Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 652 Dovrei analizzare i pensieri dell’ego o dovrei semplicemente lasciarli andare?

 

D #652: Dai miei studi sono arrivato a imparare che dobbiamo guardarci dentro, guardare i nostri pensieri. Ho inoltre imparato che ciò che vediamo come esterno è in realtà una proiezione di ciò che era prima all’interno e che i nostri fratelli possono essere visti come specchi di noi stessi. È necessario che analizziamo i pensieri o semplicemente li lasciamo andare? Per esempio, se sono invidioso di qualcun altro guardo semplicemente il pensiero e poi lo "consegno", oppure lo metto in discussione? Ad esempio con queste domande: Perché sono invidioso? Cosa sto proiettando? Cosa significa in realtà invidia? Ho dato questo a 'qualcun’altro' perché non mi sento degno? ecc.?

 

R: Un Corso in Miracoli non ci chiede di analizzare i nostri pensieri (vedi:T.15.X.5), ma di guardarli attentamente e di metterli in discussione. Essi ci mostrano i modi specifici con i quali difendiamo la scelta dell’ego in favore della separazione e scegliamo intenzionalmente di rendere il mondo e il corpo reali nella nostra consapevolezza. Il guardarli onestamente, quindi, ci offre informazioni molto importanti sulle credenze che abbiamo riguardo a noi stessi, agli altri e, cosa più importante, a Dio. Siccome una delle dinamiche più efficaci dell’ego è la negazione, essere disposti a guardare il suo sistema di pensiero è una parte importante del suo disfacimento. Questo è il motivo per cui nel testo ci viene chiesto: "Porta …tutti [i nostri] pensieri oscuri e segreti [allo Spirito Santo], e guardali con Lui. Egli detiene la luce e tu l’oscurità. Esse non possono coesistere quando Entrambi le guardate insieme" (T.14.VII.6:8,9,10). Guardare con lo Spirito Santo significa guardare oltre il pensiero verso lo scopo che serve. Nascondersi dietro ad ogni pensiero è una decisione di identificarsi con l’ego. I nostri pensieri ci mostrano tutto ciò che il Corso ci dice riguardo alla strategia dell’ego: le sue dinamiche, i suoi obiettivi, le sue "leggi" e i suoi dolorosi effetti.

Le domande che poni a te stesso nell’esempio dell’invidia sono esattamente ciò che ci viene chiesto di fare: "Imparare questo corso richiede che tu sia disposto a mettere in dubbio ogni valore che hai. Neppure uno potrà essere tenuto nascosto e oscuro senza compromettere il tuo apprendimento. Nessuna credenza è neutrale" (T.24.in.2:1,2,3). Di nuovo, la cosa importante è guardare e mettere in discussione con lo Spirito Santo, il che significa guardare con la disponibilità di vedere guariti i propri pensieri e giudizi, piuttosto che per dimostrare di essere un miserabile peccatore. Come ci dicono le prime lezioni del libro degli esercizi, i nostri pensieri non significano nulla di per sé (L.pI.10). E’ l’importanza che diamo loro giudicandoli come peccaminosi e tenendoli nascosti ciò che dà loro potere su di noi. In realtà non ne hanno.

Quando guardi da vicino i tuoi giudizi e le tue emozioni, come l’invidia, vedrai le credenze nascoste che mantieni su te stesso in quanto indegno dell’Amore di Dio.  Ogni giudizio proiettato sugli altri trova la sua fonte nella sensazione di indegnità che percepiamo nel nostro profondo e che deriva da questo erroneo giudizio su di noi. Man mano che guardiamo, le scoperte potranno essere sorprendenti e spesso dolorose, ma fino a che non saremo disposti a guardare ogni ostacolo che abbiamo posto tra noi e l’Amore di Dio  affinché possa essere guarito, non vedremo la verità né su di noi né sui nostri fratelli. È importate ricordare che Gesù ci invita a procedere dolcemente in questo processo: "Noi siamo pronti a guardare più da vicino il sistema di pensiero dell’ego perché insieme abbiamo la lampada che lo disperderà, e poiché tu ti rendi conto di non volerlo, devi essere pronto. Restiamo molto calmi nel fare ciò, perché stiamo solo cercando onestamente la verità" (T.11.V.1:3,4, corsivo nostro).