D #1303: Le mie esperienze con Un corso in miracoli non sembrano cadere nella categoria del “dolce risveglio”. Talvolta ho esperienze estreme dell’odio dell’ego e talvolta apparenti barlumi dell’Amore di Dio per me che sono soverchianti. Recentemente, prima di addormentarmi, stavo pensando a quanto io “voglia essere amore” e mentre sonnecchiavo sono stato svegliato da una voce/un ruggito senza forma, potente come l’intero universo, che mi ha fatto tremare al punto di farmi quasi andare a pezzi. È accaduto diverse volte. Non sapevo realmente cosa fare di queste esperienze, così le ho perdonate, dicendomi che Dio non farebbe nulla per provocarmi dolore. Mi chiedo se questa sia una fase del mio percorso spirituale che alla fine passerà. Potete aiutarmi a dare un senso a ciò, poiché vorrei fare la mia parte nel guarire la mente.
R: Genericamente parlando, si può dire che la Voce dello Spirito Santo sia sempre quieta, gentile e pacifica e che quindi le esperienze inquietanti vengano sempre dall’ego. L’intensità di queste esperienze rifletterebbe l’intensità della propria paura e resistenza.
Abbiamo tutti una tremenda paura di risvegliarci dal sogno, ma è quasi totalmente inconscia. La nostra decisione di studiare Un corso in miracoli simboleggia la nostra scelta di risvegliarci e di lasciar andare l’ego come nostro insegnante, ma la nostra paura non si volatilizza improvvisamente grazie a questa decisione (sebbene di principio potrebbe). Gli schermi difensivi che ci stavano proteggendo dalla nostra paura incominciano ad indebolirsi e allora la paura inizia a salire in superficie, prendendo varie forme e con diversi gradi di intensità. Abbiamo deciso di sotterrarla e poi di mantenerla sotterrata perché la sperimentavamo come soverchiante, avendo scelto di ascoltare i segnali d’allarme dell’ego secondo cui saremmo stati brutalmente puniti e poi distrutti se mai fossimo tornati indietro ed avessimo chiesto a Dio di accettare il nostro ritorno.
L’idea è di imparare che il solo potere che la paura abbia è quello che noi le abbiamo dato, sebbene non abbiamo alcuna consapevolezza di averla fatta noi. E’ semplicemente il risultato del nostro esserci identificati con l’ego e di aver poi dimenticato di avere una mente con il potere di capovolgere quella decisione. Dobbiamo rispettare la profondità di questa paura: tuttavia non dobbiamo negarla, scappare da essa o affrontarla come se fosse un nemico da sconfiggere. Dobbiamo solo ricordare di essere gentili con noi stessi e di assicurarci di fare a livello comportamentale qualsiasi passo sia in nostro potere per alleviare l’ansia quando inizia a soverchiarci. Guardarla con Gesù è il modo in cui incominciamo a lasciar andare la nostra credenza nella sua realtà.