D # 785: Sono piuttosto nuovo per quanto riguarda Un corso in miracoli ed attualmente mi trovo in una scomoda “terra di nessuno” spirituale. Il mio precedente approccio a Dio e a Gesù mi ha portato ad un fondamentale risveglio spirituale che per tre anni ha avuto come risultato una spirale ascendente apparentemente illimitata di pace e gioia ed un profondo cambio di rotta e allontanamento da paura, preoccupazione, risentimento, giudizio e depressione.
Recentemente mi sono imbattuto nel Corso e e ho trovato che non solo mi intriga, ma mi risuona anche. Tuttavia nel processo di cambiare posto all’arredamento nella mia testa, ha “tirato via il tappeto” da sotto al mio precedente modello di relazione con il mio caro e dolce Insegnante, bello in modo ineffabile.
Affrontare il fatto che non c’è interazione in questa vita - che in “realtà” non c’è davvero nessun Gesù o Spirito Santo - mi ha lasciato orfano e non poco confuso. La mia pace e la mia certezza erano in qualche modo una falsità, una finzione, un’isterica incursione in una falsa spiritualità? Tuttora mi impegno soltanto ad afferrare quanto è Verità, non qualche parola magica o formula per ripristinare il mio precedente stato di “beatitudine”. Sono solo un po’ disgregato e scoordinato nei miei sforzi di passare attraverso questi prossimi passi.
R: Il Corso ci dice: “…l'insegnamento [che è la stessa cosa di apprendimento] è un processo costante” (M.in.1:6). Il termine utile qui è processo. Risvegliarsi dall’incubo della separazione è un processo che avviene nella mente, dove viene presa la decisione di non scegliere l’ego. Questa decisione avviene nelle fasi descritte nel manuale, nella sezione intitolata “Lo sviluppo della fiducia” e si esprime e se ne fa esperienza in forme diverse fatte di simboli, fino a quando proprio alla fine del processo la mente decide di scegliere solo la verità.
La tua esperienza viene descritta nella quarta fase. Nel frattempo, siccome viene mantenuta la credenza nel corpo, abbiamo bisogno di simboli che cambiano lungo il cammino: “… abbiamo bisogno di un programma di studi con molte sfaccettature, non a causa di differenze di contenuto, ma perché i simboli devono mutare e cambiare per adattarsi al bisogno (M.23.7:5). Così, un simbolo o forma che era utile in una fase del viaggio può non essere più necessaria o adatta in un altro momento. I credo e le pratiche religiose, personaggi come Gesù e lo Spirito Santo, le parole, Un corso in miracoli, sono tutti simboli. Quando un simbolo cambia questo non significa che fosse falso, significa semplicemente che è cambiato. La tua esperienza, quindi, non era una finzione: era un passo importante del processo. La scelta fatta nella tua mente resta con te quando arrivi al Corso. Nulla è perduto, come ci assicura Gesù nel testo: “Io ho salvato tutte le tue gentilezze e ogni pensiero amorevole che tu abbia mai avuto. Li ho purificati dagli errori che nascondevano la loro luce e li ho conservati per te nella loro perfetta radiosità (T.5.IV.8:3,4). Nel manuale ci dice anche che nel viaggio ci sono periodi di riposo e di ragionevole pace per l’insegnante di Dio. Tuttavia ci sono ulteriori passi da fare e “…quando è pronto ad andare avanti, procede con possenti compagni al suo fianco” (M.4.I.A.6:11).
Quando la mente prende una decisione contro l’ego, il contesto religioso specifico nel quale questa decisione viene presa è irrilevante e di fatto non è neppure necessario un contesto religioso. L’effetto dell’esperienza è la diminuzione della paura. Man mano che vengono eliminati strati di paura la luce entra, e se ne fa di nuovo esperienza in una qualche forma, in una spirale ascensionale che porta alla verità, dove ogni passo facilita quello successivo. Questo è il gentile processo di risveglio che fa uso di simboli per condurci oltre ad essi. Sebbene i simboli non siano reali mentre siamo addormentati “sognando di essere in esilio” (T.10.I.2:1), essi sono utili quando dati allo Spirito Santo a scopo di guarigione. Al riguardo il Corso semplifica il processo insegnando che tutto è utile. Non c’è niente che l’ego abbia fatto per sostenere la credenza nella separazione che non possa essere usato dallo Spirito Santo per disfarla.
Intellettualmente possiamo comprendere che lo spirito non ha forma e che non esiste nulla fuori dal Cielo, ma come ci dice Gesù nel testo: “Tutto ciò che riconosci lo identifichi con cose esterne, qualcosa fuori di te. Non sei nemmeno in grado di pensare a Dio senza un corpo, o una qualche forma che pensi di riconoscere” (T.18.VIII.1:6,7). Pertanto, fintanto che viene mantenuta la scelta in favore di un sé separato, c’è bisogno di un personaggio, percepito come separato da sé, che rappresenti il Sé che è stato negato. Una relazione con tale personaggio è molto utile. Quindi sebbene il Corso insegni che alla fine nulla nell’illusione è reale, Gesù ci invita ad avere una relazione con lui. Egli utilizza l’immagine amorevole di sé come quella di un fratello maggiore (T.1.II.4) che ci incontra dove crediamo di essere, e ci conduce dolcemente dove si trova lui: “Permetti alla mia relazione con te di essere reale per te … Non essere separato da me e non permettere al santo scopo dell’Espiazione di essere perso in sogni di vendetta … Permettimi di entrare nel Nome di Dio e di portarti la pace, cosicché tu mi possa offrire la pace (T.17.III.10:2,6,8). Non c’è alcun bisogno, quindi, di sentirsi privi di un insegnante amorevole. Mediante le parole del Corso e in ogni passo della pratica del perdono, Gesù è con noi e rappresenta la parte della mente che ricorda l’Amore di Dio: “Gesù è venuto per rispondere [al tuo bisogno]. In lui trovi la Risposta di Dio. Quindi insegna davvero con lui, perché egli è con te: è qui, sempre (M.23.7:6,7,8). Quando finalmente impareremo dalla nostra esperienza (e non dalla comprensione intellettuale) che siamo il Sé che egli simboleggia, non ci percepiremo più come separati da lui o da chiunque altro. Solo allora ciò che è senza forma sostituirà ogni simbolo. Fino ad allora possiamo essere grati del fatto di avere davvero un fratello, un insegnante, ed un Corso che ci guidano al sogno felice che precede il pieno risveglio: “Ti sono dati degli Aiutanti in forme varie, sebbene dinanzi all'altare siano uno solo. Al di là di ciascuno di essi c'è un Pensiero di Dio, e questo non cambierà mai. … Ringrazia Dio per loro, poiché essi ti condurranno a casa” (C.5.1:3,4,9).