Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 929 Quali sono esattamente le minacce di cui l’ego è consapevole?

 

D #929: Un Corso in Miracoli afferma che l’ego “Non vede alcuna differenza tra gli impulsi al miracolo e le sue stesse credenze che gli sono aliene... [e] ...non fa distinzione tra questi due tipi molto diversi di minaccia" (T.9.VIII.3:1,2). So che questo è mettere a confronto la grandezza con la grandiosità e il fatto che l’ego è consapevole di qualcosa di più grande di lui “là fuori” (o in realtà, qui dentro). Ma siamo confusi riguardo quali possano effettivamente essere le credenze aliene dell’ego (né sue né esterne ad esso?). È corretto dire che l’ego è costantemente consapevole di “quest’altra” presenza? Sappiamo che non è consapevole dello Spirito Santo (La Voce che parla per Dio) di per sé, quindi lo saremmo noi quali decision maker? Quali sono esattamente le due minacce molto diverse?

 

R: Gli impulsi al miracolo sono emanati, ovviamente, dalla mente corretta, sotto la guida dello Spirito Santo, e il loro scopo è disfare la nostra credenza nell’ego. È evidente il motivo per cui l’ego percepisce tali impulsi come una minaccia, sebbene non li riesca realmente a comprendere. Le credenze aliene all’ego, dall’altro lato, hanno origine nel sistema di pensiero dell’ego, ma rappresentano i pensieri separati dell’ego per i quali esso cerca di negare la responsabilità, compresi i pensieri di attacco, di colpa, di debolezza e di limitazione, che, sebbene invenzioni dell’ego, devono essere visti come esterni ad esso perché funzionino come difese. E quindi i pensieri di vendetta e di distruzione attribuiti a forze fuori di esso ironicamente scatenano un senso di minaccia nell’ego, sebbene paradossalmente siano parte dello schema di auto-conservazione dell’ego. E sono queste minacce, come anche la paura del’ignoto rappresentata dagli impulsi al miracolo, che spingono l’ego verso illusioni di grandiosità auto indotte.

Esiste una spiegazione molto semplice per la singola, comune percezione dell’ego e come risposta ad entrambe le fonti di minaccia. L’ego è, molto semplicemente, un pensiero di attacco e pertanto la sua unica reazione a qualunque cosa percepisca al di fuori di sé -- reale o immaginaria – deve essere di attaccare, adesso o più tardi (T.9.VIII.3:4,5,6). L’attacco può essere diretto (odio speciale) o indiretto (amore speciale), ma l’attacco è tutto ciò di cui è capace l’ego. Nell’amore speciale, o dove l’equilibrio di potere sembra in modo opprimente contro di esso, l’attacco può essere mascherato, ma il contenuto non è comunque nient’altro che attacco. E quindi l’ego non fa né può fare distinzione tra il contenuto di qualsiasi pensiero che esso attacca. Molto simile a come il giudizio dello Spirito Santo, vedendo tutto come un’estensione d’amore o una richiesta d’amore, risponde solo con amore (T.12.I.3), così l’ego, indipendentemente dalla natura del contenuto che incontra, vede tutto solo come una minaccia alla sua esistenza e risponde solo con odio ed attacco.

Pertanto, per l’ego, il nemico è sia qualsiasi pensiero della mente corretta che rifletta la verità di chi noi siamo nella nostra illimitatezza – la grandezza del nostro vero Sé – sia qualsiasi pensiero egoico, incluso il corpo, che sfidi o mini l’immaginaria “autonomia” e “supremazia” dell’ego. Ironicamente, come già notato, gli altri pensieri egoici che esso attacca sono semplicemente parti separate di se stesso, ma l’ego è capace di percepire solo minacce da qualsiasi cosa veda come esterna a se stesso (T.4.V.2,3).

Una terza fonte percepita di minaccia, come hai osservato, è il potere della nostra mente di scegliere tra  quei pensieri della mente corretta e quelli della mente sbagliata in quanto, per quanto l’ego possa odiarci, dipende dal potere della nostra mente di sceglierlo perché la sua esistenza continui (T.6.IV.4:1,2; T.7.VI.3).

E quindi possiamo dire inequivocabilmente che “L’ego è letteralmente un pensiero di paura” (T.5.V.3:7). Fintanto che rimaniamo identificati con l’ego, possiamo solo vacillare tra varie forme di paura e di attacco, oppure di sospetto e malvagità (T.9.VII.3:4,5,6,7,8,9,10). Se potessimo guardare molto onestamente tutte le nostre reazioni ad ogni cosa attorno a noi quando siamo nella nostra mente sbagliata, riconosceremmo che questo è veramente l’unico contenuto che siamo in grado di sperimentare come ego.

La follia delle difese dell’ego è maggiormente visibile nell’auto-alimentazione della sua grandiosità, che è sempre un attacco verso un fittizio altro, come difesa contro l’intrinseco senso di piccolezza e di vulnerabilità dell’ego. L’altro deve essere ritenuto responsabile per le sensazioni di inadeguatezza, anziché vedere queste ultime innanzitutto e semplicemente come risultato di una scelta in favore dell’ego stesso.