D # 116: Sono piuttosto in contrasto con l’intera idea che Dio intervenga nel mondo della forma. So che il parere della Fondazione è che, dato che il mondo della forma è un’illusione, è inconcepibile che Egli possa essere coinvolto nel produrre cambiamenti e modifiche in un mondo di forma. So anche che è il cambiare i nostri pensieri sul mondo che ci porta più vicino al risveglio. Ma nella lezione 71 “Solo il piano di Dio per la salvezza funzionerà” in effetti la mente separata chiede a Dio, “Cosa vuoi che io faccia? Dove vuoi che io vada? Cosa vuoi che io dica e a chi?”. Non è forse questo un chiedere a Dio quale direzione si debba prendere nel mondo della forma? So anche che quando abbandono il pensiero egoico e chiedo a Dio di dirigere i miei pensieri, allora il mio mondo della forma VERAMENTE cambia. Inoltre in che modo Un Corso in Miracoli concilia il fatto che Gesù sia stato concepito immacolatamente? Non si tratterebbe di un intervento nell’illusione?
R. Come discusso altrove in queste Domande, è importante rendersi conto che buona parte del Corso è scritta con un linguaggio metaforico, al fine di raggiungerci dove noi crediamo di essere (vedi ad esempio la Domanda 72). E così Dio viene descritto in tutto il Corso in modi che suggeriscono che Egli si preoccupi per noi qui nel mondo, ma solamente per fornire una correzione alla credenza dell’ego che Dio sia un Padre arrabbiato che vuole distruggerci. E così, il Corso cerca di aiutarci a vedere Dio, anziché come un nostro nemico, come un nostro Amico, Che ci aiuterà a fare ciò che abbiamo bisogno di fare. Inoltre, è piuttosto usuale nelle lezioni del Libro degli Esercizi che il termine Dio venga usato quando il suo reale significato è la Voce per Dio ossia lo Spirito Santo.
Come sempre, il contesto più ampio del Corso e, in questo caso, la lezione stessa, restituiscono l’intento più profondo delle righe che tu citi. Questa lezione dapprima descrive il piano dell’ego per la salvezza – serbare rancori verso altri in modo che la colpa nella nostra mente sembri dimorare in loro anziché in noi – il gioco dell’incolpare (W.pl.71.2). Naturalmente, questa “soluzione” è il problema, poiché di fatto mantiene viva la colpa nella nostra mente, anziché disfarla. E così il piano di Dio, (cioè dello Spirito Santo), anche se non viene specificamente descritto in questa lezione, dovrà implicare l’essere disposti a lasciare andare questi rancori. Dato che la nostra rabbia e i nostri giudizi vengono innescati dalle nostre interazioni con gli altri, l’indicazione a cui tu ti riferisci, di chiedere a Dio un aiuto specifico, significa in realtà che non dobbiamo continuare ad agire – fare, andare, parlare, etc. – per conto nostro, cioè in base alla guida dell’ego. Se riusciamo a portare con noi il ricordo dell’Amore di Dio man mano che procediamo nel corso della giornata, possiamo essere certi che saremo esattamente dove abbiamo bisogno di essere per imparare le lezioni di perdono che ci porteranno la pace che cerchiamo.
Ora, quando ci liberiamo dai dettami dell’ego e ci apriamo alla guida della Voce di Dio, possiamo sperimentare dei cambiamenti nel nostro mondo esteriore, come tu accenni, anche se potrebbe non essere sempre così. Questi cambiamenti non avvengono perché Dio o lo Spirito Santo sono intervenuti letteralmente, ma piuttosto perché siamo stati disposti a fare delle scelte interiori (spesso inconsce), allineate con l’amore anziché con l’odio. Le proiezioni della nostra colpa verso l’esterno possono allora mutare notevolmente, anche se questo non è mai lo scopo, dalla prospettiva del Corso, per cambiare il nostro insegnante. Se cerchiamo mutamenti esteriori per dare validità al nostro cambiamento interiore, questo diventa un trabocchetto, perché riporta il nostro obiettivo nel mondo.
Le nascite virginali e le concezioni immacolate fanno proprio pensare ad interventi divini nel mondo della forma, ma il Gesù del Corso non sostiene mai alcuna di esse riguardo a se stesso. La Bibbia e il Cristianesimo tradizionale rappresentano un percorso spirituale molto differente dal Corso ed è meglio non confonderli o cercare di integrarli in alcun modo.