Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 418 Cosa di intende per “riflesso dell’amore”?

 

D # 418: Cosa significa l’espressione “riflesso dell’amore”? Se non c’è amore in questo mondo, come si può dire che cosa sia un riflesso dell’amore? Molti studenti di Un corso in miracoli che conosco vanno in giro dicendo che “estendono” amore. Lo fanno con atti, fatti e pensieri. Non sembra essere quello che il Corso dice. Se non c’è amore nel mondo, come è possibile estendere amore nel mondo? Posso comprendere che non ci sia amore nel mondo dal momento che Dio è amore e Dio non sa nulla di questo mondo. Ma questa cosa del riflesso sembra che mi blocchi. Potete aiutarmi?

 

R: E’ importante ricordare che quando il Corso parla dell’estensione del riflesso dell’amore si rivolge alla mente che sceglie di identificarsi con la parte della mente che ricorda Dio, non all’individuo separato che si identifica con il corpo nel sogno. Nella Realtà, il Figlio non può essere separato dal Padre e non può cancellarNe il ricordo; quindi una parte della mente mantiene il ricordo di Dio. E’ questa parte che è un riflesso dell’Amore di Dio. Quando la mente sceglie di identificarsi con questo amore, esso fluisce tramite il personaggio nel sogno e viene così esteso. Non è limitato da alcun tipo di forma, ma assume la forma più utile in qualsiasi situazione e verso chiunque. Non si tratta di un atto di volontà, né di una scelta, da parte di un individuo, di manifestare specifici “atti amorevoli” come noi li possiamo definire.

E’ improbabile che coloro che si identificano con la parte della mente che riflette l’Amore di Dio vadano in giro dicendo che “estendono” amore. Se lo fanno, auspicabilmente sono consapevoli che “loro” non sono quelli che estendono. Il personaggio del sogno non fa nulla. Non ci viene chiesto di usare il nostro giudizio per valutare qualsiasi situazione o per determinare cosa sia o non sia una risposta amorevole. Come il Corso ci ricorda chiaramente e ripetutamente, la nostra funzione è il perdono. Esso viene praticato riconoscendo tutti i pensieri ed i giudizi di non amore che possiamo avere, chiedendo che vengano trasformati dallo Spirito Santo. Allora facciamo quello che il Corso ci invita a fare: “Fatti dolcemente da parte e lascia che la guarigione sia fatta per te. Non tenere che un pensiero in mente e non perderlo di vista, quantunque tu possa essere tentato di giudicare qualsiasi situazione e far sì che la tua risposta sia determinata dal fatto che la giudichi. Focalizza la tua mente soltanto su questo: Io non sono solo e non voglio imporre il passato al mio Ospite. Io L’ho invitato, ed Egli è qui. Non c’è bisogno ch’io faccia nulla, salvo non interferire (T-16.I.3:7,8,9,10,11,12). Una volta che siamo giunti a questa non interferenza, tutto ciò che resta è il riflesso dell’amore.