Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1057 Come posso guarire la mia abitudine di giudicare gli altri?

 

D #1057: Recentemente sono diventato consapevole che ho un sacco di risentimento contro i bianchi. Penso persino che questo possa avere radici nelle vite passate! Ogni volta che penso di essere in pace o smetto di giudicare quello che vedo come madornale insensibilità o aperta ostilità, avvengono cose che mi riportano immediatamente al punto di partenza. Quando chiedo a Gesù in merito, tutto quello che sembra venirmi in mente è l’idea che non dovrei giudicare, tuttavia non dovrei neppure ignorare beatamente questi comportamenti. Allora divento “furioso” perché è come guardare un colpevole che persiste senza che venga fatto ricorso alla giustizia! Che ci crediate o no, mi piacerebbe proprio guarire questa cosa. Avete dei suggerimenti?

 

R: Un ultimo pezzo che puoi aggiungere alle eccellenti idee che già hai – non giudicare e non negare – è diventare consapevole del costo che c’è nel giudicare, un tema prominente in Un corso in miracoli. Quando si giudica, si può provare temporaneamente la bella sensazione di avere ragione e di essere la persona innocente: ma non si è veramente in pace. La pace dell’ego non dura mai, il che ti dice che non è la pace di Dio. Puoi quindi ricordarti, quando sei tentato di giudicare, o persino dopo esserti impegnato in un massacro di giudizio, che stai scegliendo di privarti del dono di Dio di pace eterna vedendo gli altri come peccatori. Non c’è dubbio che le persone fanno e dicono cose molto odiose, ma perché questo deve evocare una risposta di condanna e rabbia? Questo può accadere solo se hai già preso la decisione di gettare via la pace che è la tua eredità naturale: e lo farai solo se valuterai di più qualcos’altro. Se hai visto chiaramente questo processo, dovresti chiederti cosa è più importante per te dell’essere come Dio ti ha creato. Le risposte potrebbero essere illuminanti, ma avranno sempre qualcosa a che fare con il voler preservare la tua individualità e, tramite la proiezione, col liberarti dal senso di peccato e colpa associati ad essa.

Questo approccio sarà molto più benefico del limitarti a diventare furioso perché persisti nell’essere colpevole, perché perché diventare furioso con te stesso è di per sé un giudizio  e, come sai, non è possibile superare un giudizio giudicando. Così devi semplicemente guardarti mentre soccombi alla stessa tentazione e poi, invece di infuriarti  con te stesso prendi semplicemente atto che questo ti costa la pace di Dio e che tu sei disposto a pagare quel prezzo per avere ragione e denunciare i “cattivi”. Separarti dagli altri in quel modo porta solo alla colpa e alla infelicità, mai alla pace. Ma questo ti rende solo un Figlio di Dio che si è sbagliato, e non un peccatore. L’odio è una richiesta di amore: la richiesta di tutti.