Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 399 Determinare il modo corretto di ascoltare e parlare agli altri.

 

D #399: Il mio quesito si riferisce alla domanda contenuta nel manuale degli insegnanti di Un Corso in Miracoli intitolata: "Qual è il ruolo delle parole nella guarigione?" (M.21). Man mano che proseguo lungo il mio sentiero di perdono sto imparando a permettere allo Spirito Santo di parlare agli altri attraverso di me. La mia risposta a un fratello è spesso qualcosa che mi sono reso conto avevo bisogno anche io di sentire o qualcosa che avevo già appreso e che avevo necessità di rafforzare. Talvolta mi sento guidato a dire qualcosa che in verità non ha niente a che fare con la situazione in corso. Perché mai Gesù vuole che io lo dica? Alle volte dico qualcosa e mi sembra che tutti mi guardino come se fossi pazzo! Per favore, un consiglio sarebbe ampiamente apprezzato!

 

R: Non c’è davvero modo di sapere perché tu venga sollecitato a dire certe cose. Nel nostro stato attuale non siamo in grado di vedere nella nostra mente, dove avvengono tutte le scelte e tutte le dinamiche. Potrebbe esserti d’aiuto, comunque, spostare la tua attenzione da ciò che la voce dice al compiere ciò che ti dice di fare così che tu possa sentirla meglio. Come ci siamo resi conto, l’enfasi di Un Corso in Miracoli è sempre sul disfare le interferenze al nostro ascolto della Voce dello Spirito Santo. Questo è qualcosa che Gesù ha sottolineato con Helen, la scriba del Corso: "Ricorda che non hai bisogno di nulla, ma che possiedi una riserva infinita di doni amorevoli da offrire. Ma insegna questa lezione solo a te stessa. Tuo fratello non la apprenderà dalle tue parole o dai giudizi che hai emesso su di lui. Non hai bisogno di dirgli nemmeno una parola. Non puoi chiedere: ‘Cosa posso dirgli?’ e ascoltare la risposta di Dio. Piuttosto domanda: ‘Aiutami a vedere questo fratello attraverso gli occhi della verità e non quelli del giudizio’ e l’aiuto di Dio e di tutti i Suoi angeli risponderà" (Absence from Felicity, p. 381).

Quindi, proprio come Gesù ha aiutato Helen ad imparare, il nostro obiettivo dovrebbe essere sempre quello di percepire noi stessi e gli altri attraverso gli occhi non-giudicanti del perdono, cui accediamo guardando dapprima quanto siamo pronti a giudicare e a trovare errori. Siamo tutti smaniosi di sbarazzarci del nostro ego così che l’amore di Gesù o dello Spirito Santo possa parlare agli altri attraverso di noi e a quel punto saremo davvero d’aiuto. Ma questo è solitamente un processo molto, molto lungo perché mettiamo in atto così tante difese che non siamo consapevoli del nostro tenace bisogno di conservare queste stesse difese (le molte forme di giudizio, specialezza e preoccupazioni in merito al corpo). Quando l’ego se ne è andato, resta una sola Voce e non vi è altro sé del quale domandarsi il significato. Ma questa è la fine del processo. Gesù ci chiede semplicemente di compiere proprio adesso i piccoli passi che conducono in quella direzione (L.pI.193.13:7), non in modo tale da dire sempre le cose corrette agli altri, ma in modo da non voler più essere differenti da come Dio ci ha creato.

Un articolo intitolato "Imparare ad Ascoltare" è apparso nell’edizione del settembre 2003 di "The Lighthouse"; abbiamo anche pubblicato un album con una registrazione audio intitolata: "Guarigione: Ascoltare la Melodia." [quest’ultimo disponibile solo in inglese, N.d.t.] Entrambi costituiscono una fonte utile quando si lavora con l’importante argomento dell’ascolto.