Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 028 Domanda sul perdono di atti orribili

 

D # 28: Come posso perdonare gli altri per i loro atti orribili? Come posso perdonare un cecchino? Non è reale? È una distrazione dell’ego? Ho anche paura di ciò che è reale. Quando dico: “Più di ogni altra cosa voglio vedere”, sono terrorizzato. Ho difficoltà ad abbandonare questo mondo che abbiamo creato. Amo alcune delle mie creazioni, come la mia famiglia. Non ho bisogno di morire per tornare alla mia realtà? Non sarò solo?

 

R: Il perdono che il Corso ci insegna è il processo di guardare una situazione come quella del cecchino che uccide e chiederci cosa ci sta dicendo questo evento riguardo a ciò in cui crediamo. Cominciamo con il guardare onestamente le nostre reazioni a queste uccisioni includendo ogni tipo di sentimento e giudizio riguardo alle vittime e ai carnefici. Tutti questi sentimenti e pensieri sono utili per scoprire le credenze nascoste del sistema di pensiero dell’ego: che il mondo è reale, che siamo corpi, che quella che chiamiamo morte è la fine di quella che chiamiamo “vita”, che siamo vulnerabili agli attacchi…. E la lista va avanti… Poi il Corso ci chiede di riconoscere che tutti questi sono sentimenti e pensieri su di noi che abbiamo proiettato tanto sulle vittime quanto sui carnefici. Stiamo imparando che questi sentimenti/pensieri così, come il dolore che essi provocano, erano già con noi prima che l’evento accadesse. L’evento sembrava solo essere la causa delle sensazioni. Questo è il motivo per cui il Corso dice che perdoniamo i nostri fratelli per quello che non hanno fatto. Sii disposto a perdonare il Figlio di Dio per ciò che non ha fatto” (T.17.III.1:5). Il cecchino non ha causato i nostri sentimenti, lo hanno fatto le nostre credenze sbagliate. Se siamo disposti a guardare qualsiasi situazione in questo modo stiamo cominciando a mettere in discussione le bugie dell’ego. Siamo quindi nella posizione di poter chiedere un altro modo di vedere. Questo a volte è molto difficile da fare, richiede pratica e molta onestà, ma è il solo modo in cui possiamo entrare in contatto con le credenze che ci mantengono radicati in un sistema di pensiero che ci provoca molto dolore. Questo dolore proviene dal fatto che crediamo alle bugie dell’ego e non dalla situazione, in questo caso l’omicidio. È molto importante fare pratica senza negare nessuno dei  sentimenti o pensieri  che abbiamo riguardo agli eventi atroci in questo mondo dell’ego fatto di paura e odio e senza obbligarci a tentare di accettare un nuovo sistema di credenze che sfidi la nostra normale percezione egoica. Questo ci trincererebbe soltanto nella nostra visione errata e ci spaventerebbe di più. Se solo siamo disposti a dire “magari mi sbaglio riguardo a ciò”, allora il mondo che abbiamo fatto e tutte le nostre relazioni, inclusi coloro che “amiamo”, diventano la nostra classe per imparare l’interpretazione che lo Spirito Santo fornisce per tutto quello di cui facciamo esperienza, anziché servirci da distrazione. (Nota: il Corso usa il termine “fatto” per il mondo dell’ego. “Creazione” si riferisce all’estensione dell’amore di Dio solamente al livello della Mente). Il Corso ci dice che lo Spirito Santo non ci porterà via nessuna delle nostre relazioni speciali, ma ci darà invece per loro una differente interpretazione e uno scopo diverso. Senza di essi non saremmo consapevoli delle credenze sbagliate su noi stessi o dei giudizi (sia nel bene che nel male) che ci mantengono nel nostro sonno profondo. Abbiamo reso noi stessi paurosi di quello che è reale e questo è il motivo per cui abbiamo un Insegnante che ci invita a fare dei piccoli passi con Lui verso un nuovo modo di pensare. Se facciamo questo con Gesù o con lo Spirito Santo al nostro fianco non saremo soli o morti. Alla fine ci sveglieremo completamente dal sogno realizzando che di fatto stavamo solo dormendo, senza alcun pensiero o bisogno di morire. Nel frattempo ogni passo di perdono ci porta più pace  e ci porta più vicini alla nostra verità dove la nostra famiglia includerà tutti e non proveremo alcun senso di perdita.