Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 142 Mi sento in colpa nel provare dolore e sofferenza

 

D # 142: Sono uno studente di Un corso in miracoli da ben 12 anni e lo ritengo il percorso spirituale più appropriato per me. Pensare a Gesù ed ai suoi insegnamenti è diventato parte della mia vita, un modo per perdonare coscientemente me stesso e così, naturalmente, anche gli altri. Accetto anche pienamente il fatto che ogni dolore è una qualche forma di non perdono (Certo è che ogni angoscia non sembra essere solo una mancanza di perdono” [L.pI.193.4:1]). Ora, indipendentemente dalla mia pratica, che è quasi su base continua e assolutamente priva di sforzo come qualsiasi altra cosa di cui mi posso occupare, vari dolori e sofferenze ed altri disturbi si verificano ad un livello che mi fa dubitare dell’efficacia della mia pratica – e dunque la mia sola scelta resta quella della stessa vecchia magia, solitamente un antidolorifico. Anche il ripetere, durante un attacco, una massima come “Io non sono un corpo. Io sono libero. Poiché io sono tuttora come Dio mi ha creato” [L.pI.rVI.3:3,4,5] sembra piuttosto inefficace. Alla base di ciò c’è fondamentalmente ancora un subconscio pieno di paura, oppure è l’ego che mi prende in giro e mi fa credere di essermi perdonato più di quanto non abbia fatto in realtà?

 

R.: Stai cercando così duramente, ma dovresti anche essere gentile e paziente con te stesso. Sarebbe utile non cercare di valutare i tuoi progressi sulla base di qualsiasi feedback che senti che il tuo corpo ti dà. I dolori e le sofferenze rivelano sempre aree non guarite nella mente, e in tal senso è utile prestare loro attenzione, ma non come criterio di valutazione per giudicare come stai praticando bene il perdono e se stai superando o fallendo il Corso [come se fosse un esame].

Sì, c’è ancora paura, come anche colpa, sepolta nella tua mente subconscia, e sì, il tuo ego vorrà sempre prenderti in giro in merito al tuo progresso, ma anche in merito alla tua mancanza di progresso (T.18.V.1:5,6). Ed è necessario aspettarsi tutto ciò fintanto che si è ancora identificati con il corpo che ha il nome a cui si risponde. Perché il vederti come corpo significa che credi ancora che la separazione e la colpa che l’accompagna siano reali e credi ancora di aver bisogno di una difesa contro quella colpa, che è lo scopo che il corpo serve. Il dolore, apparentemente nel corpo, ha lo scopo di distrarti dalla sua vera fonte nella mente. Così, se sei disposto a riconnetterti con la mente e vedere la causa – il non perdono – questo è tutto quello che in realtà hai bisogno di fare.

Se c’è un antidolorifico che sembra essere utile nell’alleviare il tuo dolore, continua senz’altro ad usarlo. Così, cosa importa se non è la guarigione finale? Sappi che Gesù non ti giudica per quello che tu puoi vedere come tua debolezza e incapacità a perdonare completamente. Assumere medicinali è un modo più gentile ed amorevole per affrontare il tuo dolore che non cercare di persuaderti che il dolore non è reale usando parole del Corso come affermazioni per far tacere l’ego e coprire quello che ancora credi di te – che sei un corpo. Sarà sempre più utile entrare semplicemente in contatto con ciò in cui ancora credi e sul perché lo credi, sapendo - come suggerisci - che è solo la paura che ti mantiene in quelle convinzioni. Prendendo atto di quella paura, e guardandola, farai la tua parte nel guarirla.

Per una ulteriore considerazione in relazione a questa tematica, puoi leggere anche la domanda # 128.