Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 128 Come posso guarire la depressione spiritualmente anziché medicalmente?

 

D # 128: Ho lottato con la depressione clinica negli ultimi cinque anni o giù di lì. Quando non prendo le medicine divento molto stanco e non sono in grado di concentrarmi. Trovo che questa sia una condizione difficile con cui convivere. Ma quando prendo le medicine riesco a concentrarmi e non mi sento stanco. La mia domanda è: Un Corso in Miracoli dice che non siamo corpi. I nostri corpi sono proiezioni fatte dall’ego. Se qualcosa va male nel corpo, è stato l’ego a causarlo. Cosa devo fare per guarire questa depressione a livello spirituale così da non dover più prendere i farmaci?

 

R.: Perdona. È tutto quello che devi fare.

Nel caso in cui la risposta sembri troppo stringata, potrebbe essere utile aggiungere qualche altra parola. Tutto quello che facciamo qui nel mondo per affrontare i nostri limiti e bisogni corporei è quello che il Corso chiama magia (per una ulteriore discussione sulla magia, nel contesto delle dipendenze e del programma dei dodici passi, vedi la domanda 57). E’ tutta magia perché non ci indirizziamo al vero problema e alla fonte di tutti i nostri sintomi, che includono lo sperimentarci come un corpo. Il problema reale è sempre e soltanto la colpa nella nostra mente egoica. Il solo modo di affrontare il problema è tramite la pratica del perdono, che significa imparare, con l’aiuto di Gesù o dello Spirito Santo, a non giudicare le proiezioni del nostro ego così che possano essere ritirate e guarite nella mente dove hanno avuto origine.

Ora potrebbe esserci nella tua mente una stigmatizzazione associata all’assunzione di farmaci per la depressione e quello di fatto potrebbe essere il punto in cui puoi cominciare il tuo processo di perdono. Il fatto è che anche mangiare e dormire sono forme di magia che usiamo per fronteggiare quelli che altrimenti sarebbero degli stati sgradevoli o non funzionali. Ma la maggior parte di noi non chiede cosa dovremmo fare per guarire la nostra fame o la nostra stanchezza a livello spirituale così da non avere più bisogno di mangiare o dormire. E il Corso ci dice che tutte le illusioni sono la stessa cosa – non c’è gerarchia nella realtà (T.26.VII.6). Così puoi dapprima voler imparare a perdonare te stesso per i tuoi limiti, vale a dire imparare a non giudicarti per il fatto di percepirti come un corpo, con tutti i bisogni associati al vederti in uno stato corporeo, incluso  il prendere medicine per la depressione. Gesù ci ricorda dolcemente, “Non disperare, quindi, a causa delle limitazioni. E’ tua funzione sfuggire loro, ma non di esserne senza” (M.26.4:1,2).

Poi, piuttosto che tentare di trovare un mezzo spirituale per renderti indipendente dagli antidepressivi, può essere molto più benefico chiedere aiuto per entrare in contatto con la colpa sottostante che provoca i sintomi della depressione affinché possa essere guarita. Tutti i sintomi sono semplicemente segnali che vogliamo ancora che la separazione e tutte le sue ramificazioni siano reali. Ma quel desiderio ha un costo e ed è con quel costo che vogliamo cominciare ad essere maggiormente in contatto. Vederci come eternamente separati dall’amore, con nessuna possibilità di tornare a casa, è lo stato più deprimente di cui possiamo fare esperienza.

Ma la buona notizia è che la separazione non è vera in realtà. Quando vediamo il costo del credere nella separazione – il che include la depressione a causa della mancanza di speranza che percepiamo nella nostra “realtà” presente – il desiderio di un modo diverso di vedere crescerà gradualmente dentro di noi, fino a diventare tutto quello che vogliamo. Perché avremo imparato che il solo luogo di speranza reale è nella nostra mente, dove la presenza dell’amore è sempre a nostra disposizione per riportarci a casa.