Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1001 Tutto ciò che conosco è solitudine e dolore. Il Corso promette la pace, ma come la trovo?

 

D #1001: Mi sono ritirata da scuola alle superiori. Ho fatto un ego che non è mai stato in grado di vivere una vita adulta. Mi sento così isolata e incapace di cambiare la solitudine, che voglio morire. Nei miei 55 anni ho fallito in ogni cosa che ho cercato di fare. La malattia mentale e disturbi emozionali sono stati  la mia vita e non vedo speranza per uscire da questo inferno vivente. Ma questo è solo l’ego che ho fatto io. Gesù dice che potrei vedere pace invece di questo perché io non sono questo ego sciagurato! Lo so intellettualmente, ma non fa alcuna differenza: non pone fine al dolore. Potete per favore indicarmi la giusta direzione mentre cerco di accettare l’aiuto di Dio e provare pace?

 

R: Ti può dare un po’ di consolazione il sapere che non sei sola. Il dolore che descrivi è l’esperienza inevitabile di tutti quando la mente sceglie di credere che la separazione da Dio sia possibile e sia stata compiuta. L’angoscia viene spesso negata, coperta e camuffata, ma è universale per tutti coloro che sono separati. Il dolore della separazione non può essere lasciato andare con la comprensione intellettuale della sua origine che è insegnata nella metafisica di Un corso in miracoli. Di fatto, usare i principi del Corso per cercare di schiacciare la morsa del dolore serve solo ad esacerbare il problema. Gli insegnamenti del Corso devono essere applicati dolcemente, incominciando dalla gentile accettazione di se stessi, indipendentemente da come può apparire il bagaglio dell’ego nella propria vita. Il messaggio di perdono del Corso è che il pensiero di separazione non è un peccato, qualunque forma assuma, e chiunque venga qui a cercare ciò che qui non si può trovare non è un peccatore.

Gesù riconosce i sentimenti che la separazione genera quando ci dice nel libro degli esercizi: “Tu pensi di essere la dimora del male, dell’oscurità e del peccato. Pensi che se qualcuno potesse vedere la verità su di te proverebbe repulsione, ritraendosi da te come se fossi un serpente velenoso. Pensi che se ciò che è vero su di te ti fosse rivelato, saresti colpito da un orrore così intenso che correresti a procurarti la morte con le tue stesse mani, essendo impossibile vivere dopo aver visto ciò” (L.pI.93.1:1,2,3). Nota che egli non dice alcuni di voi possono pensare questo. Queste parole si applicano egualmente a coloro che, secondo i termini del mondo, si vedono come fallimenti e a coloro che si considerano di grande successo. Tutti hanno questo pensiero segreto (o non così segreto) in merito a se stessi. Le parole chiave in questa affermazione sono: “pensi di essere…”. Gesù non sta dicendo che siamo queste cose, ma riconosce, senza giudizio, che noi ci percepiamo in questo modo. Questa è una distinzione molto importante ed un passaggio molto importante. In esso troviamo il riconoscimento della condizione in cui sembriamo trovarci, la sua accettazione come nostra esperienza e, ancora più importante, nessun giudizio al riguardo. Questo è uno dei molti modi in cui Gesù ci offre un modello per il nostro apprendimento. Egli fa ciò che ci chiede di fare: guarda onestamente come ci sentiamo davvero, accetta che queste sono le nostre sensazioni e non le giudica come peccaminose. La vera angoscia non viene dall’essere un fallimento nel mondo, ma dal giudizio che questo fallimento sia la prova che siamo miserevoli peccatori che meritano di morire. E’ sempre l’interpretazione di una situazione che le dà significato. Queste interpretazioni sono ciò che Gesù ci chiede di mettere in dubbio cosicché possiamo determinare se abbiamo scelto di pensare con l’ego, che riempie la nostra vita di conflitto, o con lo Spirito Santo, Che ci colma di pace. Trovare la pace richiede, dunque, disponibilità a scambiare la percezione dell’ego con quella dello Spirito Santo, il che implica disponibilità a lasciar andare l’interpretazione dell’ego.

Lo Spirito Santo stabilisce un modello per il successo e per il fallimento in diretta opposizione a ciò che l’ego insegna. Il mondo ci bombarda di messaggi che possiamo, e dobbiamo, trovare la felicità in questo mondo e il nostro successo viene misurato con questa felicità. I nostri giudizi contro noi stessi si fondano su questa credenza. Il Corso insegna che questo sistema di credo è rovesciato e si basa sul credere che la separazione non solo è avvenuta, ma che è stata un successo schiacciante. L’ego vede l’angoscia mentale ed emozionale come un fallimento; lo Spirito Santo la vede, come vede ogni aspetto della nostra vita, come un’aula scolastica in cui reinterpretare ogni cosa secondo il Suo messaggio. Egli ci insegna che la malattia di cui tutti soffriamo è nella mente che crede di essere un corpo che soffre emozionalmente e psicologicamente perché si identifica con il pensiero di separazione. Il problema non è che pensiamo cose mostruose su di noi, ma che crediamo che esse siano vere, le prendiamo seriamente e, cosa ancora più significativa, le giudichiamo come peccaminose. L’ego ci dice che chi è mentalmente malato si trova all’inferno più di chi è emozionalmente equilibrato. L’inferno è inferno. Mentre il mondo offre molti differenti cerotti con l’illusione che allevino il dolore della separazione, nessuno di essi contribuisce alla vera guarigione. Una vita di successo non porta la guarigione, e l’angoscia emozionale non la impedisce. Il solo modo per porti nella direzione della pace è che tu sia disposta ad accettare che ciò che credi in merito a te stessa non è vero e a porre la tua fede nella pratica del perdono come il Corso insegna. Nel testo Gesù ci richiama dolcemente alla fede: “Abbi fede in questa cosa soltanto, e sarà sufficiente: Dio vuole che tu sia in Cielo e nulla può tenerti lontano da ciò, o tenere ciò lontano da te. Le tue più sfrenate malpercezioni, le tue più bizzarre immaginazioni, i tuoi incubi più neri, non hanno alcun significato. Non prevarranno contro la pace che Dio vuole per te” (T.13.XI.7:1,2,3).

Se il dolore e la miseria della tua vita ti hanno portato agli insegnamenti del Corso, essi hanno servito uno scopo utile. Rimane solo la scelta di accettare la speranza che offre facendo il primo piccolo passo nel riconoscere che la mente che ha scelto la devastazione può fare una scelta diversa. Siccome l’ego ti ha deluso, ora hai l’opportunità di avere successo perseguendo il programma di studi dello Spirito Santo con una mente aperta. Questo richiede solo che tu consideri che forse ti sei sbagliata in merito a chi sei, forse non sei un fallimento disperato, e forse lo Spirito Santo ha ragione. Ti sei già posta nella giusta direzione cercando il messaggio di Gesù nel Corso e perciò “Non sei più interamente folle, e non sei più solo” (T.17.VII.10:2). Questo di per sé non è una piccola consolazione.