Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 684 Come faccio a stare più a lungo nel momento “presente”?

 

D # 684: Sono nuovo a Un corso in miracoli e mi piacerebbe fare una domanda sul restare nel momento presente. Se resto presente, vuole dire che sento la pace della mente che sto cercando? Ho fatto esperienza di brevi momenti di pace e calma interiore quando resto presente con lo Spirito Santo. Semplicemente non so come restare presente per più di cinque minuti.

 

R: Fintanto che la mente non è pienamente guarita l’esperienza di pace è limitata alla nostra disponibilità a sceglierla. Nel frattempo la mente è scissa ed in conflitto tra due “realtà” che si escludono a vicenda: il credere nella separazione (ego) e il ricordo dell’Unità (Spirito Santo). Agli inizi del testo ci viene detto: “La separazione è solo un altro termine per indicare una mente scissa. L’ego è il simbolo della separazione, così come lo Spirito Santo è il simbolo della pace” (T-5.III.9:3,4). La mente scissa e non guarita si sperimenta nel sogno in conflitto con se stessa. Mentre cerca la pace teme che la pace totale significhi scomparsa della specialezza di essere un corpo con una personalità unica. Questa scissione della mente causa in noi l’avere obiettivi divisi: “L’obiettivo dell’ego è tanto unificato quanto quello dello Spirito Santo ed è per questo che i loro obiettivi non possono mai essere riconciliati in alcun modo ed in nessuna misura. L’ego cerca sempre di dividere e separare. Lo Spirito Santo cerca sempre di unificare e guarire” (T-7.IV.5:1,2,3). Scegliere lo Spirito Santo e l’istante santo ha come risultato la pace momentanea a cui ti riferisci, mentre la scelta di restar aggrappati alla separazione porta alla fine di questa pace. La quantità limitata di tempo che trascorriamo in pace ci mostra il grado di attaccamento alla nostra identità egoica e alla nostra paura della pace. L’obiettivo del Corso è guarire la mente da questa scissione. Accade gradualmente tramite il processo di perdono, che inizia con il riconoscimento che la separazione è una scelta fatta nella mente e tutto ciò di cui facciamo esperienza nel sogno è un effetto di quella scelta.

La negazione è la chiave del successo dell’ego nel convincerci della realtà della separazione. La mente dimentica/nega la propria scelta per difenderla. E’ allora possibile credere alla storia dell’ego secondo cui non siamo mente, ma corpi vulnerabili all’attacco da parte di forze esterne al di là del nostro controllo. Questo spiega perché sembra che la pace vada e venga e che noi siamo alla mercé dei suoi capricci. Il Corso ci dice che siamo tutt’altro che vittime e che possiamo imparare a riconoscere la scelta della mente prestando attenzione ai nostri sentimenti e ai nostri giudizi nel sogno. La perdita di pace nella sua miriade di forme (rabbia, depressione, ansia, irritazione, eccitazione …) ci rende consapevoli della scelta che la mente ha fatto. Prestare attenzione/guardare è la chiave per disfare la negazione, che è l’inizio della salvezza, perché ci sintonizza con il fatto che abbiamo una mente con il potere di scegliere. Solo riconoscendo gli effetti dolorosi derivanti dallo scegliere di identificarci con l’ego saremo motivati a fare un’altra scelta. Altrimenti restiamo inconsapevoli dell’attività della mente, sconcertati dalle sensazioni che sembrano caderci addosso dal nulla.

Sebbene possano essere di breve durata i momenti di pace sono molto importanti per il programma di studi dello Spirito Santo, che fa buon uso del contrasto a scopi di insegnamento e apprendimento. Diventa sempre più ovvio che il sentirsi veramente in pace è preferibile all’agitazione del non perdono. La cosa difficile è imparare ad associare la mancanza di pace con i giudizi nei quali siamo costantemente impegnati. La pace sembra semplicemente scomparire senza alcuna ragione. Ciò che in realtà avviene è che le nostre menti hanno scelto di identificarsi con l’ego e con la nostra specialezza. A quella scelta fa seguito la colpa, che viene inevitabilmente proiettata in qualche forma di giudizio verso noi stessi e gli altri. Questo accade molto velocemente e, grazie alla negazione, impercettibilmente. Nel Corso Gesù ci chiede di prestare un’attenzione molto accurata ai nostri pensieri, per diventare consapevoli dei giudizi. Essi ci mostrano la scelta in favore della separazione che abbiamo fatto e dimenticato.

Sia la pace che la sua mancanza sono esperienze utili. Una ci mostra come ci si sente ad essere liberi dal giudizio, l’altra il dolore per la scelta dell’ego. La cosa importante è ricordare che quando non siamo in pace non è per nessuna altra ragione se non per la scelta di esser separati. Abbiamo scelto di identificarci con l’ego anziché con lo Spirito Santo ed abbiamo preferito la colpa alla pace. Ora abbiamo l’opportunità di prendere in considerazione il costo della nostra scelta errata e di scegliere di nuovo. Questa presenza mentale è il modo in cui restiamo nel presente e – come il non essere in pace – essa diventa uno strumento utile per ricondurci alla pace. Bisogna anche che ricordiamo di non giudicare noi stessi per i lunghi periodi di dimenticanza e per i brevi periodi di pace. Il permettere allo Spirito Santo di guarire le nostre menti dal pensiero di separazione è un processo. La nostra funzione è diventare consapevoli di ogni giudizio affinché possa essere perdonato. Gradualmente l’equilibrio si sposterà verso più lunghe esperienze di pace, fino a quando questa diverrà la nostra unica scelta.