda la verità. Lo Spirito Santo riflette un sistema di pensiero che è al di fuori del tempo e dello spazio. Quindi possiamo dire che lo Spirito Santo non è mai “razionale”. Il Suo obiettivo in Un corso in miracoli è la guarigione nella nostra mente del pensiero di separazione, quindi la Sua guida ci conduce alla nostra mente, dove scegliamo di identificarci con Lui o con l’ego. Non si focalizza sul comportamento, o su decisioni prese al livello della forma. Questo riflette la distinzione importante che il Corso fa tra forma (il corpo/comportamento) e il contenuto (la mente).

Nel testo Gesù ci da il suo approccio di buon senso in merito alla soluzione dei problemi: “In ogni situazione in cui sei incerto, la prima cosa da considerare, molto semplicemente, è: “Cosa voglio ottenere da questa cosa? Qual è il suo scopo?” La chiarificazione dell’obiettivo appartiene all’inizio, perché è questa che determinerà il risultato” (T.17.VI.2:1,2,3). Questo focalizza la nostra attenzione sul contenuto mentre si affronta la situazione come la percepiamo nella nostra esperienza. Nel farci la domanda che Gesù suggerisce, ci sono due obiettivi tra cui scegliere: rafforzare il credere o nel messaggio di separazione dell’ego o nel messaggio di guarigione dello Spirito Santo. La scelta in favore della guarigione significa essere disposti a riconoscere tutti i pensieri paurosi ed i giudizi (confusione, incertezza, aspettative, bisogni percepiti) che sono coinvolti nel prendere le decisioni nel mondo. Essi ci riflettono di rimando tutta la prospettiva dell’ego, rivelando che è stata fatta una scelta in favore della separazione cosicché possiamo fare un’altra scelta. In questo modo ciò che sembrava essere semplicemente un’opportunità di carriera diventa un’opportunità di imparare a perdonarci per la nostra scelta sbagliata. Una volta che è avvenuto lo spostamento verso il programma di studi dello Spirito Santo (contenuto), l’opzione di lavoro può essere presa in considerazione senza la pressione di credere che la salvezza dipenda da uno qualsiasi dei lavori. Allora si può applicare il buon senso che appartiene al livello della forma, mentre la mente resta in pace.

Se l’obiettivo in ogni cosa è imparare le lezioni di perdono dello Spirito Santo, anche quando una scelta al livello della forma sembra essere un errore (il lavoro non è quello che pensavamo, lo stipendio sale o scende, i benefici vanno e vengono, ecc.), il contenuto della mente non è alterato, né la sua pace è disturbata. Per l’ego questo è davvero irrazionale. Ogni situazione diventa un’aula scolastica che serve l’obiettivo di guarigione. Così, seguendo la guida dello Spirito Santo è possibile restare in pace qualunque sia il lavoro che si sceglie. Come dice Gesù nel testo: “Ciò che [lo Spirito Santo] ti mette in grado di fare [cambiare la nostra mente in merito allo scopo di ogni cosa] chiaramente non è di questo mondo, perché i miracoli violano ogni legge della realtà per come la giudica questo mondo. Ogni legge di tempo e spazio, di grandezza e massa viene trascesa, perché ciò che lo Spirito Santo ti mette in grado di fare è chiaramente al di là di ciascuna di esse” (T.12.VII.3:2,3).