Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 893 Sul dormire, sognare, osservare e risvegliarsi

 

D # 893 Che siamo “addormentati” e  stiamo sognando per me ha senso. Comprendo che non sono solo nella creazione di questo sogno e il me reale non è ciò che io penso sia. Sento che sto facendo un progresso reale.

Poi c’è il concetto di “essere da qualche parte” – che comprendo essere un’idea limitata dal necessario uso del linguaggio spazio temporale causato dal credere nella separazione. E ogni vita è già finita, così la stiamo solo rivedendo.  Di fatto non siamo addormentati, siamo in uno stato fuori dal tempo. E siamo forse affascinati dalla colpa, o dalla dipendenza, o da cosa,  che provoca questo continuare a rivedere in modo compulsivo ciò che è già finito? E’ come volersi rituffare in un sogno quando incominci a risvegliarti al mattino? Se siamo l’osservatore, colui che dorme e colui che rivede il sogno, non c’è effettivamente alcun nel sogno? Quindi non è tanto che “siamo tutti uno” qui, ma che il nostro Sé è uno e non c’è nessuno qui? Ho avuto un flash che questo è vero, ma poi mi sono spaventato o eccitato ed ho perso il filo.

Così è forse vero che ci sono solo due schemi, come pensieri ristrutturanti schemi di energia che creano le proiezioni: quello dello Spirito Santo e quello dell’ego? Ed è quell’instillare quei due film nell’identità che fa diventare l’osservatore, colui che dorme e il sognatore? E identificandoci con il sistema di pensiero che ha la vibrazione più vicina a quella reale, incominciamo a risuonare con l’osservatore e ricordiamo che in realtà non siamo nel sogno?

 

R: Hai ragione: non c’è alcun sé nel sogno, solo immagini proiettate con le quali ciascuno di noi ha scelto di identificarsi. E il sé frammentato o mente che ha scelto di identificarsi solo con una certa immagine nel sogno è semplicemente un aspetto dell’unico sé che tutti noi condividiamo. Tuttavia, quel sé che tutti noi condividiamo non è il vero Sé, ma il sé illusorio della mente separata, l’osservatore a cui hai fatto riferimento sopra. E’ questo sé, fuori dal sogno di tempo e spazio, che Un corso in miracoli ci chiede di riconoscere sempre più come nostra identità, tramite la pratica del perdono. Questo sé ha la scelta o di continuare ad identificarsi con il falso sistema di pensiero dell’ego di peccato e colpa, o con il vero sistema di pensiero di perdono e pace dello Spirito Santo: i due schemi di energia a cui hai fatto riferimento. Il sistema di pensiero dello Spirito Santo è ancora illusorio, perché è la correzione delle bugie e dell’inganno dell’ego, ma è un riflesso dell’unità del nostro vero Sé, che non è stato assolutamente intaccato dalle immaginazioni della mente separata.

La ragione della “riedizione compulsiva” dalla prospettiva del sistema di pensiero dell’ego è che l’identificarci con il personaggio del sogno e assaporare i nostri vari ruoli nel sogno è quanto ci mantiene inconsapevoli che siamo una mente che rivede il tutto e non il personaggio che agisce nel sogno. Questa confusione garantisce che la separazione non venga guarita, poiché manteniamo la nostra attenzione sul sogno proiettato, dove non può essere effettuato alcun cambiamento, anziché sulla parte della mente che proietta, dove può essere fatta una scelta diversa. In altre parole, vogliamo rimanere identificati con l’ego e vogliamo mantenere la separazione (T.4.VI.4:2,3,4; T.13.III.2:5), e rivedere ciò che è già finito e passato mantiene semplicemente vivo nella nostra mente il sistema di pensiero che soggiace quei sogni, senza una evidente opportunità di fare una scelta diversa.

Rinforziamo la nostra identificazione con il ruolo dell’osservatore nella mente tramite la pratica del perdono, che è semplicemente il lasciar andare i nostri giudizi. Il giudizio ci mantiene radicati nella ripetizione, credendo che qui accada qualcosa di importante e significativo, con qualche risultato da preferire sugli altri. Quindi fintanto che diamo valore ai nostri giudizi, daremo valore al sogno, e non saremo aperti al processo del risveglio. E mentre temiamo il risveglio, il nostro penetrare nell’irrealtà di questo mondo può essere sia eccitante che spaventoso.