D #1113: Sono infastidito dal concetto di relazione santa. Mi sento alquanto tagliato fuori perché non ho questo tipo di relazione con un’altra persona. Ho sentito altre persone del Corso dire che il Corso non intende esattamente questo, ma avendo guardato piuttosto attentamente in tutto il testo sembra proprio che questo sia esattamente ciò che intende Gesù. E siccome moltissimo sembra dipendere da questa relazione santa, mi fa sentire come se non fossi qualificato a lavorare con Un corso in miracoli perché nella mia vita non c’è un altro per me significativo.
R: La nostra risposta alla domanda #223 fornisce una utile panoramica della tematica riguardante i partner speciali di apprendimento nel nostro lavoro con il Corso. In generale, abbiamo tutti persone nella nostra vita che stimolano le nostre reazioni in modo preponderante, e questi incontri possono essere utili nell’indirizzarci verso una qualche colpa profondamente sotterrata, che possiamo così vedere e per la quale chiedere aiuto. Le relazioni di amore speciale e odio speciale sono sempre radicate nella colpa che abbiamo sotterrato e proiettato nello sforzo di liberarcene. Esse sono definite solo da questa scelta di accettare l’interpretazione che l’ego dà della nostra colpa e non dal modo in cui i corpi interagiscono. Questo è un altro punto critico sollevato con la nostra discussione. Le relazioni esistono solo nella mente (contenuto) e non sono tra corpi nel mondo (forma), come comunemente tendiamo a pensare (vedi T.28.IV.3).
Una relazione santa fluisce in modo automatico dalla nostra scelta di avere lo Spirito Santo come nostra Guida per vedere tutto, il che significa che tutti i nostri pensieri e percezioni rifletteranno in qualche modo l’unità della Figliolanza, e così vedremo i nostri interessi come condivisi con quelli di tutti gli altri e non come separati e conflittuali. In questo modo non dovrai far accadere qualcosa o mettere a posto qualcosa con un’altra persona nella tua vita per fare esperienza di una relazione santa. La sola relazione è quella che esiste nella tua mente tra te e lo Spirito Santo, che può allora essere simboleggiata in una relazione con un’altra persona, intendendo che la relazione ora serve lo scopo dello Spirito Santo anziché quello dell’ego. Ma non devi essere in una relazione intima con qualcuno perché questo accada. La questione è sempre se stai rendendo reale nella tua mente il sistema di pensiero dell’ego o quello dello Spirito Santo. Tutto il resto sarà un simbolo di quella scelta.
All’inizio della trascrizione di Un corso in miracoli, Gesù parlava a Helen della sua relazione con Bill Thetford ed altre persone significative della sua vita. E così ci sono molte affermazioni riguardanti “tu e tuo fratello”. Tuttavia egli pone anche la sua enfasi sul fatto che “non puoi interagire che con te stesso” (T.31.V.15:5), e che “non c’è nulla fuori di te” (T.18.VI.1:1). “Tu e tuo fratello”, così, sono simboli o concetti nella nostra mente e questo è quanto Gesù sta cercando di farci vedere. Sì, questo è certamente un livello di consapevolezza avanzato, ma se perdiamo di vista questa verità centrale, non saremo in grado di praticare questo corso come era inteso venisse praticato, e finiremo con il portare Gesù giù al nostro livello (l’obiettivo più caro all’ego) anziché elevarci al suo livello, dove la nostra mente è ripristinata al suo stato naturale di amore e pace eterne.