D # 172: Qual è il risultato finale dello studio di Un corso in miracoli? Dovrei essere in grado di far andare la mia vita nella direzione che desidero? A pagina 422 del testo, il corso afferma:
Io sono responsabile di ciò che vedo.
Scelgo le sensazioni di cui faccio esperienza,
e decido l’obiettivo che voglio raggiungere.
E ogni cosa che sembra accadermi la chiedo,
e ricevo secondo ciò che ho chiesto.
Questa non è ovviamente una nuova idea e molte persone l’hanno sentita, ma poche, per non dire nessuna, sono state in grado di realizzarla o di farla funzionare nella loro vita. C’è qualcosa che queste persone, ed io stesso, abbiamo fatto di sbagliato?
R: La pace – e la liberazione da tutta la colpa – è il risultato finale dello studio del Corso, e dell’applicazione dei suoi principi (M.28.3:4,5). Sebbene una lettura iniziale di molti dei passaggi del Corso, incluso quello che hai citato, sembrerebbe suggerire che lo scopo del Corso è di farci vedere come far diventare la nostra vita quella che vogliamo che sia, man mano che studi il Corso, col tempo diventerà evidente che questa non è la sua intenzione. Nel passaggio succitato il Corso parla della scelta delle sensazioni e dell’esperienza solo al livello del contenuto, non della forma: la nostra esperienza sarà di amore o di paura, di pace o di conflitto, di felicità o di dolore?
Ci sono molti passaggi che lo rendono chiaro. Tra le lezioni iniziali del libro degli esercizi ce ne sono due che ci ammoniscono: “Io non percepisco ciò che è meglio per me” (L.pI.24) e “Io non conosco lo scopo di nulla” (L.pI.25). Il Corso ci chiede di prendere atto che non siamo nella posizione di prendere decisioni in merito a ciò che ci porterà felicità o gioia o pace. Ciò dipende dalla nostra Guida, lo Spirito Santo. “Egli conosce tutti i fatti: passato, presente e da venire. Egli conosce tutti gli effetti del Suo giudizio su tutti e tutto ciò che ne è coinvolto in qualsiasi modo” (M.10.4:8,9). E così, “Chiedi ed Egli risponderà. La responsabilità è Sua e soltanto Lui è adatto ad assumersela. Far ciò è la Sua funzione. Rivolgere a Lui le domande è la tua. Vorresti essere responsabile per decisioni sulle quali comprendi così poco? Sii lieto di avere un Insegnante Che non può fare errori. Le Sue risposte sono sempre giuste. Potresti dire altrettanto delle tue?" (M.29.2:7,8,9,10,11,12,13,14).
Perfino queste righe sono aperte ad essere erroneamente comprese ed interpretate, perché è facile concludere che significano che lo Spirito Santo provvederà a tutto ciò di cui abbiamo bisogno nel nostro mondo per provare qui la felicità come la definiamo noi, che solitamente significa vedere soddisfatti i nostri bisogni. Ma ancora, questo non è l’intento del Corso. Il suo focus è volto a portare un cambiamento al livello della mente cosicché diventeremo sempre meno influenzati dalle cose che accadono o non accadono intorno a noi e a noi. C’è una frase del testo che chiarisce questo concetto: “non cercare di cambiare il mondo, ma scegli di cambiare la tua mente riguardo al mondo” (T,21,in.1:7). Il tipo di cambiamento che il Corso cerca di portare dentro ciascuno di noi è uno spostamento dal giudizio al perdono. Perché, come il Corso ci ricorda, “coloro che sono stati perdonati hanno tutto” (T.3.V.6:3), non in senso materiale, ma nel senso che ricordiamo che la mancanza e la perdita dell’amore, che è la nostra eredità naturale, è impossibile. E guarderemo il mondo e vedremo solo pace, non importa quali battaglie sembrino infuriare.