Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 954 Com’è possibile che ci sia un qualsiasi vero percorso diverso dal Corso?

 

D #954: Un corso in miracoli afferma che è solo uno dei molti percorsi che conducono a casa. Tuttavia ho sentito che il solo modo per tornare a casa è abbandonare il sogno. Ma siccome nessun altro percorso dice che questo mondo è un sogno, o spiega come siamo arrivati qui, o il sistema di pensiero dell’ego, o parla della colpa ontologica, o che il corpo non esiste, o che c’è solo uno di noi qui e non miliardi e miliardi, ecc., ecc., come può esserci in realtà un qualsiasi altro percorso che ci conduce alla pace e poi a casa? La metafisica è così essenziale che, secondo la  mia opinione, il Corso è la sola via che conduce a casa. Per favore spiegate a quale altro percorso il Corso fa riferimento con la succitata affermazione. E possiamo davvero arrivare a casa senza comprendere la nostra psicologia e perché agiamo come agiamo? Mi sembra che il Corso sia stato scritto perché nessun altro percorso ci aveva risvegliato a queste idee.

 

R: Hai ragione nell’affermare che la metafisica e la psicologia di Un corso in miracoli sono uniche. Ed è quasi inevitabile che se il Corso ti parla ti sembrerà che sia la sola via possibile per giungere a casa. Ma i seguaci della maggior parte di altri percorsi asserirebbero esattamente le stesse cose – e, come attesta la storia del mondo – spessissimo lo fanno in modo poco gentile davvero. La certezza che il nostro sia il solo e unico modo è il risultato della confusione tra forma e contenuto.

Quando consideriamo i percorsi spirituali, potremmo pensare al contenuto come sinonimo dello scopo o dell’obiettivo, e alla forma come al metodo per raggiungere quell’obiettivo. Il Corso ci dice che l’istante santo, la relazione santa e l’insegnamento dello Spirito Santo “non sono altro che aspetti del piano per cambiare i tuoi sogni di paura in sogni felici, dai quali ti svegli facilmente alla conoscenza” (T.18.V.1:4). Effettivamente questa è una eccellente sommatoria dello scopo del Corso stesso. Cerca di aiutarci a spostare la nostra mente dalla nostra colpa immaginata (simboleggiata nel Corso dall’ego) al ricordo dell’Amore omnicomprensivo di Dio (simboleggiato nel Corso dallo Spirito Santo). All’interno di questo mondo sognato, una volta che abbiamo fatto quel cambiamento, passeremo dal proiettare ovunque la colpa all’estendere l’amore. Come e quando quel cambiamento ci porta a risvegliarci dal sogno non è qualcosa di cui noi dobbiamo occuparci, né è qualcosa di cui si occupa il Corso – che ci dice che Dio Stesso sarà responsabile del passo finale (T.18.IX.10).

Il Corso, allora, non è la nostra via verso casa. Piuttosto è uno strumento per creare le condizioni nella nostra mente con cui possiamo trovare la nostra via verso casa. Mentre il Corso può condurci alla verità, non dovremmo confondere le sue parole, la sua metafisica e la sua psicologia con la verità stessa. Come dice il Corso: “le parole non sono altro che simboli di simboli. E quindi sono doppiamente lontane dalla realtà” (M.21.1:9,10). Così, mentre l’amore che ha ispirato il Corso è reale, ad un certo punto dobbiamo renderci conto che il Corso stesso è parte dell’illusione.

Se è la parte dell’illusione che ci aiuta a risvegliare ciò che sta oltre l’illusione, allora questa è una cosa meravigliosa. Ma questo non significa che sia la sola cosa in questo sogno che possa servire quello scopo, e che servirà questo scopo per chiunque. Per alcuni, la spiegazione che il Corso fornisce in merito a come siamo arrivati qui e perché facciamo quello che facciamo può non avere assolutamente senso. Ma questo di certo non significa che non possono risvegliarsi all’Amore di Dio. Una persona può fare un’esperienza della mente corretta mentre legge il Corso, mentre guarda un tramonto, o legge la Bibbia, sfoglia l’agenda telefonica, nel bel mezzo di una zona di guerra o in una miriade di altri scenari. Questo è il motivo per cui il Corso afferma che ci sono “molte migliaia di altre forme, tutte con lo stesso risultato” (M.1.4:1,2). In affermazioni come questa, Gesù sta in realtà dicendo che la forma è irrilevante – è il significato, o lo scopo, a cui diamo la forma che interessa. Pertanto Gesù non si sta riferendo ad altre forme specifiche. Sta piuttosto riconoscendo che il prerequisito al risveglio non è dato da una qualsiasi conoscenza, forma o modo di vedere specifico, ma piuttosto da una singola decisione. E ciò che porta tutti gli altri a prendere quella decisione, o il perché, è al di là della nostra comprensione e non ce ne dobbiamo occupare.

A questo proposito è utile ricordare che “Un insegnante di Dio è chiunque scelga di esserlo. I suoi requisiti consistono unicamente in questo: in qualche modo, da qualche parte, egli ha fatto una scelta deliberata in cui non ha visto i propri interessi separati da quelli di qualcun altro” (M.1.1:1,2).