Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1071 Cos’è “io”? Cos’è “tu”? Cos’è il “Decision Maker”?

 

D #1071: Il decision maker in “me” è differente dal decision maker in altre persone? Chi è l’ “io” che è responsabile della decisione, il “tu” a cui si rivolge Un corso in miracoli? Sullo stesso piano, questo decision maker continua in una qualche forma, dopo la morte, fino a quando ha preso la decisione di rinunciare alla separazione? Ogni progresso fatto in questa “vita” prosegue?

 

R: Quando si pensa a questo tipo di tematica, è sempre utile ricordare che stiamo tentando di dare un contesto razionale a qualcosa intrinsecamente illusorio e che ha avuto origine dal desiderio di opporsi a ciò che è eternamente vero. La nostra struttura umana di spiegazione è la sola che abbiamo a disposizione, ma come parte del tentativo di negare la verità, è necessariamente limitata. Gesù ci mette in guardia in tutto il Corso e in modi diversi riguardo a queste limitazioni. Tuttavia egli deve venirci incontro dove siamo per poterci aiutare ad identificare i nostri errori e poi correggerli una volta che lo abbiamo accettato come nostro insegnante.

Il nostro errore primario è stato quello di credere che qualcosa d’altro e di diverso dalla perfetta Unità dell’Amore di Dio fosse reale. Come è evidente dalle nostre reazioni agli eventi quotidiani, raramente mettiamo in dubbio la realtà della molteplicità, ossia che noi siamo tutti reali in quanto individui separati in un universo fatto di ogni sorta di entità differenti. Sorvolando le dinamiche dell’ego nascoste all’interno della nostra mente, che includono la paura terrorizzante che saremo puniti per la nostra esistenza di individui, guardiamo come Gesù descrive questa situazione. Egli parla di essa come di un processo di sostituzione: “Essa ha assunto molte forme, poiché si è trattato della sostituzione della verità con l’illusione, dell’interezza con la frammentazione. È diventata così frantumata e suddivisa, e ridivisa nuovamente ed in continuazione, che adesso è quasi impossibile percepire che una volta era una, e che è tuttora ciò che era. Quell’unico errore, che ha portato la verità all’illusione, l’infinità al tempo e la vita alla morte, è stato tutto ciò che tu abbia mai fatto. Tutto il tuo mondo poggia su di esso. Ogni cosa che vedi lo riflette, ed ogni relazione speciale che tu abbia mai fatto è parte di esso” (T.18.I.4:2-6).

Gesù parla chiaramente ad una mente che vive gli effetti della sua decisione di sostituire “la verità con l’illusione” e “l’interezza con la frammentazione”. Non potrebbe parlare a noi come corpi perché sa che i corpi non sono altro che proiezioni della mente e quindi sono senza vita.  Tutto ciò che importa  è aiutarci a recuperare la nostra consapevolezza di noi stessi in quanto mente.

 Considerato il nostro investimento nella separazione e nella frammentazione, è evidente che siamo delle menti che prendono la decisione individualmente, diverse l’una dall’altra, e non è sbagliato pensare in questo modo nelle fasi iniziali del proprio lavoro con il Corso. Ma il risultato naturale del praticare il perdono è il graduale dissolvimento di questa sensazione di essere separati gli uni dagli altri, il che significa che indietreggeremo ci sposteremo indietro in direzione dell’unità, nei termini dapprima di riconoscere che tutti condividiamo un interesse comune e poi di renderci conto  che condividiamo la stessa Identità di Figlio di Dio. A questo livello di correzione arriveremo a sapere che c’è solo una mente. Non sceglieremo più di sostituire l’interezza con la frammentazione e la verità con l’illusione, e quindi gradualmente accetteremo l’unità come verità ed avremo  sempre meno attrattiva per l’esperienza della separazione.  Anche la domanda #663 tratta questa tematica e cita dei passaggi del Corso ad essa pertinenti.

La morte è una decisione presa dalla mente per uno scopo o della mente corretta o della mente sbagliata. In altre parole è parte del continuum della costante decisione della mente o di difendere l’illusione della separazione o di disfarla. La mente non è nel corpo, quindi quando il corpo muore la mente non viene cambiata in alcun modo. E’ influenzata unicamente dalle proprie scelte. Da questa prospettiva, la morte è irrilevante, sebbene dalla prospettiva del mondo è chiaro che non sia così. Vedi le domande #68 e #494 per ulteriore discussione e riferimenti.

Chiedere se portiamo con noi ciò che impariamo in questa vita è dare per scontato che il tempo sia lineare e Un corso in miracoli insegna  che non lo è. Dobbiamo sempre ritornare al punto di riferimento che la mente è fuori dal tempo e dallo spazio e che deve decidere tra due insegnanti e il loro sistema di pensiero. E’ molto umiliante che ci venga chiesto di ignorare la nostra esperienza come punto di riferimento per comprendere tematiche come queste, ma dobbiamo veramente elevarci al livello di Gesù se vogliamo fare progressi nella comprensione dei suoi insegnamenti. Il tempo e lo spazio sono parte della strategia dell’ego per convincerci che siamo corpi, per sostituire l’interezza con la frammentazione, come riportato sopra. L’apprendimento avviene solo al livello della mente che prende la decisione e che è fuori dal tempo e dallo spazio, ed essenzialmente consiste nell’imparare che la sua scelta in favore del sistema di pensiero della separazione era un errore che ora può essere corretto.