Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 949 E’ sbagliato sentire un fortissimo legame con il proprio animaletto deceduto?

 

D # 949: Recentemente il mio gatto, che ho amato tantissimo, è morto. So che gli animali sono una proiezione della mente collettiva come il sé con cui mi identifico. Così, capisco che la mente del mio gatto e la mia sono unite. Penso che il mio gatto abbia provato a restare in vita più a lungo di quanto volesse, proprio per me, perché sentiva che l'amavo davvero. Posso tuttora sentire la sua presenza che mi dice che ha avuto un trapasso pacifico e che sa che ho fatto del mio meglio per aiutarla. Non c'è nulla in Un Corso in Miracoli che annulli la mia esperienza, non è vero?

 

R: No, non c'è nulla in Un Corso in Miracoli che potrebbe invalidare la tua esperienza. Il Corso ci dice ripetutamente che le menti sono unite, e vuole dire tutte le menti. Non importa se in questo sogno appariamo come esseri umani o come animali, siamo tutti frammenti di quella stessa unica mente che si è addormentata ed ha sognato un mondo nel quale sembriamo essere separati tra di noi e da Dio.
Sembra che la connessione che continui a sentire con il tuo gatto ti sia di grande conforto. Diamo un'occhiata rapida a questa tematica nel caso in cui tu – come molti proprietari di animali domestici – sia tentato di sentirti in colpa per la sua morte. Poiché gli animali domestici dipendono da noi per la loro sopravvivenza, possederli ci pone nel ruolo di similitudine con Dio. Dopo tutto, loro non sembrano avere bisogno di Dio, sembrano aver bisogno di noi. Purtroppo, con il ruolo di similitudine con Dio che svolgiamo nella vita dei nostri animali domestici viene la sensazione dolorosa di non essere all’altezza del compito e che li distruggeremo – rivelandoci come gli assassini che ci giudichiamo essere. Così le relazioni con gli animali domestici (come tutte le relazioni) sono generalmente cariche di colpa. E di fatto, solitamente arriva un punto in cui dobbiamo decidere quando e come i nostri animali domestici moriranno. Sarebbe difficile immaginare qualcosa di più potente di questo nel far scattare una colpa ontologica. Ma questo può anche offrire una grande opportunità per cambiare la mente.
Il Corso ci dice che il corpo non “vive né muore” (T.6.V.A.1:4) e che “Nell’istante santo la condizione dell’amore è soddisfatta, perché [in quell’istante] le menti sono unite senza l’interferenza del corpo, e dove c’è comunicazione c’è pace” (T.15.XI.7: 1). Chiaramente, dalla prospettiva di Gesù (fuori da questo mondo di sogno), il corpo non è nulla. Per lui, l'esistenza fisica è irrilevante per l'espressione d'amore tra le menti.
Così, per pazzo che possa sembrare dal nostro punto di vista, la tua relazione con il tuo gatto non è né più né meno reale ora di quanto lo fosse quando il tuo gatto sembrava essere fisicamente presente. In entrambe i casi, il tuo gatto non è altro che un simbolo nella tua mente. E entrambe i casi, se tieni la mano dell'ego, il tuo gatto diventa un simbolo di colpa, mentre se tieni la Mano dello Spirito Santo, diventa un simbolo d'amore e di perdono.
Se il tuo gatto è diventato un mezzo per farti ricordare che non hai il potere di fare del male a qualcuno e che nella tua mente c'è un amore che rimane costante e inalterato dagli eventi esterni, allora è una cosa molto utile. Lascia che il tuo gatto ti aiuti a ricordare che indipendentemente da quello che accade fra i corpi, nemmeno una nota andrà perduta nel canto del Cielo (T.26.V.5:4).

Per le discussioni sull'argomento degli animali domestici, guarda le domande #134 e # 340