Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 147 Come portare pace alla mente di qualcun altro?

 

D # 147: Come posso rivolgermi a Gesù per portare pace alla mente agitata, impaurita, irrequieta di qualcun altro quando non sono praticamente capace di comunicare con questa persona (verbalmente o in altra maniera)? È forse possibile, visto che spesso (per dirla in modo delicato) è già abbastanza arduo portare pace alla propria mente?

 

R: Dal momento che Un corso in Miracoli ci dice che la pace è il risultato della scelta di identificarci con lo Spirito Santo o Gesù nella nostra mente, non è in realtà possibile chiedere a Gesù di portare pace alla mente di qualcun altro (M.5.III.1:1,2,3,3:6). Inoltre, Gesù non porta pace alla nostra mente. Il Corso insegna che la mancanza di pace è, in qualche maniera, il risultato di aver fatto  nella mente una scelta di identificarci in qualche modo con il sistema di pensiero dell’ego. Ne risulta una sensazione di colpa, che sostituisce la pace nella nostra consapevolezza. La mente impaurita e irrequieta di questa persona sta chiedendo aiuto. Per essere di aiuto a costoro, dobbiamo prima prendere atto del fatto che questa è la scelta che essi hanno fatto, e riconoscere la capacità della loro mente di scegliere in modo diverso.

Poi riesaminiamo la nostra mente alla ricerca di qualunque giudizio stiamo trattenendo nei confronti di questa persona, e qualsiasi inquietudine possiamo sperimentare, riconoscendo così il nostro personale bisogno di guarigione. La nostra “preghiera” per un altro inizia con il chiedere aiuto allo Spirito Santo o a Gesù per lasciare andare i nostri giudizi e mal-percezioni sia riguardo a noi stessi che all’altra persona.

Questo perché, se percepiamo un’altra persona nel bisogno o nella mancanza di pace, è perché prima abbiamo percepito questa mancanza in noi stessi, come tu fai notare. Se lasceremo veramente andare le nostre mal-percezioni e accetteremo la correzione dello Spirito Santo, proveremo la pace. La pace nella nostra mente viene quindi estesa attraverso la Figliolanza: si unisce alla pace che è presente nella mente di ognuno, sia che scelga di esserne consapevole o meno. Questo è il procedimento tramite il quale noi “offriamo” pace a un fratello. L’azione reale è sempre nella nostra mente personale. Non c’è necessità di comunicare esternamente con l’altra persona. Scegliendo noi stessi la pace, siamo come un promemoria della pace che è già loro, ma né noi né Gesù possiamo scegliere per qualcun altro, come Lui stesso ci dice: Non posso scegliere per te [per qualcun altro] ma posso aiutarti a fare la tua giusta scelta” (T.3.IV.7:11). Una volta che abbiamo permesso ai pensieri dello Spirito Santo di sostituire i nostri, egli ci guiderà ad agire in un modo che sarà amorevole verso questa persona oppure a non agire affatto. Questo sarà sotto la guida dello Spirito Santo se avremo fatto veramente i nostri ”compiti a casa”, come spiegato  sopra. Questo è il modo in cui possiamo vivere la seguente preghiera del Testo, che contiene la risposta alla tua ricerca di pace e a quella del tuo amico: “Desidero questo istante per me stesso, affinché possa condividerlo con mio fratello che amo. Non è possibile che io possa averlo senza di lui o lui senza di me. Tuttavia è del tutto possibile per noi condividerlo adesso. E così scelgo questo istante come quello da offrire allo Spirito Santo affinché la sua benedizione possa discendere su di noi e mantenerci entrambi in pace” (T.18.V.7:3,4,5,6).