D # 280: C’è una forma positiva di negazione? Negare gli innumerevoli, minuscoli, negativi, paurosi pensieri che mi bombardano durante il giorno potrebbe essere un modo di applicare, termini pratici, quello che Gesù chiama “la negazione dell’errore”?
R: Dipende da ciò che intendi per negare. Se intendi dire che sei consapevole che esistono e che tu (in quanto DM, colui che prende la decisione) ne sei responsabile, ma poi neghi loro il potere di toglierti la pace o di cambiare la tua realtà di Figlio di Dio, allora stai usando la negazione in un modo utile e positivo. Allora negheresti l’errore o negheresti la negazione della verità (T.12.II.1:5). L'errore che tutti abbiamo fatto è stato di prendere sul serio la “minuscola, folle idea” di separazione, invece di sorridere alla sciocchezza e alla follia di credere di poter esistere come individui separati da Dio (T.27.VIII.6). Ripetiamo questo errore ogni volta che giudichiamo così terribili e così fastidiosi i nostri pensieri egoici, da aver bisogno di reprimerli o di sfuggire loro. Correggiamo quell'errore ogni volta che guardiamo direttamente i pensieri dell’ego e ci ricordiamo che il solo potere che hanno è quello che diamo loro tramite il credere che ci definiscono e che possono veramente avere effetti su di noi. Per non saltare le tappe, quindi, dobbiamo dapprima/ per prima cosa negare il loro potere apparente. E possiamo farlo molto efficacemente guardandoli con l'amore di Gesù accanto a noi. Man mano che quell’amore diventa sempre più reale per noi, anche i pensieri egoici diventeranno per noi sempre meno reali. E poi un giorno semplicemente li considereremo come senza significato, poiché avremo finalmente accettato l'amore di Gesù come la sola realtà nella nostra mente.