Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 721 Sentirmi indegno dell’Espiazione è semplicemente un altro espediente dell’ego?

 

D  # 721: Talvolta penso che Un corso in miracoli sia per tutti tranne che per me, e non riesco a capire perché. E’ come se volessi parlarne con tutti e pensare che essi ne sono degni, mentre io non lo sono. So che Gesù dice che “escludere te stesso dall’Espiazione è l’ultima risorsa dell’ego …” ma perché lo faccio? Potete commentare su questo?

 

R: Solo la resistenza ci impedisce di accettare per noi stessi l’amorevole messaggio di Gesù e di applicare gli insegnamenti di perdono del Corso nelle nostre relazioni. Tutti coloro che studiano il Corso fanno esperienza di questa resistenza in una qualche forma. La ragione di questa resistenza è la paura. Abbiamo paura che se accettiamo l’amore di Gesù, che è il riflesso dell’Amore di Dio, perderemo i sé individuali e speciali che ci stanno a cuore. Questi sé sono stati scelti per sostituire l’Identità che Dio ci ha dato come Suo Figlio innocente, Identità che è stata negata quando il pensiero di separazione è stato preso sul serio.

Credere che questo sia stato un “peccato” terribile ci fa sentire indegni dell’Amore di Dio, ed è questo Amore che è riflesso nel Corso, ragione per cui tu senti che è per tutti gli altri, ma tu ne sei indegno. Il fatto è che noi siamo indegni della falsa identità di corpi alla quale siamo tenacemente aggrappati. Avendo apparentemente perso il nostro vero tesoro (la nostra Identità di innocente Figlio di Dio), l’ego ci dice che non ci resta niente se perdiamo la specialezza della nostra identità di corpi. Noi ci crediamo e allora rifiutiamo di ascoltare l’interpretazione dello Spirito Santo in merito a chi siamo, o di praticare le Sue lezioni di perdono. Tuttavia “L’ego non sa cosa sta cercando di insegnare. Sta cercando di insegnarti ciò che sei senza sapere ciò che sei. È esperto solo in confusione. Non comprende nient’altro. Come insegnante, dunque, l’ego è totalmente confuso e confonde totalmente” (T.8.II.1:4,5,6,7,8).

Il suo messaggio confuso ci dice che il corpo/cervello ha il potere di scegliere e prendere decisioni su tutto, compreso chi siamo. Una volta che scegliamo di credere in questo non è facile ribaltare il nostro modo di pensare capovolto riguardo al corpo e alla mente, perché imparare che siamo mente significa che tutto ciò che pensiamo in merito a noi stessi e al mondo è falso: “La resistenza a riconoscere questo fatto [che la mente prende le decisioni] è enorme, perché l'esistenza del mondo così come lo percepisci tu, dipende dal credere che il corpo sia colui che decide” (M.5.II.1:7).

La nostra speranza sta nel potere della nostra mente di compiere un’altra scelta. Possiamo scegliere di credere all’insegnamento dello Spirito Santo permettendoGli di sostituire gradualmente le nostre credenze errate in merito a noi stessi con la Sua percezione. Non è necessario lottare contro la nostra resistenza al Suo insegnamento una volta che ne diventiamo consapevoli. Quello serve solo a renderla reale e le dà più potere nel continuare a difenderci dall’udire la Sua Voce. E’ sufficiente incominciare a riconoscere le forme subdole che la resistenza assume per confonderci e poi non prenderla seriamente. Veniamo condotti dolcemente, proprio come noi condurremmo dolcemente un bambino a sbirciare nell’armadio dove si nasconde il “mostro”. “Lo Spirito Santo non cerca di gettarti nel panico. Così chiede semplicemente se si può sollevare solo un piccolo dubbio” (T.31.V.11:5,6). Ogni qualvolta veniamo sopraffatti da sensazioni di indegnità o colpa, possiamo chiedere: “e se mi sbagliassi?” Sollevare soltanto questo piccolo dubbio sul nostro “avere ragione” permette a un raggio della luce di guarigione dello Spirito Santo di entrare nell’oscurità della nostra confusione e riduce il nostro credere nella follia dell’ego.