Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 347 Trovo il Natale molto deprimente. Come dovrei vedere ciò?

 

D # 347: Come studente di Un Corso in Miracoli, col passare degli anni trovo il periodo delle feste di Natale sempre più difficile e deprimente. Come riconcilio il desiderio di voler partecipare ed essere gioioso e allegro durante questo periodo dell'anno che mi sembra solo convalidare il messaggio speciale ed il significato che il mio ego ha dato a questo periodo? È come un tiro alla fune: da un lato voglio rendere Gesù speciale per la sua "santa nascita", e dall'altra parte voglio rendere me stesso speciale per non voler partecipare alla festività. Cerco di non giudicare la festa, ma al contrario di sentirmi apatico nei suoi confronti. Potete aiutarmi a vedere la cosa in modo diverso?

 

R: Man mano che approfondiamo la nostra comprensione del Corso, cominciamo a vedere l'assenza di significato dei valori e delle credenze del mondo, compresi quelli più “sacri” come il Natale. Per l'ego questo è deprimente, poiché l'ego non vuole altro che avere la convalida "divina". Quale maggior prova che il mondo è reale e che noi vi siamo dentro, del far sì che Dio mandi Suo Figlio nel mondo per redimerlo? Sfidare questa credenza, dunque, è estremamente minaccioso per l'ego. Il conflitto che descrivi è molto comune, ed è inevitabile fintanto che si cerca significato in ciò che di significato non ne ha. Se la celebrazione delle feste natalizie non fosse investita di un significato "santo" (non ne ha alcuno), e non fosse vista come diversa da altri semplici piaceri di cui si può godere nel mondo, non ci sarebbe alcuna necessità di reagire ad essa in modo minimamente diverso da come si reagisce ad una piacevole giornata sulla spiaggia.

Il problema non è legato all’impegnarsi nelle attività del periodo natalizio, e la soluzione non è essere apatici al riguardo. Ciò che rinforza la colpa e causa il conflitto che descrivi, è desiderare che la follia dell'ego sia vera, e che la salvezza si trovi nel gran numero di sostituti fatti specificamente per escludere Dio e negare la verità. Imparare questo è un processo, ed il Natale è una perfetta aula scolastica nella quale riconoscere il profondo investimento che abbiamo nel difendere la nostra identità di corpi e provare che abbiamo ragione. Pensare di essere dei corpi nel mondo e che il Natale, fra molte altre cose, ci renderà felici, è quello che di fatto ci rende profondamente infelici. La nostra vera speranza si trova nell'accettare che non sappiamo chi siamo, né che cosa ci renderà felici. Potremmo poi essere disposti ad accettare la definizione dello Spirito Santo su Chi siamo in quanto unico Figlio di Dio, e trovare la felicità nel conoscere la nostra vera Identità.

Di per sé i regali, le luci ed i simboli del Natale fatti dall'ego per glorificare la specialezza non sono nulla. In effetti, Gesù utilizza molti di questi stessi simboli nel Corso per insegnarci l'opposto del messaggio di separazione e di specialezza dell'ego. L'errore è credere che in sé abbiano il potere di renderci veramente felici o darci la pace che cerchiamo. È questa convinzione che causa la sofferenza che descrivi. La speranza di una festa pacifica si trova nell’essere disposti a guardare queste credenze illusorie, senza giudicarle come qualcosa di diverso dall’essere puramente illusorie.

Ci facciamo un vero regalo quando facciamo quello che Gesù ci dice: "Questo Natale dai allo Spirito Santo tutto ciò che ti ferisce" (T.15.XI.3:1). Ciò che ci ferisce è l'identificarci con il sistema di pensiero dell'ego. "È il pensiero che conta" è un ritornello comune allorquando si dà un regalo per le feste. In questo caso si applica a proposito, poiché sono proprio i nostri pensieri sbagliati ad essere trasformati quando vengono dati allo Spirito Santo, portandoci così immenso sollievo dalla follia delle menzogne dell'ego. Così è possibile partecipare alla celebrazione delle feste, vedendole come un'altra aula scolastica nella quale imparare le lezioni di perdono dello Spirito Santo invece di rinforzare la specialezza dell'ego. In questo spirito possiamo trovare la pace durante questo periodo di Natale pur partecipando alle celebrazioni in qualsiasi modo sembri appropriato.