D # 287: “L’Ultima domanda senza risposta” è una sezione del testo di Un corso in miracoli di particolare interesse per me (T.21.VII). Potreste commentare il significato di questa sezione?
R: Il tema principale di questa sezione è il potere della nostra mente di scegliere – alla fine contro l’ego. Il paragrafo 7 rende abbondantemente chiaro che questo è un corso sul cambiare la nostra mente, non il mondo. E’ un corso sulla causa (le scelte che facciamo nella nostra mente), non sull’effetto (il comportamento).
Gesù spiega che quando ci sperimentiamo come privi di potere o deboli, attestiamo di negare la nostra vera identità di Figlio di Dio, che non potrebbe mai essere senza potere. Una volta fatta questa dissociazione, il potere autentico della nostra mente viene temuto in quanto “nemico” e sorge un’ “armata di impotenti” per dare battaglia a questa minaccia mortale. Gesù, ovviamente, sta descrivendo il campo di battaglia nella nostra mente, di cui non siamo consapevoli a causa della dinamica egoica di negazione e proiezione. L’odio ribolle in noi, ma è sempre attribuito a qualche forma di male all’esterno, che noi ci sentiamo allora giustificati ad attaccare e distruggere. Gesù si riferisce anche alla estrema futilità e stupidità degli eserciti del mondo, che sembrano così potenti. Dobbiamo perpetuare questo sistema per tenere lontano un fato ancora peggiore, che è quello di riconoscere che non c’è alcun nemico fuori e che noi ci siamo resi senza potere scegliendo di credere nel sistema di pensiero di separazione e di peccato. La ragione ce lo direbbe, se solo scegliessimo di consultarla (consultare la nostra mente corretta).
Le tre domande riportate nel paragrafo 5 hanno a che fare con la nostra scelta di esistere in questo mondo in cui sembriamo essere vittime innocenti di forze al di là del nostro controllo. Il nostro sentirci senza potere nel fare qualsiasi cosa in relazione alle condizioni della nostra vita è significativo. Non ci permette mai di fare esperienza del vero potere della nostra mente, che è di compiere un’altra scelta e di negare la nostra negazione della verità. Da qui, la quarta domanda – l’ultima domanda senza risposta – è: “Voglio vedere ciò che ho negato perché è la verità?" (T.21.VII.5.14). Quando rispondiamo affermativamente alle prime tre domande stiamo dicendo che abbiamo cambiato la nostra mente e veramente non vogliamo essere più le vittime del mondo. Ma l’ultima domanda ci mette di fronte alla nostra decisione in favore della colpa e di fronte alla ragione per cui la sosteniamo. Continueremo a negare la presenza dell’amore, e proietteremo continuamente quella colpa, a meno che non capovolgiamo questa decisione in favore della colpa. Oltre a dire che la nostra mancanza di pace o di felicità non è colpa del mondo – è un nostro errore – dobbiamo renderci conto che la colpa dentro di noi è una scelta deliberata di negare la verità dell’Espiazione e poi di scegliere contro di essa. Finché non compiamo quella scelta, vacilleremo ogni volta. Rispondere sì all’ultima domanda “deve significare ‘non no’ ”; significa decidere che non voglio più essere chi penso di essere: separato, unico, autonomo, indipendente, libero e speciale. Non voglio più vedere me stesso distinto dall’Amore di Dio.