D # 381: Nella risposta alla Domanda #58 si affermava che Un corso in miracoli ci chiede di rispondere con amore a qualcuno che ha un’esplosione di qualsiasi tipo e se la nostra risposta è qualcosa di meno dell’amore è dell’ego. Quale potrebbe essere una risposta d’amore nei confronti di un supervisore che grida contro di te davanti agli altri umiliandoti e sbattendo fogli sulla scrivania? Nella stessa risposta si affermava anche che dobbiamo essere vigili per qualsiasi sensazione o reazione soggiacente. Sento di aver bisogno di consigli specifici in merito a cosa fare quando avvengono queste esplosioni. Sono certa di avere la piccola disponibilità di aiutare sia lui che me stessa, tuttavia non so cosa fare per aiutarci.
Quanto sono responsabile per il fatto di avere qualcuno come lui nella mia vita? Quanto sono responsabile per il fatto che mi capitino cose brutte?
R: Una delle prima cose che ti può essere utile fare è comprendere che il Corso ci insegna a diversi livelli. Pur essendo consapevole che noi stiamo sognando una moltitudine di esperienze nella forma, Gesù parla alla mente: precisamente al potere di scelta della mente.
Questo è un Corso sul contenuto (mente), e non sulla forma (corpi). Tuttavia, finché siamo ancora convinti di essere corpi che interagiscono con altri corpi nel mondo, non è mai utile cercare di rispondere ad una specifica situazione della nostra vita al livello metafisico dell’insegnamento del Corso. I principi del Corso a cui si riferisce la domanda precedente sono la spiegazione che il Corso dà di quanto avviene a livello della mente. Riguardano la ragione reale per cui senti quello che senti quando qualcuno grida contro di te, ossia l’effetto di una scelta nella mente di identificarti con il sistema di pensiero dell’ego anziché con l’amore dello Spirito Santo.
È vero che l’obiettivo ultimo di Un corso in miracoli è insegnarci a percepire solo una richiesta di amore o un’espressione d’amore, ma questo avviene alla fine del processo. Nel frattempo è importante essere onesti in merito a quello che si prova, senza giudizio e senza cercare di partire da un punto della mente con il quale non sei ancora pienamente identificata.
Il Corso non ci chiede di comportarci in alcun modo che non sia normale, ma al livello nel quale crediamo di essere. I tuoi sentimenti durante gli attacchi del tuo supervisore sono certamente normali. Fintanto che li hai non dovrebbero essere negati, ignorati o giudicati.
Questo non vuol dire che tu non possa essere disposta a rivederli quando studi il Corso, per imparare come i suoi principi si applicano a questa situazione. È molto importante, tuttavia, non rimuovere o sminuire le tue sensazioni. Queste sono indicazioni che ciò che il Corso dice è vero, che abbiamo un forte attaccamento alla nostra identità di corpi. Questo non è peccato: è un errore di identità e deve essere corretto dallo Spirito Santo. La nostra funzione è riconoscere che tutto quello che proviamo quando siamo attaccati, per quanto normale possa essere, di fatto viene da una errata identità. Durante l’effettivo attacco può esserti possibile chiedere aiuto. L’aiuto che puoi volere è di sentirti meglio e di non essere attaccata. L’aiuto di cui hai bisogno è di imparare ad interpretare l’esperienza in modo diverso: “Non sei costretto, ma semplicemente speri di ottenere una cosa che vuoi. E puoi dire in perfetta onestà: Voglio un altro modo di vedere questa cosa (T.30.I.11:2,3,4). Come ci viene detto proprio all’inizio del Libro degli esercizi: “Non sono mai turbato per la ragione che penso io (L.pI.5). Anche se puoi non crederci durante l’attacco, ricordarsi di chiedere aiuto richiamando alla mente uno o entrambi questi pensieri quando vieni attaccata ti porta in contatto con la parte della tua mente che crede davvero in essi. Questo è l’inizio del processo di perdono e sebbene possa non sembrare proprio così, è un passo molto importante.
Dapprima puoi ricordare queste idee solo molto tempo dopo che l’attacco è avvenuto e sei già molto turbata. Non ha importanza. Se sei disposta a ricordare, e se cerchi di farlo fedelmente, il tempo che intercorre tra il momento dell’attacco e il momento del ricordo prima o poi si restringerà.
Non è tua funzione cercare di pensare o sentire le cose in maniera diversa, o aiutare il tuo supervisore o te stessa in alcun modo: questo viene dallo Spirito Santo. Con il Suo aiuto il tuo modo di pensare gradualmente cambierà, e tu non sarai più turbata allo stesso modo per un attacco. Fino a quel momento è importante non giudicarti in alcun modo per essere turbata, per dimenticare di chiedere aiuto, o per qualsiasi tua reazione agli attacchi. Ti vengono richieste solo onestà e disponibilità. Ti può essere utile rileggere le istruzioni nell’introduzione al Libro degli esercizi (L.in.8,9).
In risposta alla seconda parte della tua domanda è importante ricordare che il mondo, essendo stato fatto come un attacco a Dio, è pieno di conflitto, dolore e cose “brutte”. Un corso in miracoli non è un programma per imparare a controllare la forma della nostra vita e del nostro ambiente così da evitare la sofferenza. L’obiettivo del Corso è addestrare la nostra mente “in modo sistematico perché giunga ad una percezione diversa di ogni persona ed di ogni cosa nel mondo” (L.in.4). Stiamo imparando a interpretare noi stessi, le nostre esperienze e tutte le nostre relazioni in maniera diversa. In questo mondo è inevitabile che accadono le cose “brutte”, perché il mondo è stato fatto dall’ego come “luogo in cui Dio non potesse entrare” (L.pII.3:2). In quanto studenti del Corso il nostro obiettivo non è avere una vita senza difficoltà, ma imparare che queste non devono portarci via la nostra pace. Nell’aula scolastica dello Spirito Santo queste difficoltà sono opportunità per riconoscere la nostra percezione sbagliata in relazione a chi siamo così da poter chiedere, ed essere disposti ad accettare, un nuovo modo di percepire. Questo processo di apprendimento è il modo per ricordare che in effetti siamo a casa.
Di nuovo, il Corso si rivolge alla mente. Quando ci dice che i personaggi del sogno mettono in atto la colpa che proiettiamo, è perché tutto nel sogno riflette la scelta – fatta nella mente – di identificarci con l’ego o con lo Spirito Santo. I personaggi del sogno parlano ed agiscono secondo ciò che vogliamo ascoltare e vedere, proprio come i personaggi dei nostri sogni notturni. Essi ci rimandano di riflesso la nostra scelta a favore di interessi separati o condivisi. Tu non sei responsabile del fatto di avere un supervisore che attacca, tu sei responsabile della scelta nella mente di identificarti con un corpo che sembra vulnerabile all’attacco. Sei anche responsabile di tutti i passi che fai nel praticare il Corso nel senso di imparare gradualmente, gentilmente e con pazienza che non sei un corpo con interessi separati.