Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1094 Il Corso sembra “lasciare in sospeso”.

 

D #1094: Sono colpito dal fatto che nello studiare e praticare Un corso in miracoli si possa essere così soverchiati da quanto viene fuori che rimangono poco tempo, poca energia o motivazione per fare altro. La vita diventa un grande lavorio per affrontare tante cose: c’è poco tempo per il divertimento ed è impossibile guadagnare il denaro necessario per pagare la terapia di cui c’è bisogno e talvolta è insufficiente persino per mangiare! Questa è stata la mia esperienza. La mia domanda è se c’è una qualche via d’uscita da questo tipo di circolo vizioso. Il Corso sembra essere inefficace nel sostenerci durante il processo di attraversamento di quanto emerge. Lascia in sospeso in mezzo al caos senza alcun reale sostegno pratico.

 

R: Ciò che forse stai dimenticando è che hai solo bisogno di guardare le “cose” senza giudicarti per esse: non devi fare niente al riguardo, nel senso di cercare di cambiarle: “Il perdono … è quieto e tranquillamente non fa nulla… Semplicemente osserva, aspetta e non giudica” (L.pII.1.4:1,3). L’idea è di imparare che il solo problema è la nostra decisione di scegliere l’ego come nostro insegnante anziché lo Spirito Santo, decisione che facciamo nel presente e quindi può essere cambiata nel presente. Quando il tuo processo diventa “un lavorio” probabilmente stai dando all’ego una realtà che non ha. Esso non ha potere di per sé: “Solo la tua alleanza con esso dà all’ego un qualsiasi potere su di te” (T.4.VI.1:2).

Inoltre probabilmente stai anche dimenticando di guardare quello che emerge con l’amore di Gesù al tuo fianco. Qui è dove si trova il conforto, perché egli sa che è tutto inventato e non ha alcun effetto sul suo amore per te, e che tu rimani come Dio ti ha creato. Così, tutto quello che dobbiamo “fare” è portare l’oscurità alla sua luce, dove semplicemente scomparirà: “[Il perdono]non favorisce le illusioni, ma le raccoglie con leggerezza, con un lieve sorriso dolcemente le depone ai piedi della verità. E lì esse scompaiono completamente” (L.pI.134.6:2,3). Quando le nostre “cose” diventano troppo pesanti e senza fine, ci stiamo dimenticando che, nel contenuto, tutto è la stessa cosa e che, alla fine, è solo un riflesso della “minuscola, folle idea della quale il Figlio di Dio non si è ricordato di ridere” (T.27.VIII.6:2). Sebbene il sistema di pensiero dell’ego possa sputare alcune cose piuttosto esecrabili, esso si basa sul nulla, la qual cosa, se ce ne rendessimo conto, produrrebbe in noi solo un dolce sorriso anziché paura e depressione. Ecco perché Gesù ci incoraggia a diventare “studenti felici”, perché, alla fine, stiamo disfacendo qualcosa che non è mai accaduto: credevamo solo fosse accaduto. Possiamo davvero procedere con gioia, sapendo che quel terribile fardello è stato sollevato dalle nostre spalle. Abbiamo solo bisogno di accettare questa felice verità rendendoci conto che l’avevamo negata e che non vogliamo più farlo.