D # 669: Sono stato attratto ad esercitare la rabdomanzia in connessione ai rimedi dei fiori di Bach, che si dice funzionino a livello energetico, con utili risultati per amici, me stesso, mio figlio, e il mio gatto. Recentemente ho fatto un’esperienza nella quale i rimedi che ho offerto ad un altro erano perfetti per me. E appena me ne sono reso conto, è sembrato che non ci fosse più bisogno di nessun rimedio specifico per nessuno dei due. Ho sentito un moto di gratitudine perché, mentre stavo scegliendo con la rabdomanzia un rimedio per gli altri, stavo anche io beneficiando energeticamente dei rimedi. Sento di aver avuto un barlume della differenza tra il guaritore guarito e il guaritore non guarito, che ora ha molto senso. Non posso guarire altri che me stesso.
Se attraverso la rabdomanzia dovrò scegliere un qualsiasi altro rimedio, immagino che sarà perché qualcun altro è venuto da me come mio guaritore anziché per offrire agli altri i miei servizi investiti di ego. Vale a dire affinché io possa ricevere con gratitudine anche per me stesso il messaggio che emerge per loro attraverso qualsiasi rimedio. Questo spiega forse perché due persone diverse che scelgono con la rabdomanzia i rimedi per una terza persona possono tirar fuori rimedi diversi? Questo non rende la rabdomanzia inaccurata: essa – come tutto (e tutti!) - è semplicemente una messaggera d’amore. In poche parole siamo guaritori reciproci. E il saperlo ci aiuta a ridere del concetto che l’ego ha di noi stessi, ci aiuta a ricordare che non c’è alcuna minaccia. Potete commentare?
R: Sembra tu abbia avuto un’esperienza genuinamente utile per quanto riguarda la guarigione, arrivata nel contesto specifico dei rimedi dei Fiori di Bach. Per chiarire ulteriormente la natura della tua esperienza può essere utile ricordare che tutto (e tutti) è in realtà un simbolo all’interno della nostra mente. Il significato di questi simboli – come messaggeri di amore o messaggeri di colpa e paura (T.19.IV.A.i) – non dipende da qualcosa che li riguarda, ma da qual è l’insegnante con cui abbiamo scelto di vederli.
La guarigione di cui parla Un corso in miracoli avviene quando riconosciamo che i nostri interessi sono gli stessi di quelli di nostro fratello o sorella: stiamo tutti cercando una via d’uscita dal sistema di pensiero doloroso, pauroso, guidato dalla colpa che abbiamo abbracciato e che opera all’interno di tutte le nostre vite. Con questo riconoscimento, faremo allora esperienza della guarigione in una qualche forma specifica che avrà un significato speciale per noi (i rimedi floreali di Bach, per esempio, nella situazione che tu descrivi). Ma, di nuovo, la forma specifica non è che un simbolo del contenuto soggiacente nella mente. Come osservi, se fossi identificato con il tuo ego ti vedresti come uno che ha un dono speciale da offrire con i fiori di Bach ad altri che sono separati e diversi da te, con i loro bisogni speciali, differenti dai tuoi. Agiresti come il guaritore non guarito (T.7.V.7:1,2,3,4; S.3.III). E così la stessa forma o simbolo può essere usata come strumento per separare o come strumento per guarire, a seconda dell’insegnante che scegliamo. E quando lo riconosciamo diventa chiaro, come tu osservi, che le forme specifiche o i rimedi diventano secondari, o irrilevanti, per la reale guarigione nella mente.