D #918: Mi sto cimentando con la riga nella quale si suppone dobbiamo ripetere/meditare su: “Il mondo che vedo non contiene nulla che io voglia” (L.pI.128). Naturalmente so che non è vero. Vivo in un corpo e negare le cose che voglio/per cui mi batto sembra abbassare la mia energia vitale e mi fa sentire depresso. Naturalmente il Corso prosegue con l’ulteriore affermazione: “Al di là di questo mondo c’è un mondo che voglio” (L.pI.129) ma trovo che, come il Corso anche afferma, io voglio entrambi i mondi. Perché mai devo decidere tra i due quando il Cielo “non ha opposti”? Sono in qualche modo perplesso a questo riguardo. Inoltre, in un libro canalizzato da Doreen Virtue, gli Angeli suggeriscono di non preoccuparci troppo “sull’aldilà” ma di andare avanti godendoci la vita qui in questo mondo (di illusione). Ora questo non è un sentiero più diretto vero il vivere un “sogno felice” invece del rifiutare questo mondo, anche se, così com’è, è un’illusione, transitorio e con una fine? Non posso smettere di vivere in un corpo se non semplicemente morendo, o no? Ma morire, secondo Un corso in miracoli è ancora un segno della mente sbagliata, semplicemente una via d’uscita senza aver preso una decisione – ho compreso correttamente? Trovo che più faccio il Corso peggio mi sento, oltre che più confuso.
R: Gesù sa che il mondo che vediamo non contiene nulla che vogliamo davvero, ma non è così ingenuo da pensare che noi non crediamo ci sia valore nel mondo. Questa è la ragione per cui egli ci presenta questa lezione, perorando la sua causa per incoraggiarci ad accettare e a credere in questo pensiero, sapendo nello stesso tempo che noi non gli crediamo. Egli ci sfida a mettere in dubbio il reale valore di tutto ciò che cerchiamo nel mondo, sapendo che sono solo proiezioni di un pensiero di colpa e mancanza nella mente e non potrà mai soddisfarci davvero.
Ma sarebbe una errata interpretazione di queste lezioni pensare che Gesù stia chiedendoci di rifiutare il mondo o di negarci qualsiasi cosa pensiamo di aver bisogno o di volere. Il mondo, una volta che lo abbiamo scelto, è neutrale e può servire o allo scopo dell’ego o a quello dello Spirito Santo. Ciò che Gesù ci sta invitando a fare è rifiutare il sistema di pensiero dell’ego ed il suo scopo per il mondo, che è quello di rinforzare il nostro credere nella mancanza e nella deprivazione, mentre consideriamo qualcun altro responsabile per come ci sentiamo. Il mondo non è altro che una proiezione di una scelta interiore di ciò che desideriamo vedere e lo percepiremo in maniera differente a seconda dell’insegnante interiore a cui ci rivolgiamo: l’ego o lo Spirito Santo.
Sebbene sia vero che il Cielo non ha opposti, è evidente che noi possiamo credere di aver fatto un opposto al Cielo, come testimonia la nostra apparente esperienza qui nel mondo illusorio di tempo, spazio e corpi. E finché continuiamo a credere nella realtà di quel pensiero di opposti e dei suoi effetti – la minuscola folle idea di separazione e il mondo che deriva da essa – Gesù lavorerà con noi all’interno di quel sistema di opposti per aiutarci a riconoscere più chiaramente le conseguenze della nostra scelta in favore della separazione, cosicché noi si diventi più disposti ad accettare la sua correzione di quella scelta: la vera percezione dello Spirito Santo che si acquisisce tramite il perdono. Non che il mondo della vera percezione sia in alcun modo più reale del mondo della falsa percezione, ma esso di fatto riflette la realtà della unità del Cielo, dove non ci sono opposti.
Queste lezioni non stanno mettendo a confronto il mondo della nostra esperienza con un al di là che viene dopo la morte – questo sarebbe ancora parte del sistema di pensiero dell’ego secondo il Corso (es. M.27.4:1,2) – ma con un modo diverso di percepire il mondo ora! E man mano che pratichiamo questa nuova percezione, attraverso il perdono di tutti i nostri giudizi, arriveremo a riconoscere sempre più chiaramente che non stiamo vivendo in questo corpo che abbiamo pensato essere il nostro sé. E allora sapremo che non si può sfuggire al corpo e al mondo con la morte, ma semplicemente cambiando la nostra mente in merito a chi pensiamo di essere.
Se cercherai di conciliare gli insegnamenti del Corso con altri percorsi spirituali e opere canalizzate, è quasi certo che sarai confuso, poiché essi sono basati su teologie implicitamente o esplicitamente diverse, usando serie di simboli diversi, e i passi lungo i quali ti condurranno possono ben contraddire, se non altro al livello della forma, i passi specifici che il Corso ti invita a fare. Questo non rende sbagliato nessuno di essi, solo differente. E se sei più attratto da un’altra forma di insegnamento, che ha maggior senso per te o che ti produce meno confusione del Corso, allora seguila con ogni mezzo.