Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 352 Cosa dovrei fare se le circostanze esterne mi rendono depresso o arrabbiato?

 

D # 352: Negli ultimi sei mesi ho letto il testo e fatto le lezioni di Un corso in miracoli. A questo punto sono profondamente inquieto e con un sacco di sofferenza. Come veterano dei 12 passi della AA (Alcolisti Anonimi), sono solito guardare onestamente le mie percezioni peggiori, ma mi sembra di sentire un livello più profondo di rabbia e odio e non è carino. Non sento né il piacere dell’ego né la pace dello Spirito Santo. Sento veramente due menti e la mia decisione in merito a quale seguire sembra casuale e confusa. Mi sento come se non avessi idea di chi sono e cosa sto facendo. Sono da poco disoccupato e ora non ho idea di cosa fare come lavoro. Non ho relazioni d’amore o intime nella mia vita e non ne ho da molto tempo. Le mie amicizie sono solide e di sostegno ma io sono diviso tra sentirmi depresso/arrabbiato da un lato e grato dall’altro. Ho provato genuina gratitudine per gli eventi della mia vita, anche se da una prospettiva culturale può sembrare che per me non succeda granché in questo momento. Sto affondando in una depressione per quanto riguarda le cose esterne ed ho paura di restare bloccato qui. Potrei seguire dei consigli.

 

R: Il Corso ci assicura che il suo può essere un percorso dolce (es.: T.6.V.2:1; T.14.IX.3:2; T.15.XI.1:5,6; T.19.IV.A.11:6; T.21.I.3:1,2). Tuttavia il nostro ego, spaventato dalla prospettiva di perdere il controllo ed essere dissolto nell’amore, sembra determinato a permettere al processo di essere tutt’altro che dolce. Poiché l’ego prospera nella gravità e nella serietà, e non vorrebbe mai che noi prendessimo alla leggera le sue buffonerie. Sappi che non sei solo nella lotta che stai sperimentando.


Tu parli di sentire che sei di due menti, e la tua scelta tra di esse è casuale e confusa. Un passo utile nel tuo processo può essere comprendere ciò che il Corso ci invita a fare quando ci chiede di scegliere tra queste due menti, l’ego e lo Spirito Santo. Per la maggior parte di noi, per gran parte del tempo e di sicuro specialmente quando iniziamo ad imbarcarci in questo viaggio, scegliere lo Spirito Santo significherà molto semplicemente imparare a guardare il nostro ego e tutte le sue brutture senza giudicarlo. Non ci viene chiesto di negarlo, poiché crediamo ancora che sia reale. Ma se riusciamo a guardare l’ego con molta onestà, senza giudicarlo, incomincerà a perdere parte del suo apparente potere. Anziché soverchiante, incomincerà ad apparire semplicemente patetico, persino sciocco. E noi incominceremo a riconoscere sempre più che il nostro ego non ci rende in realtà così diversi da chiunque altro. Condividiamo tutti la sua follia e se ce ne vergogniamo può essere solo perché neghiamo quell’aspetto comune con tutti i nostri fratelli e sorelle.


Ora, ovviamente questo modo di guardare non è qualcosa che possiamo fare da soli, come tu stesso stai sperimentando. Perché quando guardiamo da soli – cosa che in realtà significa guardare con il nostro ego, dato che l’ego, per definizione, è il significato di ‘essere da soli’ – il risultato può essere solo dolore e disperazione. Essi sono la difesa dell’ego contro la nostra decisione di diventare disposti a prenderci meno sul serio con l’aiuto di Gesù e dello Spirito Santo. Gesù ci ha chiesto di unirci con lui nel processo di guardare il nostro ego (es.: T.11.V.1) perché senza quella dolce presenza al nostro fianco possiamo sono ingannarci col credere nell’orrore di ciò che vediamo in noi stessi. Tuttavia Gesù sorride semplicemente a tutto ciò e forse questo è il motivo per cui noi esitiamo a rivolgerci a lui, poiché potremmo non essere pronti a mettere delicatamente da parte il nostro ego mentre restiamo così intimamente identificati con il dolore e la disperazione.


E’ anche bene ricordare che non c’è alcun bisogno di forzare il processo, nessun bisogno di insistere nel guardare più profondamente quando la nostra paura è troppo grande, perché allora il nostro solo successo sarà spaventare noi stessi, altro obiettivo dell’ego per mantenersi vivo e vegeto. Usando le dolci parole di Gesù, che nulla chiedono: “E se troverai la resistenza forte e la dedizione debole, non sei pronto. Non combattere te stesso” (T.30.I.1:6,7).


La depressione è un’ennesima arma nell’arsenale difensivo dell’ego contro la verità in merito a Chi siamo. Il Corso attribuisce la depressione al fatto che, nel trovare felicità nei termini dell’ego, stiamo cercando di imparare un programma di studi impossibile (T.8.VII.8). Tuttavia quando siamo catturati nella sua spirale discendente può essere che cercare sostegno dagli altri, come un terapeuta gentile ed accogliente, ci possa fornire la mano di cui abbiamo bisogno e che ci aiuta a tirarci fuori dalle sabbie mobili dei giudizi dell’ego.

Se ti trovi ad affondare nelle tue interpretazioni della tua situazione di vita, prova a prendere in considerazione la possibilità di cercare qualcuno che possa aiutarti a trovare un modo diverso di affrontare le tue circostanze. Ripeto, ciò che è importante è riconoscere che non sei solo. Può solo essere il tuo ego a volere che tu ti creda solo ed intrappolato, e l’ego è capace solo di bugie.


Puoi trovare alcuni pensieri ulteriori che ti possono aiutare nella tua situazione nelle domande # 95 e # 313.