D # 411: In Un corso in miracoli Gesù afferma: “Non puoi fare del corpo il tempio dello Spirito Santo: esso non sarà mai la sede dell’amore. È la dimora dell’idolatra e della condanna dell’amore. Perché qui l’amore è reso spaventoso e la speranza abbandonata” (T.20.VI.6:1,2,3). E prima di ciò egli dice degli idoli, riferendosi specificatamente al corpo, che “Il corpo è l’arma scelta dall’ego per cercare potere attraverso le relazioni” (T.20.VI.4:3). L’altro giorno ho visto una donna incinta e mi ha fatto pensare alla nascita, alla gravidanza, alla separazione ed allo scopo che la nascita serve. La nascita di un altro corpo non estende forse il pensiero di separazione dal momento che il corpo è “l’arma scelta dall’ego per cercare potere?” Attraverso la nascita di un corpo non stiamo semplicemente rendendo più grandi i pensieri di separazione più illusori l’illusione/sogno?
R: Sembrerebbe così, ma nei passaggi che tu hai citato Gesù ci parla di ciò che descriviamo come Primo Livello: il contrasto tra realtà ed illusione. A quel livello il corpo è il simbolo solo della natura omicida dell’ego e della sua continua intenzione di perpetrare la separazione ed il conflitto, e pertanto di per sé il corpo non può mai essere qualcosa di santo o amorevole. Ma ad un altro livello (il Secondo Livello), parlandoci all’interno della struttura di ciò che pensiamo sia reale, Gesù ci insegna che “l’amore non lo condanna [il corpo] e può usarlo amorevolmente, rispettando ciò che il Figlio di Dio ha fatto e usandolo per salvarlo dalle illusioni” (T.18.VI.4:8). Il suo mezzo gentile per aiutarci insegnandoci ad usare ciò che consideriamo reale (anche se sa che non è reale ed è stato fatto per attaccare la verità) per disfare il senso di separazione che sentiamo dentro di noi ed in relazione a tutti gli altri.
Egli così ci dice di considerare il mondo ed il corpo dapprima come neutrali (L.pII.294) per poi concentrarci sullo scopo di ciò che pensiamo e facciamo. E quello scopo sarà sempre una variante di uno di due temi: rinforzare il nostro credere nella separazione o il disfacimento di questa credenza attraverso il perdono. Man mano che progrediamo con questo modo di pensare, gradualmente ed in modo naturale incominceremo a smettere di identificarci con il corpo, fino a quando alla fine ne accetteremo la totale irrealtà.
Così le nostre vite diventano delle aule scolastiche nelle quali scegliere l’ego o Gesù come nostro insegnante. Vista da questa prospettiva, dunque, la nascita – come qualunque altra cosa – può essere in accordo con lo scopo che l’ego ha per noi oppure con lo scopo di Gesù: una scelta fatta con la mente sbagliata o una scelta fatta con la mente corretta. Questo è ciò che descriviamo come Secondo Livello: scelte fatte con la mente sbagliata in opposizione a quelle fatte con la mente corretta all’interno del sogno di separazione.
Quindi, quando vedi una donna incinta guarda semplicemente i tuoi pensieri, ricordandoti che non sai cosa implica il suo specifico percorso di Espiazione. Questa potrebbe essere l’aula scolastica che ha scelto e in cui imparare le sue specifiche lezioni di perdono. In tal senso i tuoi pensieri potrebbero seguire queste linee: “Crediamo entrambi di essere qui, il che significa che entrambi crediamo di aver rifiutato la nostra vera Identità e di aver lasciato la nostra casa in Cielo per stabilire per conto nostro un’esistenza separata ed indipendente; ed entrambi abbiamo dentro di noi il mezzo e tutto l’aiuto di cui abbiamo bisogno per correggere il nostro errore e ritornare a Casa. Le specificità della nostra vita possono essere diverse, ma il nostro scopo è lo stesso, e l’aiuto amorevole di Gesù è egualmente presente in ciascuno di noi”
Un ultimo pensiero. Pensare che la separazione possa essere resa peggiore significa rendere l’errore reale – il “peccato” fondamentale degli studenti del Corso! Il tempo lineare è uno dei trucchi più intelligenti per farci pensare che la nostra esperienza sia nuova e reale. E’ semplicemente un altro modo di convalidare la nostra esistenza come individui. Gesù, orientandoci nella giusta direzione, ci dice che noi “non facciamo altro che vedere il viaggio dal punto in cui è terminato, guardandolo a ritroso, immaginando che lo stiamo rifacendo e rivedendo mentalmente quello che è passato” (L.pI.158.4). In tal senso non possiamo rendere la separazione più grande o aumentare l’illusione. Il nostro risveglio da questo sogno di separazione, tuttavia, dipende dallo scopo per cui usiamo il mondo ed i nostri corpi. In tal senso possiamo rinforzare nella nostra mente la nostra falsa identità di sé individuali, o possiamo gradualmente disfare questa falsa identità con l’aiuto di Gesù o dello Spirito Santo nella nostra pratica del perdono. Far nascere un bambino è di per sé neutrale – è lo scopo dietro tale decisione che ne stabilisce la rilevanza per l’Espiazione. Perdona la battuta, ma non si vuole gettare il bambino con l’acqua del bagno, tentazione in cui praticamente tutti gli studenti del Corso cadono, quando il loro ego acceca i loro occhi sui due distinti livelli nei quali Gesù ci parla.