D #667: Un Corso in Miracoli dice: "Il Cielo non è un luogo né una condizione. È semplicemente la consapevolezza di Unità perfetta e la conoscenza che non c'è niente altro: nulla al di fuori di questa Unità e niente altro all'interno" (T.18.VI.1:5,6). A questo riguardo leggo nel libro La Scomparsa dell’Universo: "Se non c’è nient’altro, allora non ci sono ostacoli e nessun freno che impedisca la tua estensione". Cosa significa? Se c’è solo unità, verso chi stiamo estendendo? Potreste parlare dell’estensione?
R: Gesù utilizza il termine estensione in due modi. Prima di tutto lo usa per descrivere il processo continuo della creazione in Cielo, dove lo spirito estende se stesso: Dio che crea Cristo. Siccome il Cielo è al di là del tempo e dello spazio l’estensione non può essere compresa come processo temporale o spaziale. Pertanto non c’è un “da” e un “verso”. Gesù usa il termine anche per fare riferimento alla visione dello Spirito Santo o di Cristo che viene estesa nella forma di perdono o di pace. Il perdono e la pace si estendono naturalmente, proprio come l’amore estende naturalmente se stesso. La nostra parte in quel processo è unicamente eliminare i blocchi a tale estensione: e i blocchi sono principalmente la nostra insistenza nel vedere i nostri interessi come separati da quelli degli altri, invece di vederli come la stessa cosa. Pertanto escludiamo gli altri (nella nostra mente) dall’abbraccio omnicomprensivo del perdono e della pace.
In questo secondo senso di estensione Gesù mette a confronto l’uso che lo Spirito Santo fa della legge della mente con l’uso che ne fa l’ego, che è sempre la proiezione. Siccome le idee non lasciano al loro fonte, ciò che viene esteso rimane nella mente da cui si riflette nel mondo dell’illusione. Questo è difficile per noi da comprendere perché siamo così identificati con la nostra esperienza fisica in un mondo spazio temporale che pensiamo essere reale. L’estensione è sempre della mente e non avviene mai tra due entità separate.